Il commissario Straordinario per la bonifica. Una nomina ad orologeria

Procopio risponde alle dichiarazioni rilasciate dal primo cittadino sulla mancata nomina da parte del governo del commissario per il danno ambientale e bonifica.

Riceviamo e pubblichiamo:

Nella lettura abituale dei quotidiani locali mi sono imbattuto in un articolo molto curioso. Una dichiarazione del sindaco Voce in merito alla mancata nomina da parte del governo del commissario per il danno ambientale e bonifica del S.I.N. Una serie di affermazioni cincischiate e
prive di valore ma anche la constatazione da parte mia di una grande perdita di tempo che quest’amministrazione comunale ha accumulato e che ormai mi fa ritenere questa parentesi amministrativa tra le più brutte e più disastrose della città di Crotone.
Il sindaco Voce, non sapendo interpretare il suo ruolo e capace solo di balbettare invoca, tramite la stampa, la nomina del commissario per il danno ambientale e denuncia, sempre tramite la stampa, l’assedio da parte degli imprenditori che vogliono realizzare le discariche e che in questo modo danneggiano il territorio.

A mio avviso il sindaco, come sovente gli sta capitando, è incespicato. Per due ordini di motivi. Il primo. Da profondo conoscitore della tematica, almeno come lui sostiene, anche se non ha nessun titolo accademico o studi scientifici da poter esibire, ha aspettato un anno per far sentire la propria voce dimenticando che proprio il sottoscritto, al suo insediamento, lo avevo invitato a recarsi a Roma e ad accamparsi , con tutta la sua giunta se era necessario e aspettare, sotto il Ministero della Transizione Ecologica, il decreto di nomina del commissario. Il secondo. Il sindaco conosce bene o, a questo punto mi sorge il dubbio, dovrebbe conoscere bene lo stato dell’arte della fase di bonifica del POB 1 e del POB 2 e dovrebbe sapere che, rispetto al modo di procedere concordato non ci sono alternative vere e reali se non la prospettiva di anni di chiacchiere, alle quali si aggiungono le sue, e di carriere politiche, alle quali si aggiunge la sua, se è vero, come pare risultare a vero, di un suo forte interessamento a ricoprire la carica di presidente della provincia dei Crotone, dopo che in questi dodici medi , nei fatti, ha dimostrato di non saper svolgere nemmeno non solo di sindaco ma neanche di presidente dell’ATO rifiuti.

La soluzione per lo smaltimento dei rifiuti derivanti dalla bonifica è una sola e due i modi come smaltirli. I rifiuti si possono tombare o nello stesso sito o si possono spostare in un altro sito per recuperare spazi e per metterli in sicurezza. Nel secondo caso bisogna fare una riflessione. L’Eni non è un’azienda privata ma è un emanazione dello stato italiano. E per questo si deve attenere ad alcune poche e semplici regole, tra le quali chi inquina paga e a proprie spese ripristina le aree e i terreni inquinati. E una regola che vale per tutti e a queste regole l’Eni risponde. E per le bonifiche in cui è impegnata Eni i rifiuti non li porta a spasso per il mondo, oltretutto questo modo di
procedere, grazie anche alle nuove tecnologie, è superato. E poi vorrei ricordare al sindaco Voce che proprio lui, tranne non sia un sosia sotto mentite spoglie, in più circostanze ed occasioni ha sempre affermato che la discarica di Columbra è adatta ed idonea ad accogliere i rifiuti della bonifica.

Questa è la verità dei fatti. Se il sindaco “tuttologo delle bonifiche mai effettuate” conosce altri modi di procedere le esponga alla città e faccia valere le sue ragioni. Ma, a mio modesto parere, deve superare uno intralcio insormontabile. Quello derivante dall’analisi costi / benefici che non sono un optional o un artificio solo contabile. Altre soluzioni non ce ne sono. E il sindaco Voce ne deve prendere atto. E più che atteggiamenti di sfida che non pagano, impegni l’Eni, in qualità di partner, in una progettualità di grande e ampio respiro per aiutare Crotone ad uscire dal degrado e dall’isolamento. Gli propongo una soluzione. E’ stato pubblicato un bando dell’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale, una costola del Ministero per il Sud, che riguarda la realizzazione in contesti urbani marginalizzati delle regioni del Sud di ecosistemi dell’innovazione e della ricerca.
Ed allora, senza perdere tempo e senza perdersi in chiacchiere, attività per lui abituale e consueta, gli chiedo pubblicamente perché non pensa di coinvolgere Eni in una progettualità ambiziosa per realizzare un “ecosistema dell’innovazione e della ricerca archeologica in siti contaminati” atteso che Crotone era ed è uno dei tredici Siti d’Interesse Nazionale e come lui stesso afferma uno dei più inquinati d’Europa ?
La comunità, e non io, resta in attesa di una sua presa di posizione e un suo pronunciamento.

Giovanni Procopio
già consigliere comunale di Crotone