La giornata mondiale degli alberi a Crotone

La presenza del verde all’interno dei centri urbani è fondamentale per la qualità della vita dei cittadini.

Riceviamo e pubblichiamo:

In questi giorni e dopo essere passati indenni da questa annunciata ondata di maltempo che poteva avere un preoccupante carattere d’eccezionalità, ho avvertito un senso d’inquietudine che mi ha portato a fare alcune riflessioni. Come ormai è risaputo, a tutti i livelli, i cambiamenti climatici in atto e quelli che si preannunciano cambieranno le nostre città e le nostre abitudini di vita, e le cambieranno, in particolare e in peggio, nelle città costiere e nei territori più caldi. Sotto quest’aspetto, quindi, è chiaro ed evidente ai più che Crotone e la sua provincia saranno tra i territori che, maggiormente, saranno coinvolti in questi stravolgimenti climatici, secondo alcuni studiosi irreversibili, eppure continuiamo a far finta di non ascoltare, di non sentire e di non vedere. Tutti. Indistintamente. E continuiamo a vivere come se tutto questo non ci riguardasse e non ci coinvolgesse. A partire dalla politica che, succube della finanza e dell’economia, non vuole prendere atto che questa volta non è coinvolto solo il nostro modo di vivere, la nostra qualità di vita, ma la nostra stessa esistenza sul pianeta. Non vi è traccia nelle discussioni e nei programmi politici di voler affrontare questa emergenza, la madre di tutte le emergenze, in maniera definitiva e risolutiva e non solo come mera enunciazione di principio. Per ritornare al nostro piccolissimo mondo, è da anni, ormai, che chiedo, ieri in qualità di consigliere comunale e oggi da cittadino, che Parco Pignera e tutte le aree adiacenti, così come tutte le poche aree verdi presenti in città e tutte le aree inutilizzate e abbandonate fuori e dentro la città debbano diventare dei polmoni verdi. Delle foreste urbane. E questo perché con temperature sempre più alte e sempre più torride, e con piogge, sempre meno frequenti ma sempre più improvvise e violente, la vita nella nostra città per molti cittadini, in special modo per le fasce più deboli, sta diventando sempre più difficile se non invivibile. E tutto questo dovrebbe essere più che sufficiente per convincerci che è obbligatorio oltre che necessario, che ognuno di noi, nel nostro piccolo, debba iniziare a fare qualcosa per cambiare questo stile di vita, figlio della società dei consumi e che ha mostrato limiti inestricabili e non modificabili con i pannicelli caldi. Ma oltre ai piccoli gesti di ognuno di noi, necessari ma non risolutivi, ci vorrebbe una forte presa di coscienza collettiva per prendere atto che o si cambia o non vi sono grandi alternative.

Per restare nella piccola realtà vi è bisogno di un vero piano Marshall del verde e della forestazione in città. I fondi del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza prevedono risorse per questi tipi d’attività. E di questo parla e si occupa precisamente la Missione 2. del PNRR , “la presenza del verde all’interno dei centri urbani è fondamentale per la qualità della vita dei cittadini. Parchi e giardini non sono soltanto luoghi di socialità, ma svolgono un’importante funzione ecologica per mitigare le problematiche ambientali tipiche delle metropoli (e delle città): bassa qualità dell’aria, inquinamento acustico, calore eccessivo, assenza di biodiversità, scarsa permeabilità del suolo e conseguenti dissesti idrogeologici” .. Nel nostro caso, grande rilevanza per queste attività potrebbe avere Akrea, la società in house del comune di Crotone. Azienda che con il personale che ha già in dotazione, e altro che si potrebbe affiancare, potrebbe dar vita oltre che ad una straordinaria operazione di piantumazione di alberi anche alla creazione e alla cura di spazi verdi e di giardini, occupandosi anche della tutela del suolo. Occasione importante per riprendere le attività di un azienda che io trovo che sia un autentico patrimonio della città, così come lo era Crotone Sviluppo. Affermato questo chiedo che il sindaco, la sua giunta e tutto il consiglio comunale indicano una grande manifestazione popolare per il 21 novembre prossimo, la giornata mondiale degli alberi, per far in modo che ogni famiglia e tutti i loro bambini piantino un albero, e lo facciano, non a caso, ma seguendo le opportune indicazioni dei tecnici del settore perché “ ad esempio il Pioppo bianco e la farnia Quercus robur aiutano per lo stoccaggio del carbonio, mentre per la rimozione del biossido di azoto, monossido di carbonio ed ossigeno sono utili il Pino domestico, l’Ippocastano ed il Pioppo bianco. I Tigli, ad esempio, hanno capacità media di rimozione degli inquinanti e basso potenziale di formazione dell’ozono negli ambienti urbani. Il Cerro, l’ulivo, sono ideali per ridurre la produzione di ozono, ma non riescono ad assorbire l’anidride carbonica in quanto la crescita delle loro foglie e della massa legnosa è modesta e lenta”.

È necessario attuare politiche di “de-urbanizzazione” delle città. Ed è necessario ed urgente farlo prima di subito. È necessario ed urgente ripensare ad un’economia che abbia presente e non dimentichi che anche la natura ha i suoi diritti, non meno importanti dei nostri cui, tuttavia, rimangono strettamente legati. È necessario ed urgente rieducarci e riprendere un ruolo che abbiamo ormai dimenticato: quello di custodi e guardiani del pianeta Terra. Un ruolo che ci è stato assegnato dal caso, che non stiamo meritando e che non ci deve far dimenticare che siamo un tutt’uno con la natura. È necessario in definitiva che si riconosca che la vita di un albero, così come di qualsiasi essere vivente, ha a che fare con la nostra e gli alberi che piantiamo e che proteggiamo, vanno salvaguardati come la nostra vita, come quella dei nostri figli, e di quelli che verranno, nella consapevolezza che la vita è scandita da azioni e comportamenti che riguardano tutti, perché, non bisogna mai dimenticarlo, il pianeta è di tutti. E non c’è un pianeta di riserva .

Giovanni Procopio
già consigliere comunale di Crotone