Fondi per il contrasto alla violenza di genere da restituire, Venneri: “sarebbe brutto segnale”

A scrivere Dalila Venneri sulla notizia che la Regione Calabria dovrà restituire fondi non spesi nel 2021.

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Apprendo dalla stampa che la Regione Calabria dovrà restituire i fondi non spesi nel 2021 relativamente alle politiche per il contrasto alla violenza di genere. Se questo fosse vero sarebbe il brutto segnale di un governo di centro destra a guida Spirlì che evidentemente non aveva tra le sue priorità il sostegno alle donne vittime di violenza.
Il che, capiamoci, non meraviglia affatto visto che quella parte politica non brilla per le politiche di contrasto alle discriminazioni di ogni genere e l’ultimo esempio ci è stato regalato da un Senato in cui non solo le destre hanno bloccato il Ddl ZAN, ma si sono rese anche protagoniste del peggiore teatrino. Fortunatamente, il giorno dopo ci hanno pensato le piazze del paese a dare l’esatta misura della loro rappresentatività. Senatori completamente scollati dal Paese reale. Un po’ come il governo regionale che rinuncia persino alla più banale delle programmazioni: quella del trasferimento dei fondi ai centri antiviolenza e a tutte quelle organizzazioni che sui territori cercano di sostenere le donne vittime di violenza e dare loro un rifugio e la speranza di una vita libera dai propri aguzzini. Ben 171.243,92 euro di fondi che dovranno essere rispediti al governo entro due mesi gravando per giunta sul bilancio regionale 2021. Soldi che sarebbero stati necessari alla reintegrazione nella società alle donne e ai loro figli spesso minori. Notizie del genere non solo non lasciano spazio ad una risoluzione, ma non lasciano ben sperare se la nuova compagine politica alla guida della regione Calabria di nuovo ha ben poco.
Di sicuro l’attenzione su tematiche sociali che hanno come obiettivo la tutela, l’integrazione e la non discriminazione è stato, durante la campagna elettorale, e sarà caposaldo del gruppo politico di opposizione regionale formato da Antonio Lo Schiavo e Ferdinando Laghi con a capo Luigi De Magistris il quale, ancor prima di sapere, ha voluto fortemente sottoscrivere il “PATTO PER LE DONNE DELLA CALABRIA” per favorire il riuso sociale degli spazi abbandonati e o confiscati, le forme cooperative nascenti ripensate anche a misura di donna. Per un aiuto concreto che permetta una più veloce fuoriuscita dalla violenza e una efficace prevenzione del rischio di recidiva di maltrattamenti. Sicuramente ancor più convinta come donna e madre che in Calabria abbiamo perso una grande occasione. Cercheremo comunque di lavorare perseguendo gli obiettivi prefissati e sicuramente vigili affinché fatti del genere non si ripetano più.

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