Akrea, da problema ad opportunità

Procopio: "Akrea è patrimonio della città di Crotone e va salvaguardata".

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Leggendo i vari comunicati riguardanti il confronto in atto tra Akrea e l’amministrazione Voce in cui il dato che emerge è la presa d’atto che, se non si dovessero utilizzare i fondi regionali, la società in house entro un anno potrebbe essere destinata alla dismissione, debbo rilevare, mio malgrado, che di tempo invece se ne continua a perdere molto e tutto in discussioni inutili e futili. E i due milioni della regione Calabria non solo sono poca cosa ma sono la sintesi plastica di quanto in questi anni non si è fatto. E noto a tutti, anche ai sindacati, che da 4 anni queste risorse vengono rimodulate perché non vengono utilizzate e questa, più che le mie parole, è la dimostrazione che più che una questione di risorse, importantissime e mai sufficienti abbastanza, è una mancanza di un piano e di una strategia industriale. Per questo ritengo che sia arrivato il momento della verità e dei fatti, in cui nessuno può tirarsi indietro o ritenersi fuori, compresa l’amministrazione Voce, poiché nel loro modo di operare e nei nomi dei personaggi che decidono il destino e il futuro della società in house ci sono sempre gli stessi, quelli buoni per tutte le stagioni.

Faccio questa riflessione, come sto facendo da tempo, sia nella qualità di ex consigliere comunale che oggi da cittadino impegnato in politica, per ricordare che Akrea è patrimonio della città di Crotone e va salvaguardata. Ancora una volta suggerisco all’amministrazione comunale di prendere atto dei due bandi del PNRR. Uno sulla raccolta differenziata e l’altro sulla rigenerazione verde. E da questi partire per ideare, pensare e progettare un vero piano industriale per Akrea. Il primo bando è quello sulla raccolta differenziata, sulla filiera del recupero del materiale proveniente dalla raccolta differenziata. Bando e conseguente progettualità utili anche in prospettiva per mettere al riparo Akrea. Il rifiuto è ormai risaputo, è un problema, ma è altrettanto vero che il rifiuto se affrontato all’interno di un’economia circolare funzionante può essere e diventare una risorsa. Ed ecco perché Akrea non è un problema ma è una risorsa ed è una risorsa se la si dota di un piano industriale serio e credibile e non fondato sulle parole o peggio le chiacchiere. Il secondo bando è quello che riguarda la rigenerazione verde ed ambientale delle città. Progettualità che se pensata di concerto con Akrea potrebbe essere avere un doppio vantaggio per Crotone. Primo. Rendere la città più verde e più vivibile. Secondo. Permettere ad Akrea di diventare un’azienda che pianifica e programma e intercetta i finanziamenti su tutti i temi che interessano la cosiddetta transizione ecologica. Quindi, senza perdere più tempo e senza fare ulteriori chiacchiere bisogna pensare ad un piano industriale e finanziario di Akrea. Questo per permettere ad Akrea di diventare parte attiva di un processo serio di riciclo dei rifiuti senza dedicarsi solo alla raccolta e allo spazzamento ma diventando una piattaforma strategica dell’intero ciclo dei rifiuti secondo i dettami dell’economia circolare fondata anche sulle nuove sfide dell’ambiente per la lotta al CO2 e al surriscaldamento urbano. Crotone e i crotonesi, nonostante tutto, possono fare e dare molto. Come hanno fatto nel passato e come potranno continuare a fare. E questo, ad una sola condizione, non farsi portare a spasso da una politica che ha deluso e ha illuso nel finto cambiamento e che invece si sta dimostrando vecchia. Più vecchia del vecchio su cui loro, i nuovi, hanno costruito le loro misere e temporanee fortune politiche. Basti pensare e osservare i balletti e i continui e ripetuti incontri in atto per la prossima competizione elettorale provinciale. Un affare di pochi intimi che non interessa nessuno e che pure sta impegnando, in prima persona e attivamente, il sindaco del cambiamento e del rinnovamento che non avendo altro a cui dedicarsi, pur d’indossare la fascia azzurra di presidente della Provincia, svenderebbe il destino e il futuro di Crotone e per raggiungere il suo obiettivo personale si alleerebbe con quelli di prima e anche con quelli di prima ancora.

Giovanni Procopio
già consigliere comunale

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