La questione dell’alleanza tra il Pd ed il sindaco Voce non può essere un accordo a senso unico

Carmine Talarico ha voluto puntualizzare sulle dichiarazioni della Stefanizzi circa un accordo tra il sindaco Voce e il PD.

Riceviamo e pubblichiamo:

Fa bene Antonella Stefanizzi a puntualizzare alcune questioni inerenti alla trattativa, intrapresa tra alcuni sindaci del Pd ed il primo cittadino di Crotone, per le prossime elezioni provinciali. Vorrei superare il tema della sua presenza, addebitata erroneamente, all’ultimo incontro per chiudere un accordo che sembra lontano ma che ha bisogno di alcuni approfondimenti. Il tema suggestivo di ricoprire l’incarico di Presidente della Provincia così come se ne parla non tratta le questioni che sono aperte presso un ambito istituzionale che l’ex Ministro Del Rio ha voluto cancellare. La Provincia di Crotone, giusto per ricordarlo a qualche improvvisatore, esercita alcune funzioni dentro una legislazione che le affida il governo della viabilità, della edilizia scolastica e delle questioni ambientali di incidenza territoriale. Ve ne sono ancora alcune residue ma queste rappresentano il fulcro su cui si esercita la funzione istituzionale.
Nello specifico la Provincia di Crotone, al pari di altre realtà nazionali, soffre di un grave deficit a finanziario che la espone a problematiche di debiti pregressi. Occuparsi della Provincia non può, dunque, ridursi alla semplice vicenda elettorale . Le coalizioni che in queste ore stanno preparando liste e candidati dovrebbero occuparsi di come fare uscire da una crisi strutturale l’Ente territoriale di governo.
Già questo potrebbe mettere insieme le forze politiche per garantire un minimo processo di governabilità necessario a soddisfare le esigenze presenti sul territorio crotonese. La questione dell’alleanza tra il Pd ed il sindaco Voce non può essere un accordo a senso unico. Nella migliore tradizione politica gli accordi si concludono se esiste una questione di interconnessione tra quello che politicamente si volge al Comune di Crotone è quello che dovrà accadere alla Provincia.

Il Pd non può mantenere il candelabro dell’alleanza mentre al Comune lo stesso Pd non esercita alcun ruolo di governo. Questa peculiarità non è fuori luogo in un ambito di costruzione di alleanze che qualche giorno fa trionfalmente il Commissario Graziano ha annunciato definendo la consonanza con il civismo rappresentato dal sindaco Voce. Ma rimane un altro problema. Ed è quello che rimane l’esercizio continuo di critiche molto delicate e pesanti nei confronti dei precedenti governi cittadini di cui il Pd è stata tanta parte. Ma si potrebbe mettere nel calderone di questa “santa alleanza” il fatto evidente che l’effetto Voce ha concluso una sua fase politica di gradimento e si guarda all’insuccesso della candidata alle regionali Mimma Scida.
Può essere questo un terreno praticabile? Certamente no. E fa bene la Segretaria cittadina del Pd a dire che giunta l’ora del coraggio politico di un candidato sindaco del Pd con un programma ,mi permetto di aggiungere, che possa essere elemento di attrazione politica tra i vari consiglieri comunali del territorio. Mi si potrà dire, come hanno già fatto, che il voto ponderato non da’ alcuna possibilità di vincere questa competizione di secondo grado.
Mi sono fatto anche io questa domanda. Ma credo che è meglio perdere con autonomia e dignità politica e non sacrificare il ruolo del Pd in una dimensione di alleanza che potrebbe anche essere rappresentata da una mancanza di presenza del simbolo dem .
In mancanza di organismi che possano decidere in modo democratico tutto sembra essere in mano delle “direttive” del Commissario Graziano. Sarà lui alla fine a decidere la definizione del percorso avviato. Intanto preferisco prendere le distanze da questa scelta per le motivazioni che ho cercato di evidenziare.

Carmine Talarico