PNRR e Classifica Sole24Ore, l’analisi di Flora Sculco

"Occorre saper interpretare il divario esistente".

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Riceviamo e Pubblichiamo:

Il Sole 24 Ore ha pubblicato la classifica della Qualità della vita nei 107 capoluoghi italiani, un rituale che vede le provincie del Sud relegate alle ultime posizioni. Indicatori ormai consolidati e verificati, che quest’anno vedono Crotone, la mia città, il mio territorio all’ultimo posto per tasso d’occupazione, tasso d’abbandono scolastico, saldo migratorio e, non ultimo, per offerta culturale quasi inesistente. La negatività di un primato, che non mi sorprende affatto, in quanto legata a motivi storici e recentemente aggravata dalla spending review che ha di fatto massacrato le amministrazioni locali, già fisiologicamente più povere. I dati sono chiari, parlano più di quanto possono farlo le mie parole, ed oggi, anche sulla spinta della stimolante riflessione di Nino Amadore, sento la necessità, d’intervenire con alcune considerazioni, partendo proprio dal titolo di testa dell’articolo in cui si fa riferimento a Crotone al PNRR e al Sud. Occorre saper interpretare il divario esistente. Per esperienza sul campo e per quella che è la mia visione di Sud, c’è un meridione in possesso di molte chance per uscire dal guado, grazie alla presenza di energie vive, di imprese e filiere produttive capaci di stare sui mercati nazionali ed internazionali e non ultimo per la presenza di un associazionismo volontaristico forte tra le nuove generazioni. Dunque, c’è un problema, un problema di “sistema”, che sconta i ritardi e le omissioni dello Stato sul Sud e per il Sud. Un quadro a tinte fosche, nel quale il Mezzogiorno annaspa, si barcamena, si destreggia e fa fatica ad uscire dagli stereotipi. Un Sud che più che confrontarsi si scontra con la fragilità e la perseveranza di un sistema politico amministrativo e burocratico in cui prevale la superficialità e il pressapochismo in cui, la fanno da padrone i comportamenti estrattivi, parziali e privi di un respiro ed una visione strategica.

Tali valutazioni, debbono ora incontrarsi con la concretezza e le opportunità offerteci dall’arrivo delle imponenti risorse del piano nazionale di ripresa e di resilienza, potenzialmente in grado di ridurre il divario che marginalizza le aree del Sud, facendo stazionare la Calabria e la città di Crotone nelle ultime posizioni. Grandi opportunità che comportano anche grandi rischi, derivanti, soprattutto, dalla gracilità della macchina burocratica oltre che da una professionalità non attrezzata a recepire le sfide della modernità ulteriormente aggravata dagli effetti pandemici. Dice bene il professore Jorio nel sostenere che “è fondamentale passare dall’inventario del possibile, rappresentato dalle ingenti risorse a disposizione dei comuni e delle regioni meridionali dal PNRR, all’inventario del probabile, cioè di quello che, con quelle risorse, sarà possibile concretizzare e arrivare all’inventario della concretezza, di quanto di quelle risorse sarà realizzato su quello che era possibile realizzare”. Ora lo Stato, utilizzando anche i poteri sostitutivi, già previsti del resto nel PNRR,  ha il compito di sostenere e aiutare le regioni meridionali in questo passaggio epocale e generazionale non solo con l’invio dei professionisti del PNRR che arriveranno forse troppo tardi e che non saranno in grado di far cambiare rotta e velocità ad una macchina burocratica lenta e farraginosa ma con  interventi diretti,  in special modo nei casi più critici, come potrebbero essere la Calabria e la città di Crotone. Lo dice tuonando il Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, che è necessario il soccorso di Cassa Depositi e Prestiti, dell’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale e di chiunque il Governo vorrà impegnare, per gestire e spendere al meglio le risorse, per scuola, sanità, trasporti e infrastrutture immateriali e materiali, per i porti e per le aree retroportuali, insomma per fare le cose. Ora il Governo non volti le spalle! Ora più che mai la Calabria e Crotone hanno bisogno del concorso di tutti, nessuno può più sottrarsi, ognuno deve fare i conti con la sfida storica di realizzare, finalmente, una sola Italia!

On. Flora Sculco  

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