La valorizzazione del patrimonio archeologico della città fa il paio con la sicurezza da alluvioni e “bombe d’acqua”

Il Comitato Antica Kroton si rivolge a tutti gli amministratori, anche i non tecnici, per considerare le semplici regole urbanistiche ed edilizie, molto green, utilizzate dai crotoniati per risolvere l’annosa questione delle alluvioni

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riceviamo e pubblichiamo:

Il Comune di Crotone ha avuto di recente un finanziamento di 450.000 euro dal Ministero della transizione ecologica nell’ambito del “programma sperimentale di interventi per l’adattamento ai cambiamenti climatici in ambito urbano” per la realizzazione dei seguenti progetti:

– Rimboschimento nell’area posta a monte di via Leonardo Gallucci con la realizzazione di una vasca di accumulo dell’acqua piovana per l’irrigazione delle aree verdi.

– Realizzazione, in corrispondenza degli stalli del parcheggio tra l’antistadio e via Giovanni Paolo II, di nuova pavimentazione drenante in sostituzione di quella esistente.

– Conversione di due rotatorie in giardini di pioggia (Rain Garden) per aumentare la capacità di invaso del reticolo minore e contrastare in modo sostenibile le “bombe d’acqua”.

– Realizzazione di studi propedeutici al Piano d’azione per l’energia sostenibile per aumentare il quadro delle conoscenze sugli effetti locali dei cambiamenti climatici.

– Implementazione di un sistema di monitoraggio e previsione finalizzato alla gestione degli eventi climatici estremi (piogge intense, alluvioni e ondate di calore).

Facciamo un plauso alla amministrazione che con il suo pool di ingegneri si pone l’obiettivo di risolvere con tecniche green i periodici allagamenti di gran parte della città moderna. Allo stesso tempo invitiamo tutti gli amministratori, anche i non tecnici, a considerare le semplici regole urbanistiche ed edilizie, molto green, utilizzate dai crotoniati per risolvere l’annosa questione delle alluvioni. La città era stata organizzata in tre quartieri con gli assi stradali (stenopoi) perpendicolari alla linea di costa, intervallati da due corsi d’acqua che all’occorrenza riversavano in pochi minuti le masse di acqua piovana a mare. In epoca moderna, invece, le strade quale l’attuale via Giovanni Paolo II-Cutro, via Mario Nicoletta e, dopo l’Esaro, la statale 106 sono state realizzate parallelamente alla linea di costa, ostruendo di fatto il naturale deflusso delle acque verso mare. Allora non sarebbe più semplice riprendere alcuni assi stradali dell’antica Kroton nei tre quartieri che componevano la polis, creando per l’attraversamento dei sottopassi su via Giovanni Paolo II, via Mario Nicoletta e la statale 106, in modo da valorizzare la città greca e ripristinare il naturale deflusso delle acque?

Ed infine, ma non ultima previsione, si potrebbe pensare di realizzare, mediante seri rimboschimenti di macchia mediterranea, i grandi parchi di verde urbano, previsti dal Piano regolatore già nel 1982, ma mai attuati o completati, di Pignera (ricordiamo che sono fruibili e sistemati a verde solo 5 ettari su 17 ettari), di Santa Lucia (compresi i calanchi sopra via Leonardo Gallucci) e di monte Viscovatello. Ricordiamo che nei Parchi Pignera e Santa Lucia insistono i resti delle mura che cingevano l’antica Kroton. Anche in questo caso la valorizzazione del patrimonio archeologico della città fa il paio con la sicurezza da alluvioni e “bombe d’acqua”. A tal proposito giova ricordare, ai tecnici e non tecnici, che in base ad una legge dello Stato italiano ogni città dovrebbe dare ai suoi abitanti almeno 9 mq “di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade”. Se immaginiamo un comune di almeno 60.000 abitanti il conteggio è subito fatto: mq 54, ovvero 54 ettari di verde urbano attrezzato. Ci sono? Noi non riusciamo a vederli.

Comitato Antica Kroton

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