Riflessioni sull’azzeramento da parte del sindaco Voce della Giunta comunale di Crotone

Pesavento: "L’azzeramento della giunta comunale di Crotone attuata dal sindaco Vincenzo Voce va interpretata come l’apice di una profonda crisi che attraversa la nostra città".

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L’azzeramento della giunta comunale di Crotone attuata dal sindaco Vincenzo Voce va interpretata come l’apice di una profonda crisi che attraversa la nostra città. Da qui scaturiscono alcune riflessioni. Crotone è immobilizzata da gravissime deficienze di carattere strutturale e culturale. I servizi sanitari, indipendentemente dall’impegno o dalla preparazione di chi opera nel settore, versano in condizioni da paese sottosviluppato. È morta recentemente una piccola di due anni lasciando un vuoto incolmabile nella nostra comunità, perché Crotone e la Calabria in generale non dispongono di strumentazioni adeguate. In caso di patologie che richiedano approfondimenti si deve partire e non è facile spostarsi per raggiungere i centri specializzati. I nostri gioielli architettonici e paesaggistici vengono abbandonati. La cultura complessivamente trova poco spazio nelle attività di programmazione. Non esiste la creatività o non viene alimentata in modo costruttivo e continuativo, ignorando in modo deprecabile che attraverso le nuove idee si creano indotto e ripresa economica.
A Crotone nessun aspetto della società civile è strutturato in termini di “normalità”; duole dirlo, ma è così. La costruzione del teatro di Crotone, struttura che già presenta esternamente qualche crepa e non è stata ancora inaugurata, fa pensare in parte alla tela di Penelope e in parte a qualche vicenda degna della penna di Kafka. Da tempo immemorabile non si arriva a una conclusione e i cittadini non ne comprendono la ragione. A Napoli, Re Carlo III di Borbone è riuscito a costruire in otto mesi il teatro San Carlo e noi difficilmente vedremo, allo stato attuale, il nostro tempio della cultura ultimato. Occorre saper individuare le persone più adatte per i vari ambiti istituzionali cittadini; gli assessori dovrebbero essere dinamici e preparati per il compito specifico da svolgere, pronti ad accompagnare ed incoraggiare le iniziative che dovessero partire dal territorio, senza snobismi e pigrizia mentale. Questo è il momento della cooperazione, della condivisione di strumenti, strategie e di idee per sostenere la cittadinanza in un momento così complesso. Non è il momento degli egoismi e degli interessi di fazione che ammorbano da lustri una realtà territoriale impoverita e prostata da disagio economico e abbandono politico. Si pensi già da ora alla stagione turistica, programmando eventi e contesti in grado di attrarre visitatori, soprattutto provvedendo a potenziare le infrastrutture perché difficilmente lo sviluppo si afferma in una realtà isolata e percepita come spenta. A Crotone si parla di singole aree (ferrovia, aeroporto, porto, SS 106) separate e non si comprende che il futuro è incentrato sull’integrazione dei sistemi infrastrutturali e dei vettori. Occorre maggiore pianificazione e determinazione nella contrattazione ai tavoli. Oggi assistiamo al fallimento di un riscatto cittadino perché si è stati incapaci di elaborare architetture istituzionali sia di carattere verticale centro-regione, regione-enti locali; sia orizzontale regione-regioni, regioni-parti sociali. Tuttavia invertire il senso di marcia è sempre possibile, sempre che si consideri lo sviluppo come un’interconnessione intersettoriale tra i vari ambiti. Una comunità evoluta si misura proprio dalla capacità di unirsi e pensare in modo globale alla propria identità culturale, sociale ed economica.
prof. Romano Pesavento

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