Dalla trasmissione Piazza Pulita allo scandalo Sanità in Calabria

Per un’ora, e non sarà mai abbastanza, giovedì sera si è ritornati a parlare della tragica scomparsa di Ginevra, la bambina di 2 anni, di Mesoraca, che dopo un viaggio della speranza è deceduta all’Ospedale Bambin Gesù di Roma.

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Dicevo, non sarà mai abbastanza, perché non ci sono parole sufficienti di fronte alla tragica morte di una bambina come Ginevra. Che, però, ci deve spingere a guardare a quel futuro che Le è stato negato. Quattro cose, quindi, meritano di essere evidenziate e sottolineate. La prima. Come ha detto il prof. Michele Grio, primario dell’Unità di anestesia e rianimazione dell’ospedale di Rivoli, non possiamo chiedere di avere tutti un policlinico sotto casa o il pronto soccorso girato l’angolo, perché non sono i “cartelli indicatori” quelli che fanno la differenza, bensì i Reparti che -per i loro volumi di attività- sono in grado di affrontare in modo efficace tutte le patologie del settore di riferimento. Ècioè inutile, per essere più chiari, avere 30 emodinamiche in Calabria che fanno ognuna 2 o 3 trattamenti l’anno o 40 reparti di ostetricia dove nascono 80/90 bambini all’anno. Si tratta di richieste ricorrenti, come la seconda ambulanza a Mesoraca, cioè in ogni Paese della Calabria con più di 6.472 abitanti, ma che sono da un lato pericolose e dall’altro determinano una allocazione delle risorse economiche non ottimale. In sintesi, le soluzioni sono altre, peccato che non sono state enunciate precisamente dal commissario ad acta per il Piano di rientro dal disavanzo sanitario. E, comunque, le vedremo ed è meglio ripeterle. La seconda.

La situazione della sanità calabrese e nota ed è stata ripetutamente descritta in atti parlamentari, giudiziari e giornalistici. Si tratta di impostare un nuovo modello di governance, anticipando i temi e governandoli nella loro attuazione, senza inseguire gli eventi. O, come accadrà certamente dopo questa trasmissione, senza essere inseguiti dalle centinaia, auguriamolo alla Struttura Commissariale, di richieste, istanze, solleciti, pec e non pec. Chiariamolo senza equivoci, prima di procedere. Il territorio va ascoltato, e il presidente Occhiuto, dobbiamo riconoscerglielo, lo sta facendo senza risparmio di energie. Ma che vada riorganizzato il sistema dell’emergenza-urgenza lo diciamo e lo abbiano scritto in tempi non sospetti, con la passata giunta e prima della competizione elettorale regionale. Il Responsabile del Dipartimento Sanità Elio D’Alessandro lo ha messo al primo punto del programma della Lega da tempo. Si tratta, quindi, di governare questo processo -quanto al come farlo- e di raccontarlo, come si sarebbe potuto fare, senza giocare in difesa, ma utilizzando l’ampia finestra che è stata lasciata in premessa da Corrado Formigli. Tra l’altro, si tratta di un nuovo modello di governance che è stato disegnato, anticipato e partecipato nella relazione depositata al Tavolo interministeriale di controllo sui Piani di rientro del 13 dicembre u.s. La terza. Corrado Formigli chiede al presidente Occhiuto “… se lei andrà a prendere qualche dirigente per le orecchie e cercherà di farlo fuori da dove si trova per incapacità nello svolgere il proprio ruolo perché qualcuno deve pagare, qualcuno avrà sbagliato … si, però, le responsabilità … ma qualcuno dovrà pagare per queste porcherie che stanno emergendo, cioè lei arriva e trova una sanità devastata… ma si è fatto un’idea di chi sia la responsabilità …”. Ci saremmo attesi che il presidente Occhiuto recitasse o leggesse qualche passaggio della sentenza nr. 168 della Corte costituzionale (del 24 giugno 2021) che censura pesantemente l’operato del Governo in questi 12 anni di commissariamento, indicando, di fatto, tutti i responsabili, che sono -quelli in servizio- ancora tutti al loro posto. Nulla. Lo facciano ora, traendo una sola frase, più che sufficiente, da tre pagine durissime: “… l’incongrua modalità di disciplina del potere sostitutivo statale, irragionevole per la sua inadeguatezza alla situazione nella quale deve intervenire, che, per diversi motivi, costituisce un unicum nel panorama nazionale, una situazione giunta così a distinguersi da ogni altro precedente …”. Allo stesso modo, ci saremmo aspettati, che il Presidente Occhiuto declamasse o leggesse alcuni passaggi della recente sentenza della Corte dei conti della Calabria nel Giudizio di Parifica (10 dicembre 2021): “… come il deficit sanitario dichiarato sia totalmente inattendibile e probabilmente ampiamente sottostimato … Ne è emersa una situazione debitoria potenzialmente dirompente, a fine 2020 i debiti commerciali accumulati dalle ASP e dalle AO sono pari a circa 460 mln di euro; i tempi medi di pagamento dei fornitori sforano tutti (con eccezione della AO di Cosenza) le previsioni comunitarie, attestandosi spesso ad oltre 200 giorni e raggiungendo punte di patologia quasi incredibili …”. E si potrebbe proseguire per le centinaia di pagine di sentenza e relazioni. E andava detto -ma anche qui silenzio- che chi il Governo ha scelto per curare anche questo lavoro, nominando quale subcommissario un colonnello dei carabinieri, Maurizio Bortoletti (che ha ottenuto strabilianti risultati nel risanare una azienda sanitaria e che, subito dopo la nomina del Governo, alla luce delle consuete tempistiche attuative, ha rinunciato ad un viaggio programmato all’estero, e ha lavorato, in vacanza, a proprie spese, in Calabria, quale ospite del presidente della regione), non è ancora arrivato, ad 85 giorni dal provvedimento del Consiglio dei Ministri del 18 novembre 2021. Non si è potuto, ancora, insediare per delle motivazioni che il Ragioniere Generale dello Stato ha recentemente definito, di fatto, nel felpato lessico governativo, pretestuose e infondate rispetto ai principi generali. Senza questa chiarezza e senza le consequenziali azioni, quali quelle che il colonnello Bortoletti ha sviluppato a Salerno e poi a Pompei con il generale Nistri, si rischia, prima o poi, di rimanere vittime di questo passato, che va separato nettamente dal presente per evitare che questo finisca per drogare, in modo irrimediabile, anche il futuro, rendendo vana anche qualsivoglia buona azione avviata.
La quarta. Ci dispiace, infine, che, proprio in questa prospettiva, quella della necessità irrinunciabile di separare il presente dal passato, il presidente Occhiuto non abbia ricordato come lui insieme al col. Bortoletti (in vacanza) avessero indicato -nella relazione del 13 dicembre al tavolo interministeriale- non solo le responsabilità e i responsabili, ma, soprattutto, il piano di azione che volevano seguire e gli strumenti necessari. Strumenti, presentati in un emendamento al cd. decreto fiscale del novembre scorso, poi completamente stravolto (da chi? E perché’?) per riproporre quanto già previsto, con i risultati sotto gli occhi di tutti, nei due cd. decreti Calabria del 2019 e del 2020, cioè lo spreco di ulteriore benzina, anche se fosse la migliore, messa in un motore imballato. Strumenti che avrebbero permesso dal giorno successivo all’approvazione di mettere in piedi quasi immediatamente, ad esempio, un nuovo sistema dell’emergenza-urgenza, costi quel che costi, comprando quello che serviva, assumendo chi era necessario o garantendo ogni necessaria risorsa economica aggiuntiva, noleggiando le ore di eliambulanza che servivano, ristrutturando o avviando la realizzazione delle piazzole assistite per il volo strumentale e notturno necessarie (da Catanzaro a Roma sono 270 miglia e un AW139 ci può mettere poco più di due ore), comprando o noleggiando autoambulanze -strutture diagnostiche mobili …. – e ogni altra attrezzatura necessaria. È quello che la Lega -ma non se ne vuole fare un discorso politico, perché la sanità non è tema di destra, sinistra o centro- chiede da anni, solo per indicare i documenti dove andare a trovare i progetti. Questo andava detto. E andava detto che su questa variazione il Governo ha, poi, posto la fiducia, elidendo qualsivoglia discussione e/o modifica parlamentare. Corrado Formigli, chiude, dicendo che “… siamo anche un po’ stanchi …”, chiedendo che il Governo intervenga.
Eh già, lo siamo anche noi calabresi. Allora gli chiediamo un aiuto. Prima di tutto, sul perché -senza farsi fuorviare da spiegazioni che hanno suscitato la “… perplessità …” del Ragioniere Generale dello Stato- sono trascorsi questi 85 giorni dalla nomina del col. Bortoletti, e stanno trascorrendo giornate preziose. Poi, se si deve, ancora, ammettere che uno o più dirigenti pubblici, lautamente pagati, si frappongano -con i soliti motivi, utili a far “girare la palla”, trattenendo la pratica fino all’ultimo giorno utile prima della denuncia, ponendo un quesito, facendo una pratica, istituendo un gruppo di lavoro o un tavolo- ad una decisione del Governo. Infine, di conoscere i nomi di coloro che sono intervenuti per modificare -in modo inutile, come detto nel corso della riunione del 13 dicembre- l’emendamento con gli strumenti ritenuti necessari dal presidente Occhiuto e, soprattutto, grazie all’esperienza acquisita in situazioni analoghe, dal colonnello Bortoletti, per incidere, con immediatezza, sulla situazione devastata in cui versa la sanità calabrese, anche per avviare quell’irrinunciabile recupero della fiducia dei cittadini che si fonda su idee chiare, puntualmente spiegate e, infine, realizzate, rendendo il conto, su base almeno settimanale, di quanto si sta facendo.
Su questo, Le auguriamo buon lavoro, dott. Formigli. Sappi che la Lega sarà presente, vigile, attenta, determinata per evitare quanto accaduto nel passato, per richiamare tutti alla responsabilità, per non far cadere sulle spalle dei calabresi i danni e le incapacità dei commissari nominati e, quindi, che il deficit creato vada pagato dallo Stato, che finalmente vi sia chiarezza e una sanità adeguata per un popolo che ha sofferto e continua a soffrire per le incompetenze -nella migliore delle ipotesi- di tanti che non possono essere nascoste. Saremo, quindi, vigili e non faremo sconti a nessuno!
Il Commissario Regionale Lega
Giacomo Francesco Saccomanno

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