Pingitore su impianto per la produzione di idrogeno verde

"A mio parere è necessario fare un po’ di chiarezza al fine di cogliere le peculiarità su un investimento che potrebbe essere utile per il territorio, se si fa squadra e vi sia compattezza fra tutte le forze politiche".

Più informazioni su

Riceviamo e Pubblichiamo:

Non ho nessun pregiudizio sul fatto che il comune di Crotone, attraverso il neo assessore Maria Bruni, abbia candidato un’area industriale della città per realizzare siti di produzione d’idrogeno verde in aree industriali dismesse, ma i tempi ristrettissimi, dove tutto pare che sia avvenuto in un batter d’occhio (come se l’assessore avesse tutto pronto nel proprio cassetto), lascia senz’altro qualche dubbio. A mio parere è necessario fare un po’ di chiarezza al fine di cogliere le peculiarità su un investimento che potrebbe essere utile per il territorio, se si fa squadra e vi sia compattezza fra tutte le forze politiche. Soprattutto in una zona nella quale, da decenni, si parla di bonifica e dove spesso la popolazione è stata tradita con promesse di nuovi investimenti sostenibili con l’ambiente. Il più delle volte ne hanno avuto la meglio i gruppi di poteri esistenti che per Crotone hanno sempre pensato alla realizzazione d’impianti e attività produttive inquinanti, tranne qualche royalties non hanno mai prodotto vera ricchezza e adeguata occupazione; piuttosto gli investimenti hanno devastato terra e mare di questo territorio, ricordo le tre biomasse; termodistruttori; piattaforme varie; parchi eolici; ora anche quelli galleggianti da installare nel mare Jonio ecc. A mio parere un nuovo insediamento Produttivo non rappresenta semplicemente un atto di conformazione del territorio ma strumento di politica economica, volto cioè a elevare i livelli reddituali, occupazionali e sociali al fine di diventare strumenti di sviluppo economico e sociale dell’intero territorio comunale e provinciale. Secondo tale prospettiva, bisogna mettere in campo tutto ciò che possa essere un torna conto per i cittadini crotonesi che per anni hanno subito meschine operazioni politiche. In questo investimento non si conosce l’accordo di programma, quanto meno non vi è stato un approccio con le commissioni e l’organo consiliare, che a mio avviso è necessaria nei siti individuati la localizzazione di attività economiche, commerciali e industriali, incentivare nel complesso l’indotto come elemento catalizzatore per l’insediamento di nuove aziende, capaci di produrre sinergie tali da elevare e qualificare la vita dell’intero territorio comunale. D’altra parte l’accordo di programma come configurato dall’art.34 del dlgs n.267/2000, colloca la programmazione per una concreta attuazione di opere ed interventi pubblici. Crotone non può più permettersi di avviare investimenti senza creare condizioni di sviluppo e prosperità in un territorio da sempre martirizzato.
IGINIO PINGITORE

Più informazioni su