Bene gli esiti dei rilievi tecnici; perplessità per modalità e tempistiche con cui si è affrontata la vicenda

Il circolo del PD di Crotone: "L’unico elemento certo è il fatto che qualcosa si è mosso fondamentalmente grazie alla buona volontà e al senso civico dei concittadini che hanno sollecitato una risoluzione del problema."

Apprendiamo con sollievo gli esiti dei rilievi tecnici svolti dall’Arpacal al Castello di Carlo V, che lasciano intravedere, dopo quattro lunghi anni, la possibilità di una riapertura della struttura (quindi anche del Museo e della Biblioteca). Destano, tuttavia, perplessità le modalità e le tempistiche con cui gli attori istituzionali hanno affrontato questa vicenda.

L’unico elemento certo è il fatto che qualcosa si è mosso fondamentalmente grazie alla buona volontà e al senso civico dei concittadini che hanno sollecitato una risoluzione del problema.
Allora qual è stato l’ostacolo che finora ha impedito la ripertura del Castello? Un banale deficit di comunicazione tra Ministero (proprietario), Arpacal, Prefettura e Comune? Pensiamo di no. Se sono stati necessari quattro anni per ottenere un nuovo sopralluogo, adesso quanto tempo sarà necessario affinchè il Ministero avvii effettivamente la bonifica? (Ahinoi, con risorse inizialmente destinate ad Antica Kroton).
Riusciremo ad avere una messa in sicurezza permanente, mediante la rimozione dei materiali pericolosi? O solo temporanea, con una copertura sul luogo? Ancora, chi tra il Ministero e il Comune garantirà l’osservanza delle nuove prescrizioni dell’Arpacal, affinchè il Castello possa tornare fruibile? Un ultimo interrogativo: laddove fosse definitivamente confermato che il Castello poteva rimanere aperto o comunque essere riaperto, già a seguito dei primi interventi di messa in sicurezza, senza pericolo per l’incolumità pubblica, sarebbe interessante quantificare due tipi di danno.
Il primo è il danno d’immagine subito dalla città di Crotone e quindi dalla collettività, in un contesto in cui già così scarse sono le opportunità di valorizzazione delle risorse umane e del ricco patrimonio storico culturale.
Il secondo è il danno che tutti noi crotonesi abbiamo subito nell’esser privati per quattro lunghi anni, del Castello oltre che del Museo e della Biblioteca, vale a dire di luoghi che non fungevano solo da attrattori turistici, ma anche da luoghi di studio, approfondimento e aggregazione sociale.
In un sistema ideale, sarebbe intressante capire a quale dei nostri amministratori dovrebbero essere addebitati i costi derivanti da questo danno di immagine: alla Senatrice autrice della prima segnalazione, così solerte nel segnalare il problema e meno nel risolverlo? All’allora Sindaco che, dopo aver vietato in via cautelativa, l’accesso al Castello non si è premurato di cercare una soluzione al problema? O ancora all’attuale Amministrazione, che ha comunque impiegato ben diciassette mesi ad avviare un percorso di risoluzione della questione e comunque l’ha fatto solo di riflesso alle tante sollecitazioni arrivate da soggetti esterni a questa Amministrazione.
Siamo consapevoli che per le modalità di gestione di questa vicenda probabilmente non è configurabile una sorta di responsabilità giuridica, dei soggetti coinvolti. Ma probabilmente è ravvisabile, per ciascuno di questi, una responsabilità politica che di certo non passerà inosservata agli occhi dell’opinione pubblica. Ci auguriamo che, a mo’ di risarcimento verso la collettività, il nostro Sindaco ora si occupi celermente della questione (anche in vista dell’imminente stagione estiva) e che, con una doverosa assunzione di responsabilità, ponga in essere tutti gli atti necessari affinchè il Castello possa finalmente tornare nella disponibilità della città, ovviamente garantendo la massima sicurezza.
Partito Democratico Circolo di Crotone