La libertà di ieri e di oggi
Alla vigilia del "nostro" 25 Aprile, Rolando Belvedere ci presenta quella che definisce la catena chiamata Nato
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di Rolando Belvedere
Il 25 aprile 1945 abbiamo riconquistato la libertà dalla tirannia del pensiero unico nazi-fascista. Decisiva è stata battaglia di Stalingrado con i suoi 20 milioni di morti. Ma il nazifascismo non è stato estirpato e il pensiero unico tenta sempre di imporsi a dispetto dei fatti. Ancora oggi, nel mondo i nazifascisti servono per la strategia della tensione, per spingere a destra la politica di molti paesi. Gli Stati Uniti dopo la guerra hanno scelto di non processare scienziati , specialisti e tecnici nazisti perché questi potevano essere sempre utili per i loro interessi, anche in funzione anticomunista. Nel dopoguerra con l’operazione Paper Clip ,oltre 1500 nazisti sono stati trasferiti negli USA . Tra i tanti naturalizzati americani, Verner von Braum ideatore dei primi viaggi spaziali americani negli anni 60. Poi Otto von Bolschwing gerarca delle SS entrato con tutti gli onori –e protezioni- alla Cia dove ha prestato servizio per molti anni fino alla sua morte nel 1982. Rimase in Germania Reinhard Gelhen che divenne nel dopoguerra addirittura il primo direttore dei servizi segreti tedeschi .Quelli non trasferiti rimasero nei loro paesi e probabilmente vennero utilizzati dagli USA come informatori. Tra i paesi con diffuse radici naziste c’è l’Ucraina soprattutto nella galizia .Nel 1929 Stepan Bandera fondatore dell’Organizzazione ucraina nazionalista propagandava la purezza della razza ucraina, l’antisemitismo, l’odio antipolacco e antirusso. Nel 1941 gli ucraini aprirono le porte alle truppe di Hitler e crearono con 80 mila uomini le divisioni ucraine naziste. A Babi Yar furono sterminati 33771 ebrei e 77 mila i polacchi uccisi con l’aiuto dell’estremista nazionalista Mikola Lebed .Che fu portato negli USA e qui visse protetto dalla Cia fino al 1949 quando morì. Bandera invece nel dopoguerra si rifugiò a Monaco, ma nel 1959 fu ucciso dal KGB. Questo personaggio, fu riabilitato e dichiarato eroe nazionale nel 2004 con decreto del presidente Viktor Yuschenko a capo di un governo sostenuto da ultras come Viktor Yanukuyuch , Vitali Klitschenko e la pasionaria Julia Timoschenko. Un governo fortemente voluto dagli USA. In quell’occasione furono riesumati i resti di decine di criminali nazisti per essere nuovamente tumulati nelle cerimonie funebri, dove ucraini in divisa delle SS , sparavano a salve e lanciavano slogan. Come documentato da Casa del sole tv. Ma non solo. La moglie di Yuschenko, Caterina alto funzionario del Dipartimento di stato americano, è stata un’attivista di destra . In alcune sue foto da ragazza indossa una divisa e fa il saluto romano in un documentario trasmesso dalla tv sopracitata. I gruppi di estrema destra vanno per le spicce anche in Ucraina : un report dell’Onu del 20 novembre 2014 accerta violazioni di diritti umani verso i russofoni , 4317 uccisi e 9921 i feriti nell’ucraina orientale . Tutto ciò sembra essere stato ignorato per anni dagli USA dalla UE.
Un mondo Americanocentrico?
L’odio antirusso della destra ucraina serve agli USA: gli americani da tempo perseguono l’obiettivo di essere l’unico paese egemone nel mondo. E per questo bisogna :” distruggere la federazione russa”, dice davanti a una numerosa platea il politologo Jeff Friedman a un convegno del The global Chicago affairs council del 2004. Non è una novità. La Russia- come la Cina- non è subalterno a nessuno e per questo va “contenuta”. Così come chiaramente scritto nel documento Rebuilding America’s defense : piegare la Russia costringendola a sostenere ingenti spese militari e subire le sanzioni economiche. Un obiettivo antico, già indicato decenni prima dal politologo Brzezinsky nel suo The grandchessboard, la grande scacchiera, dove ritiene utile creare un “cordone sanitario” intorno alla Russia e circondarla da paesi Nato. E qui si vede che quello Nato non è solo è un patto difensivo. E’ soprattutto una fabbrica di guerra . Una catena , una rete commerciale per la vendita di armi dell’apparato industriale-militare americano, soprattutto agli aderenti. Le armi sempre più sofisticate pesano sui bilanci e indebitano i paesi “alleati”. Ma non solo. Serve a vendere “sicurezza” verso i nemici e quando questi non ci sono, si creano alla bisogna. L’obiettivo è quello di avere basi militari in ogni paese aderente . Basi autonome rispetto alla sovranità e giurisdizione dei paesi ospitanti. Noi per esempio, abbiamo 120 basi da mantenere – escluse quelle segrete- con circa 13 mila soldati sparsi nella penisola secondo i dati della rivista di geopolitica Limes. Le basi militari sono un evidente presidio politico di stampo imperialistico. Quando nel 1989 cadde il muro di Berlino e si sciolse di fatto il patto di Varsavia la Germania federale pensava all’unità con la DDR. Un articolo del Der Spiegel del 1 febbraio 1990 riportò l’esito di un incontro tra il ministro degli esteri tedesco Genscher e il suo omologo americano Baker: convennero che la Nato non si sarebbe espansa ad est. Addirittura il presidente francese Mitterrand pensava a uno smantellamento della Nato, così come il segretario della stessa Worner Anche le rassicurazioni di Bush a Gorbacev si rivelarono aria fritta e intanto la catena Nato continuava ad avanzare realizzando quel “cordone sanitario” verso i confini russi. Già nel 2007 il presidente russo Putin alla Conferenza mondiale sulla sicurezza chiese agli USA e all’UE perché furono violati i patti orali e la necessità di circondare la Russia. Venne ignorato. Nel 1962 furono i russi a installate basi e missili a Cuba a poche decine di chilometri dalle coste della Florida e gli USA di Kennedy, minacciarono l’intervento nucleare. Oggi l’Ucraina da paese neutrale appare il cavallo di Troia in Russia degli interessi americani e sicuramente non europei e italiani in particolare. Nel 2014 un colpo di stato chiamata operazione Tech camp, modifica l’assetto del paese- con una forte componente russofona -per portarlo fuori dalla neutralità ed entrare nella Nato. Dal 2019 gli USA hanno puntato su un attore che recita la sua parte in una tragedia diventata mondiale.