“Il Nulla”

Linda Monte scrive dopo la seduta straordinaria del Consiglio Comunale, sulla riapertura del castello fortezza.

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E dunque dopo la strepitosa seduta straordinaria del Consiglio Comunale, durante la quale all’unanimità si è deliberato sulla riapertura del castello fortezza ed a distanza di venti giorni non è successo nulla.
Tranne le intollerabili affermazioni in totale leggerezza e non dal solito passante – questo ho udito e letto: i siti non si possono fruire perché manca il personale e poi difficile la gestione e da altre autorevolezze dire, sono forse io il custode le bene? Dunque una città senza prospettive, malgrado e da parte di chi rappresenterebbe il cambiamento, ha tutti i numeri per una inversione di rotta. Val la pena riassumere e senza togliere nulla a nessuno, quel che un sia pure sparuto gruppo di associazioni e singoli cittadini (me compresa), ha cercato di dire e fare rispetto alla realizzazione del programma Antica Kroton, il quale sembra essere stato inghiottito da non pochi ingordi e più recentemente le sollecitazioni per la riapertura del castello. Oltre i numerosi sit in in quel luogo, si è armata una postazione nel luogo più caro almeno agli antichi crotonesi, per parlare con i passanti e raccogliere firme per la riapertura del “luogo del cuore”, dei ricordi. Siamo stati presenti per venti giorni, con la formidabile collaborazione di chi nel mercato ci lavora, dando vita ad una piccola e odorosa comunità. Il banchetto del pesce di Pietro Ragno insieme al tazebao ed i fogli firma e poi il buon Ali e tanto altro. Tante le parlatine, i racconti di chi ha vissuto e vive la città per come è, non chiedono molto solo vedere aperto il castello. Devo dire che alcuni passaggi di queste conversazioni sarebbero da raccontare, perché coinvolgenti ed emozionanti. Così si sono raggiunte mille firme, sono arrivati tutti, compresi alcuni consiglieri comunali dei due schieramenti, presidenti di commissioni consiliari. Si è preferito chiudere con questo numero la raccolta, continuata dal gruppo Fratelli d’Italia, tramite due splendide donne –Teresa Cardace e Simona Ferraina – da me appellate “Sorelle d’Italia”. Sono state con il loro gazebo sul lungomare e poi in alcuni comuni della provincia, raggiungendo la quota di oltre mille adesioni. I fogli sono stati consegnati alla sottoscritta, avendo molto rispetto  per chi, anche insieme a me, ha promosso il tutto. Davvero grazie ed i beni culturali non hanno colore. Tuttavia e con tutto il rumoreggiare, di chi straparla di attacco al palazzo, da questo, come da altri luoghi istituzionali, non arriva che il nulla.

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