Antica Kroton: fusse ca fusse la vorta bbona?!

Il Dirigente Senatore in Commissione: “La documentazione per indire i bandi di gara (per euro 29.636.820,38) è pronta, si attende solo la Ragioneria per l'impegno di spesa" (e noi ci aggiungiamo, eh ti pare poco)

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    di Procolo Guida

    Tutto (e non molto di buono) si può dire di questo Consiglio Comunale e delle sue Commissioni, tranne che non si siano occupati e domandati di Antica Kroton. La sola Commissione Cultura, ieri, ad esempio, era certamente almeno alla 20esima convocazione ed in specifico, almeno alla quinta o sesta convocazione del Dirigente preposto meno di un anno fa, il dottor Antonio Senatore che ieri ha quasi iniziato col botto: “La documentazione per indire i bandi di gara (per euro 29.636.820,38) è pronta, si attende solo la Ragioneria per l’impegno di spesa” (e noi ci aggiungiamo, eh ti pare poco?). Ma prima di approfondire, vogliamo appuntarci, assieme a voi, quest’altra che ha seguito di lì a poco: “Con gli atti formalmente definiti proprio fra ieri ed oggi abbiamo messo in sicurezza il progetto chiunque dovesse occuparsene da domani in poi”. Nessuno gli ha chiesto o si è chiesto cosa significasse questa frase perché molti “erano eccitati” dalla notizia data appunto in incipit. Diciamo molti perché nonostante il Dirigente avesse specificato con una certa soddisfazione che la procedura attuata con centrale di committenza Invitalia è stata studiata e dunque risulta una vera e propria innovazione con l’utilizzo di 3 DIP (Documenti di Indirizzo alla Progettazione) si riescono a mettere a bando interventi per quasi 30 milioni di euro evitando la lunga trafila di preliminari, definitivi ed esecutivi perché l’Accordo Quadro permetterà di progettare ed assegnare lavori e collaudi in un’unica procedura che tiene sempre conto di leggi e procedure d’appalto ed in specifico l’art. 23, comma 5 del D.Lgs n. 50/2016 coordinato con il D.Lgs n. 56/2017. In sostanza si riescono a reperire progettisti ed esecutori di 10 azioni specifiche di tre macro interventi in una unica cabina di regia che riesce a salvaguardare una visione (anzi è proprio il caso di dire assicuri nonostante tutto, aggiungiamo sempre noi)  ed una esecutività certamente celere, oltre che, si spera, efficace ed efficiente. Prima di tornare alla frase che a nostro avviso era meno sibillina di quanto si possa pensare, c’è da dire che il Presidente Meo non ha fatto mancare domande e più di qualche perplessità e non solo sulla sciagurata rimodulazione: “ma chi conosce davvero le insidie che si nascondono dietro questo tipo di procedura? L’amministrazione si è lavata le mani con la sua nomina dottore –ha chiosato l’avvocato Fabrizio Meo- lei ora voltando di fatto le spalle all’intero territorio, ed ai sogni che vedevano imprese, progettisti, professionisti e maestranze locali, che sono da anni a rincorrere un opportunità di crescita e sviluppo. Il Presidente della Commissione ha concluso dunque: “ci parla infatti di questo accordo quadro (gestito da Invitalia) ma che di fatto esclude totalmente l’ente dalla gestione ed assegnazione dei bandi e che ci toccherà raccontare, a noi consiglieri, che la forza produttiva e creativa dovrà restare ancora una volta a guardare come da fuori, verranno in città a far business grazie al sorriso ed all’ inezia di un sindaco che non ha voluto ascoltare, ad esempio, come hanno fatto a Matera, creando una Fondazione che ha portato know how da fuori ma al servizio del territorio che non è rimasto fuori da nessun processo. Insomma per quale ragione non si sia optato, ad esempio per la creazione di una fondazione che avrebbe consentito di preservare il local content e quindi consentito che le procedure fossero interamente gestite in loco”. Al netto delle oramai quasi inevitabili scaramucce createsi con la Consigliera Liguori che, non volendo nemmeno ascoltare la “parabola” del Dirigente, era desiderosa di portare a cassa il risultato da sbandierare ancor prima che si possa addirittura bancare. Il Dottore Senatore ha comunque chiarito che la procedura in essere mette tutti gli Operatori economici “anche quelli locali” nelle stesse situazioni per come previsto dalle norme di legge. Per ciò che riguarda l’esperienza di Matera la situazione era diversa, in quanto gli Enti preposti hanno perseguito, è innegabile, un indirizzo diverso istituendo una Struttura (Fondazione) che ha sviluppato direttamente le progettazioni, costituendo un pool di progettesti ed esperti interni; e facendo anche da stazione appaltante. Copiare tale esperienza sarebbe stata molto onerosa e di certo non possibile attraverso le risorse di Antica Kroton, “ma il territorio si può e si deve organizzare competendo alla pari e potendo utilizzare tutti gli strumenti che le leggi sugli appalti offrono; noi metteremo anche a disposizione bandi specifici, dentro questo accordo quadro, che assicurano a tutte le migliori risorse del paese di potersi esprimere, ovviamente –ha chiosato Senatore- anche a quelle di questo territorio.” Alle domande che si sono aggiunte dei Consiglieri Fiorino ma soprattutto Fabio Manica e Dalila Venneri il Dirigente ha aggiunto ancora più specificatamente sugli interventi: che è stato necessario tralasciare per via della impossibilità di “investire” sugli espropri (grazie alla fantasmagorica rimodulazione ndr) Senatore ha precisato che nell’area Gravina non si scaverà più nell’area di proprietà del privato ma in un’area attigua di proprietà pubblica. Teniamo conto che l’area privata si estende per 8.000 metri ed al di sotto della stessa è stata individuata la presenza di un corpo di fabbrica residenziale di età Magno Greca e che quindi Meo non è riuscito a fare a meno di evidenziare che rinunziando a scavarvi, e scavando nell’area limitrofa, “è come se si rinunziasse a scavare la casa e si ripiegasse sul giardino“.

    fabrizio meo

    Poi la stessa Commissione è proseguita con tutta una serie di botta e risposta: a partire dal tracciato (che non sarà più sfruttato) al fine di congiungere l’area Ariston con l’area settentrionale (che è stata eliminata da ogni intervento e si ridurrà ad un cerchio che ricomprenderà le tre rotonde) con una striscia di circa dieci metri sarà coperta da una pavimentazione luminosa; per proseguire con la collocazione di pezzi archeologici, così come sempre in corso di IV Commissione era stato consigliato dalle associazioni, in una prospettica di museo diffuso, piuttosto che di copie assicurate da Senatore (che comunque si farà certamente latore che Crotone non sia da meno, ad esempio, di  Verona che ha scavi archeologici in pieno centro in mezzo ad una delle strade più trafficate che porta direttamente a Piazza Bra). E’ indubbio insomma, e se ne sono accorti tutti, che il dottor Antonio Senatore “ce la capisce” e la sa pure impacchettare! Abbiamo pure compreso che, sempre che si riesca a pubblicare e rendere operativo il bilancio (e da questi qua ci si può attendere tutto), dovrebbe anche riuscire ad andare a meta entro l’anno e far vedere i primi cantieri operativi a Giugno 2023, così come aveva assicurato (anche se prima di comprendere a pieno i danni fatti da questa maledetta, stupida e perniciosa rimodulazione). Anche fra i geni della Giunta si sono resi conto che lo strumento dell’Accordo Quadro si può copiare (e speriamo abbiano imparato che non tutto è replicabile e soprattutto sono necessarie competenze e relazioni). Tutti si augurano dunque che questa “luce” assicuri almeno la spesa del capitale e che, soprattutto, obblighi Regione e Ministero a fare di conseguenza con le porzioni di loro competenza (che riguardano, è bene rammentarlo, comunque il 50% circa dell’importo complessivo e, soprattutto, parti rilevanti dal punto di vista storico archeologico). Ma per tornare alla frase non troppo sibillina di Senatore con cui abbiamo iniziato ed in specifico al “chiunque dovesse occuparsene da domani in poi” non è che dobbiamo preoccuparci anche del piuttosto, piuttosto che niente? Per comprenderci dritti dritti: la rimodulazione ha fortemente rischiato di far saltare tutto (e la sola vicenda degli espropri a contagocce che è puro frutto della presunzione dei ciucci che erano genialmente convinti di pararsi il deretano, “sporzionando” le responsabilità intervento per intervento, ne è la dimostrazione più lampante); il dottore Senatore si è dovuto barcamenare con le sole proprie risorse per cercare di andare a meta nonostante (ed addirittura) fuoco amico incombesse dal primo istante; ora gli vogliono pure copiare un “sistema” perché non sanno nemmeno come fare a spendere quel poco che raccolgono, rischiando (noi come collettività ovviamente) che se dovessero pure riuscirvi (???), anche altre risorse vengano più facilmente “sfruttate” da meccanismi più accessibili ai grandi gruppi ed aziende, piuttosto che da un sistema produttivo locale che paga anche l’assoluta inadeguatezza dei corpi intermedi che non a caso subiscono (tutti) e si adeguano (molti) al “bossismo” ed al “vocianesimo”. Ora almeno qualche risorsa ed ascolto in più glielo date a Senatore? Dove sono e che hanno preparato gli assessori Via, Bossi e Bruni per implementare il progetto? Per chiedere ed ottenere soldi per il resto, per ciò che hanno colpevolmente escluso per puro “chiurito” della Corrado? E per il PSC, oppure per interloquire con l’Autorità Portuale e quella demaniale? Non per copiare procedure e dovere addirittura attendere che si “potesse” avere i numeri per votare il bilancio. Insomma, se una Amministrazione Comunale non è nemmeno in grado di mettere a cassa ed a sistema un metodo ed una risorsa che “spicca” per intraprendenza e capacità, al punto tale dal “preannunziare” una imminente “uscita” di scena, allora ci dite che film dobbiamo attendere perché si arrivi, finalmente, ai titoli di coda? Si perché francamente non se ne può più del piuttosto, piuttosto che niente; dei eh vabbè, almeno spendiamo i soldi; dei eh quelli di prima? e pure dei fusse ca fusse la vorta bbona! Speriamo che sia la volta buona per liberarci degli adempimenti formali e della decadenza di questi qua. Nino Manfredi, che Dio abbia in gloria Saturnino nostro, fu sentimento e folclore della Roma popolare. Come se un personaggio di Trilussa, o del Belli, ma autentico e reale, venisse a spiegarci chi eravamo, senza provare alcuna vergogna; anzi, a prendere il meglio di quella tradizione popolare, tanto che fu, poi, il primo Rugantino della Storia, ma nel dicembre del 1962! Oggi non fa ridere nessuno che “questi qua” debbono avere la fortuna di trovarsi un Senatore per non fare la figura dei mentecatti con scarpe rotte e cervello arrovellato solo alla furbizia, alla propaganda spicciola e sempre declinata al futuro; al “basta ‘a salute e un par de scarpe nove, Poi girà tutto er monno, E m’a accompagno da me..”. Era appunto il ritornello della serenata del barista che Nino Manfredi resa celebre e che aggiungeva: ‘È robba der paese suo, che si può cantare pure senza voce‘. Già senza Voce, senza PSC; senza visione e senza un futuro degno di un 2022, meridionale e pure crotonese, ma almeno del 2000 (caspita!).

    fusse ca fusse
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