E’ noto a tutti …tranne che alla Giunta Voce!

Altri dati e ritardi strutturali sciorinati da OpenPolis che ci dicono quanto sia forte il rischio di continuare a vedere bloccati anche i progetti già approvati del PNRR. Altro che annunci!

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    OpenPolis, già nell’incipit di questo articolo che alleghiamo sempre con paicere, sostiene qualcosa che a noi, da Crotone, sembra, invece, una novità (almeno per Sindaco Voce ed Assessore Bossi): “Come noto, al nostro paese sono stati assegnati oltre 190 miliardi. Questi investimenti devono essere portati a compimento rispettando un rigido cronoprogramma che prevede una serie di traguardi intermedi da raggiungere e la conclusione di tutti gli interventi entro il 2026…” Ecco pare noto a tutti che moltissimo deve ancora essere fatto dal Governo, figuriamoci da un Comune che stenta a poter “presentare” uno straccio di alternativa operativa, riconoscibile e riconosciuta alla presto accantonata “Crotone Sviluppo” (liquidata con ombre procedurali da Scandale&C) e con una serie di annunci di buone intenzioni e finanziamenti ottenuti (a partire dall’unico CIS sulla vecchia piscina che nemmeno ancora conosciamo nemmeno sulla carta approvata). Ma se questo articolo può e deve servire a comprenedere come posizionarsi rispetto a quelle riforme normative (OpenPolis ne traccia 63), sarebbe necessario (ed urgente) cercare di comprendere come prepararsi a sbloccare immediatamente il gap determinato dalla mancanza di quei decreti attuativi che ad oggi bloccano l’erogazione di risorse già stanziate. Noi ci rifiutiamo di rassegnarci che tutto ciò possa essere una chimera! Avanti Provincia, Regione e tutti i loro rappresentanti così impegnati in campagna elettorale: costituite subito un tavolo tecnico che obblighi Voce, Cretella, Bossi, Scandale e Bruni a costruire una squadra che, con medesimi, anzi più complicati, scenari politici, a Catanzaro, Cosenza e pure Reggio Calabria, lavora già da tempo portando risultati concreti; altro che percorso di riforma e di normalizzazione delle procedure amministrative dell’ente, caro vice sindaco Cretella (ma ci torneremo su questo più che specificatamente). Qui di sotto sintesi dell’articolo linkato con quello originale che, a sua volta, collega tutta una serie di approfondimenti davvero esiziali, per il raggiungimento di fasi operative e non di meri annunci di soldi che rischiano seriamente di non essere mai spesi… …tanto ci sarà sempre disponibile la politica dello scarica barile!

    Come buona parte delle misure legislative, anche quelle legate al Pnrr richiedono una quota di atti di secondo livello per essere implementate. Le dimissioni del governo però potrebbero comportare rallentamenti anche da questo punto di vista. (Lo scorso 21 luglio il presidente del consiglio Mario Draghi ha deciso di rassegnare le sue dimissioni definitive dopo che una parte delle forze politiche che lo sostenevano ha deciso di non rinnovargli la fiducia. Questo passaggio, unito allo stop ai lavori per la pausa estiva, ha comportato inevitabilmente un rallentamento nell’attività dell’esecutivo. Leggi anche Cosa significa disbrigo degli affari correnti. Nonostante il governo sia rimasto in carica per il disbrigo degli affari correnti infatti, il suo margine di intervento risulta limitato non avendo più una piena legittimazione politica. Ad esempio, palazzo Chigi ha escluso la possibilità di varare interventi contro l’aumento del costo dell’energia che comportino uno scostamento di bilancio. Lasciando quindi la responsabilità di questa decisione sulle spalle del prossimo governo. Molte questioni rimaste insolute quindi dovranno essere affrontate dalla maggioranza che uscirà dalle urne il prossimo 25 settembre. Inclusa quella dell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Da questo punto di vista, un elemento passato un po’ in sordina sui media ma da non sottovalutare riguarda la pubblicazione dei decreti attuativi. Quelle norme di secondo livello cioè che contengono le indicazioni operative di dettaglio indispensabili per dare concreta applicazione alle riforme previste dal piano. 54 su 153 i decreti attuativi legati alle misure legislative del Pnrr che ancora non sono stati pubblicati. Alla data del 26 agosto, erano circa un terzo le attuazioni che ancora mancavano all’appello. In un momento di transizione come questo, è di fondamentale importanza tenere sotto controllo anche questo aspetto. Come abbiamo raccontato infatti, in passato i soggetti coinvolti in questa attività (principalmente i ministeri) non sono stati particolarmente solerti nella pubblicazione delle attuazioni. Il Pnrr però prevede delle scadenze molto stringenti che non possono essere mancate se non si vuole rischiare di perdere le risorse assegnate al nostro paese.

    Il Pnrr e le riforme normative

    Come noto, al nostro paese sono stati assegnati oltre 190 miliardi. Questi investimenti devono essere portati a compimento rispettando un rigido cronoprogramma che prevede una serie di traguardi intermedi da raggiungere e la conclusione di tutti gli interventi entro il 2026. Accanto agli investimenti però, l’Italia è chiamata a portare a conclusione anche una serie di riforme normative (63 in totale) pensate per modernizzare e rendere più equo ed efficiente il sistema-paese. Alcune di queste misure sono già state portate a compimento, alcune sono in via di completamento, altre invece devono ancora essere avviate. Le riforme del Pnrr sono propedeutiche al completamento degli investimenti. Le riforme che ancora devono vedere la luce saranno oggetto di un futuro approfondimento. In questo caso invece ci concentriamo sull’analisi di quegli atti legislativi che sono già stati pubblicati per dare attuazione al Pnrr. Nell’analizzare questo dato è importante tenere presente che una serie di norme si sono rese necessarie per creare un’organizzazione ad hoc per la gestione del piano. Va in questa direzione ad esempio il Decreto legge 77/2021 che introduce una serie di semplificazioni volte a velocizzare le procedure oltre che delineare la governance. A questo tipo di atti si aggiungono poi le riforme vere e proprie previste nel piano, come la riforma dei processi civile e penale e quella del pubblico impiego. In questo quadro poi si sono inseriti anche degli ulteriori decreti legge, inizialmente non previsti ma resisi necessari per velocizzare le procedure e rispettare il cronoprogramma. È il caso dei Dl 152/2021 e 36/2022. Leggi anche Come funziona la governance del Pnrr. Alla luce di questa considerazione, anche in base alle informazioni fornite dal centro servizi della camera, possiamo osservare che sono 17 gli atti aventi forza di legge emanati finora. Il decreto legge è stato lo strumento normativo utilizzato di più (9). Seguono le leggi delega (4) e quelle ordinarie (3, di cui due sono le leggi di bilancio per il 2021 e il 2022). Emanati già 9 decreti legge per attuare il Pnrr. Gli atti aventi forza di legge impiegati finora per dare attuazione al Pnrr

    Il Pnrr e il tema dei decreti attuativi mancanti

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