Lentini: “E pur, nulla si muove”

“Osare l’inosabile” ed “essere speranza (spes) piuttosto che avere speranza (spem)”.

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Nei mesi scorsi il ministro per il Sud, Mara Carfagna, e il sottosegretario per il Sud, Dalia Nesci, hanno mostrato e dichiarato, per quanto timidamente, un certo interesse e una certa attenzione per le bonifiche dei territori inquinati di Crotone e di Taranto, considerate, ed uso le loro parole, “una priorità assoluta per il governo”. Una priorità assoluta per le popolazioni crotonese e tarantina costrette, da anni, a vivere in territori degradati e fortemente inquinati, aggiungo io.
Da quei mesi è passato del tempo e, mio malgrado, sono costretto a constatare che quelle dichiarazioni e quegli intendimenti sono rimasti tali. Con le aree industriali dismesse, i cosiddetti vuoti urbani -per Crotone quasi 2500 ettari e per Taranto quasi 12.500 ettari- che sono lì a testimoniare, in maniera plastica, le inadempienze e le inadeguatezze di tutte le classi dirigenti che si sono succedute nel tempo.
Annoto, pur essendo una cosa relativamente semplice, che ad oggi, non sono stati ancora nominati i Commissari Straordinari per le bonifiche.
Nulla è stato fatto. Nonostante la presenza di risorse già stanziate.  E nonostante le possibilità, attraverso il PNRR, di poter intercettare altre risorse aggiuntive, anche per realizzare opere infrastrutturali ormi indispensabili per rilanciare le due città e i due territori.
Niente è stato fatto per le opere di ripristino ambientale. E niente è stato fatto per pensare e programmare la rigenerazione e il riutilizzo di quelle aree.
Tutto dimenticato. Come se le due città, per le loro regioni d’appartenenza, più che un’opportunità, fossero una palla al piede.   Non si parla più di transizione ecologica e rivoluzione verde per Crotone e Taranto. Non si parla più della necessità di riavviare e far rinascere le due gloriose città magnogreche e con loro l’intera fascia jonica della Riva Sud d’Europa.
Non si parla più di nulla e in compenso, nel frattempo, per restare a Crotone, l’Eni, senza colpo ferire e nel silenzio e nel disinteresse più assoluto, continua nel gioco che le è più congeniale. Temporeggiare. E tutto questo nel maldestro e odioso tentativo, ripetuto più volte negli ultimi trent’anni, di disconoscere financo gli impegni e gli accordi da loro liberamente sottoscritti. Non si parla più di nulla e in compenso, nel frattempo, alle nostre porte bussa forte il vento dell’autonomia differenziata e di una prossima ed imminente rimodulazione dei 22 miliardi delle percentuali del Fondo di Sviluppo e Coesione e delle risorse del PNRR già assegnate alle regioni meridionali. Un destino e un copione già scritto, in cui ci viene richiesto di svolgere solo il ruolo di comparse o di marionette. Ruolo al quale, e lo ribadisco ancora una volta, e con tutta la forza di cui sono capace, mi oppongo, e mi opporrò sempre, almeno sino a quando non m’abbondoneranno le forze, cominciando con il dire, anzi con il ripetere che va immediatamente nominato il Commissario Straordinario per la bonifica del SIN che nel caso di Crotone è fondamentale non solo per le attività della bonifica ma anche per utilizzare gli oltre 70 milioni , derivanti dalla sentenza numero 2536/2012 con cui Syndial è stata condannata dal Tribunale di Milano. Somme già depositate presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero della Transizione Ecologica che dovevano e dovranno servire a integrare e a rafforzare tutte le progettualità di rigenerazione del tessuto urbano crotonese. Un sistema urbano, del resto, ormai privo di una sua identità. E di un suo ruolo. Identità e ruolo che vanno ripensati e ricostruiti in maniera condivisa e senza fughe in avanti non più accettate e non più accettabili, da parte di nessuno. In gioco è il nostro futuro e il futuro delle generazioni a venire. Per questo, com’è nel mio abituale modo d’intendere la politica, avanzo una proposta operativa.  Costituire e istituire un tavolo per la bonifica e il riutilizzo delle aree SIN di Crotone. Tavolo aperto e permanente tra Ministero del Sud, MiTE , MiSE, Ministero della Salute, ISS , ISPRA, ARPACAL, Regione Calabria, Provincia di Crotone, Comune di Crotone e le organizzazioni datoriali e sindacali presenti sul territorio. Tavolo che dovrà mettere la parola fine, per sempre e per davvero, con modalità e tempi di esecuzione certi e definiti alla bonifica e che, soprattutto, dovrà ripensare e pianificare e progettare il riutilizzo di quelle aree che , e lo dico senza tergiversare e senza infingimenti , devono essere destinate ad attività retroportuali e, indirettamente, aeroportuali, incentrate sulla logistica, sulla nautica e sulla diportistica e ad attività di supporto alla nascita di un indispensabile distretto produttivo delle energie rinnovabili e dell’idrogeno verde anche al fine di controllare e mettere ordine al caotico “commercio” delle energie.
Non c’è più tempo da perdere. Né con i bizantinismi da parte dell’Eni. Né con i superficialismi e pressapochismi da parte di tutte le amministrazioni comunali succedutesi nel tempo. Ci vuole una strategia e una visione d’insieme, ancor meglio una visione strategica, in grado di legittimare e dare concretezza alle giuste aspettative dei crotonesi da molto, troppo tempo trascurate e disattese.
Giovanni Lentini

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