Crotone senza parlamentari per la prima volta nella storia repubblicana foto

Tutti i nomi eletti in Calabria, con Voce&C alla sola ricerca della maggioranza in Consiglio Comunale

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    Solo ieri sera i dati definitivi ed ufficiali; e, come previsto e prevedibile, per la prima volta nella storia repubblicana non c’è nessun crotonese che siederà sulle poltrone parlamentari, con l’aggravante di non averne nemmeno uno nell’Assemblea Regionale; e se di Nico Stumpo abbiamo già detto, pare che questo dato storico non interessi e, soprattutto, non abbia interessato nessuno dei partiti, e, cosa ancora più grave, non abbia interessato e non interessi al Sindaco ed il suo cerchio immaginifico. Solo analisi e ringraziamenti dei perdenti…(TUTTI), e nemmeno ufficiali… Non vi è infatti stato alcun approccio politico istituzionale anche solo per cercare di ovviare ad una emorragia di affluenza che era altrettanto prevedibile. Eppure, grazie all’interlocuzione plurima e certificabile a sinistra, almeno, si poteva favorire, se non pretendere, che si optasse per “raggruppare” i partitini e partitelli a lato del PD, verso un solo nome su cui “spendere” risorse che potevano e dovevano far convogliare un dissenso che “contenesse” in qualche modo il discredito assoluto su cui viaggia Enzo Voce e questa Giunta a soli due anni dal suo insediamento, già rimpastata una volta e pronta al suo secondo restyling. Invece si è preferito, scientemente, camminare assieme a Mario Megna e Sergio Torromino che nemmeno se fosse sceso in campo San Dionigi avrebbe potuto giocarsi una partita diversa da quella, altrettanto improbabile di un assessorato (di Sergio ovviamente) in Regione (e vabbè ma c’era e c’è da assicurare la maggioranza in Consiglio Comunale). Eppure a guardare il voto a Crotone città c’è da strabbuzzare gli occhi:

    elezioni 2022 dati ed eletti

    Ed in Regione? Sono 19 gli eletti in Calabria che da oggi accomoderanno in Parlamento. Sono 13 i deputati e 6 i senatori. Eppure, l’altrettanto previsto exploit del Movimento 5 Stelle ha prodotto solo l’elezione di un siciliano, con i collaterali risultati elettorali che pur vedendo il Partito Democratico arrancare, hanno, tra l’altro, visto precipitare(?) la Lega. Il testa a testa tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, con il partito della Meloni comunque avanti sia alla Camera che al Senato, si sapeva si sarebbe giocato fra Cosenza e Catanzaro; ma anche questo ha comportato numeri e sedie che erano già scritti. Alla Camera in quota Uninominale sono stati eletti a Cosenza Anna Laura Orrico (M5s), e proprio al “nostro” collegio Corigliano-Crotone, Domenico Furgiuele (Lega), mentre a Catanzaro Wanda Ferro (Fratelli d’Italia) si è vendicata internamente del flop alle comunali, mentre a Reggio Calabria Francesco Cannizzaro (Forza Italia) ha svolazzato come previsto, così come a Gioia-Vibo ha fatto anche Giovanni Arruzzolo (Forza Italia). Nel Plurinominale invece si è consumato il capolavoro: gli eletti sono Nico Stumpo (Pd), Giuseppe Mangialavori (Fi), Alfredo Antoniozzi (Fdi), Eugenia Roccella (Fdi), Enza Bruno Bossio (sempre del Pd e tenete a mente questo caso), Simona Loizzo (Lega), Riccardo Tucci (M5s). Così come tutto compreso al Senato all’Uninominale, dove nel collegio Senato Nord l’eletto è stato Ernesto Rapani (Fratelli d’Italia) ed a quello del Senato Sud, l’eletta è Clotilde Minasi (Lega). Per il Plurinominale sono andati a sedersi a Palazzo Madama, Nicola Irto (Pd), Mario Occhiuto (Fi), Fausto Orsomarso (Fdi), e Roberto Scarpinato (il siciliano del M5s). E se le sfide agli uninominali (sei al centrodestra e uno al M5s) non erano contendibili come nella stragrande maggioranza del paese, tanto che Anna Laura Orrico, parlamentare uscente del Movimento 5 stelle e già sottosegretaria alla Cultura nel governo Conte 2, ha sconfitto solo per un pugno di voti (600) il deputato uscente di Forza Italia Andrea Gentile, figlio dell’ex sottosegretario (e per sempre cinghiale) Antonio Gentile punito da parte del “suo” stesso centrodestra, poco o nulla da dire sull’en plein del centrodestra negli altri uninominali al Senato più blindati dell’accordo Meloni/Salvini che ha avuto vita facile ad annacquare la fortissima affermazione pentastellata: guarda il dato singolo di Regione:

    elezioni 2022 dati ed eletti

    Dentro prevedibilissime situazioni (tutte), esacerbate dall’altrettanto prevista astensione di massa, hanno infatti avuto gioco facile i voti controllati da decenni, compreso il dispetto ai Gentile, ed il solo apparente flop del risultato della Lega in Calabria. Il Carroccio, infatti, non arriva al 6% ma è una semplice replica sostanziale del dato del 2018, peggiorando di poco quello delle Regionali quando raggiunse l’8,33% (e soprattutto considerando come possa aver fatto Furgiuele, fuori dal “suo territorio” a far diventare questo 6/8% un 36% nell’uninominale…). E quei calcoli e giochi facili riguardavano l’unica incognita possibile: il resto dei resti alla Camera dei Deputati in quota plurinominale. I collegi calabresi, con questo pessimo (solo per gli elettori) metodo elettorale, garantiva un posto suppletivo alla regione con minor numero di elettori, ed a vantaggio delle minoranze. Lo sapeva bene Dorina Bianchi che ha accettato l’incredibile harakiri di +Europa che se avesse raggiunto il quorum avrebbe “rubato” il posto all’altra campionessa di rappresentanza consociativa Enza Bruno Bossio; con medesime probabilità sfumate a Verdi e Sinistra che non hanno raggiunto il quorum (che si sa doveva essere garantito anche a livello regionale per partecipare alle assegnazioni). Ebbene Enzo Voce&C non sono stati in grado e non hanno nemmeno provato a “chiedere” nemmeno ai compagnucci di Letta in Calabria di riservare una postazione nelle liste “secondarie” che pure potevano dare una mano decisiva a loro stesse. Poi, e solo dopo, si fa finta di piangere sulle affluenze che si ritorceranno, ancora più violente, alle prossime competizioni, comprese quelle comunali. In Calabria, infatti, ha votato il 50,74% degli aventi diritto rispetto al 63,81% del 2018 (in Italia, al 63,81% quando nel 2018 era andato a votare il 74,28%. Nella provincia di Catanzaro hanno votato il 51,84% degli aventi diritto (65,86% del 2018), in quella di Cosenza il 52,80% (65,86% del 2018), in quella di Reggio Calabria il 48,75% (59,71% del 2018), mentre in quella di Vibo Valentia il 50,71% (65% del 2018) ed a Crotone? Il dato della provincia di Crotone è al 45,96% (mentre era stato il 62,91% il dato del 2018) ed a Crotone città il dato è ancora più eloquente: è andato a votare il 48,58% della popolazione quando nel 2018 invece era andato a votare ben il 61,74% degli aventi diritto. E se i dati complessivi parlano di una Italia spaccata, e di una Calabria assolutamente centrale in questa frattura, a Crotone gli oltre 9000 voti di sfogo convogliati sui cinquestelle, urleranno ancora più vendetta verso Enzo Voce e tutti i suoi coloratissimi e variegatissimi epigoni del nulla; altro che seguire il voto dei percettori di reddito di cittadinanza che non hanno nemmeno trovato un nome crotonese da contrapporre al leghista Furgiuele nel collegio uninominale vinto solo per meno di 5000 voti di scarto. Capito Elisabetta Barbuto? E mi raccomando, a tutti gli altri, inventatevi altri modi per stuprare questo territorio, tanto, prima o poi, lo racconterete pure voi solo al vostro condominio…

    elezioni 2022 dati ed eletti
    elezioni 2022 dati ed eletti

    Menomale che Nico (Stumpo) c’è (e ci fa)

     

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