Alluvioni e il fiume Esaro

Il lavoro della 1^A Linguistico.

Il fiume Esaro di Crotone è un piccolo fiume della Calabria, lungo circa 20 km e con un bacino idrografico ampio circa 110 km2. Nasce dalle colline del comune di Cutro (KR) e sfocia a Crotone nel Mar Ionio. Secondo la leggenda, prende il nome da un giovane cacciatore morto nel tentativo di dare la caccia ad un cervo.

Era il 14 Ottobre del 1996 quando il fiume Esaro esondò per la prima volta, così come fu la prima volta che i cittadini crotonesi si trovavano ad assistere ad un disastro del genere. L’ evento causò 6 morti, alcuni feriti e gravi danni alla popolazione: numerosi prefabbricati industriali furono spazzati via dall’acqua e la zona commerciale e industriale della città risultò essere pesantemente devastata. Vennero colpite 358 imprese con danni di circa 126 miliardi di lire. L’acqua, in alcune strade del centro abitato, raggiunse perfino i quattro metri d’altezza e gli effetti dello straripamento furono molto gravi in alcuni quartieri, tra cui Gabelluccia e Gesù, quest’ultimo costruito a ridosso del fiume stesso.

Nonostante il ponte nuovo, l’allargamento del fiume e la cementificazione delle sue sponde, l’Esaro ha creato nuovamente problemi di allagamento alla città, precisamente nei giorni 21/22 Novembre 2020. Nelle settimane precedenti a scuola avevamo iniziato a parlare dell’alluvione che colpì Crotone nel 1996 attraverso un documentario (navigando il fiume Esaro) che ci ha raccontato dei problemi idrografici. L’ alluvione del ‘96, rappresenta il punto di partenza di questo documentario, per analizzare cosa in città sia stato fatto e cosa ancora si stia facendo, per evitare ciò che accadde all’ epoca, possa non ripetersi più. Non è un caso che l’argomento saltò fuori, visto che affacciandoci quotidianamente alla finestra della nostra classe l’immagine dell’Esaro ci si presenta davanti. Il nostro istituto, G.V. Gravina, infatti, sorge proprio a ridosso del fiume.

A distanza di pochi giorni, la città di Crotone si è ritrovata dopo 25 anni a rivivere una situazione simile. Le immagini che davano i telegiornali questa volta ci erano più familiari, le sentivamo più vicine a noi, soprattutto quelle del quartiere San Francesco, poiché abituati ad andare tutti i giorni per via della scuola. Per fortuna in quel periodo eravamo in didattica a distanza e non abbiamo vissuto alcun disagio. Abbiamo analizzato i motivi di quest’ultima alluvione, attraverso un documentario, nel quale è stata data voce alla Protezione Civile, della regione Calabria, al Sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, ai gruppi di protezione civile del crotonese (Prociv, Misericordia). Quello che è emerso è un concetto molto chiaro: gli interventi tecnici sul fiume Esaro vanno urgentemente completati. Ma non basta! È di fondamentale importanza che la cittadinanza, anche tramite questo lavoro fatto a scuola, non cancelli dalla nostra memoria quello che è successo nel ’96 e quello che si è ripetuto nel 2020, e ne faccia tesoro. Ciascuno di noi ha il dovere di informarsi e mettere in atto tutta una serie di buone pratiche necessarie ad auto-proteggersi in caso di futuri eventi alluvionali/sismici. Lo scopo è quello di rendere la Comunità più resistente e capace di affrontare meglio le sfide imposte dai cambiamenti climatici. Noi ad esempio, con la nostra scuola, abbiamo iniziato a conoscere il nostro territorio, e i luoghi più danneggiati dalle alluvioni, attraverso delle passeggiate di quartiere. Pensiamo spesso di conoscerlo, ma di fatto, quando ci rechiamo sui luoghi, ci rendiamo conto di non conoscerli bene così come pensiamo, di non conoscere la loro storia o le loro destinazioni.