Le rubriche di Crotone Informa - Geo Sfere

La caduta nel tempo di Pitagora e Alcmeone

E’ emersa l’ennesima TRACCIA tra le altre “TRACCE” di un mosaico che repelle l’odierno stile di vita, sabotato e castrato, posto sotto il giogo della discriminazione, dello sfruttamento, della deprivazione e della redditività ad ogni costo.

Appartieni anche tu a quella stirpe di occhialuti pedanti (come li appellava Nietzsche), sei anche tu cadente e tarlato tronco di verbosità inutili, anche tu coltivi il feticismo del rigore, delle valutazioni oggettive, della storicizzazione obbligatoria, sei anche tu un fanatico ossessivo dell’ortopedia delle pronunce? Se appartieni a questa genìa, anche tu, te lo devo dire con franchezza, sei troppo conciato per questo comunicato
(Caro insegnante, Paolo Mottana)

Ebbene si, La caduta nel tempo di Pitagora e Alcmeone, è stata una vera e propria Zona Temporaneamente Autonoma (TAZ) che, “senza preavviso”, ha indotto uno shock visivo del crotonese medio-cre, mirato al risveglio delle persone (prossime e distanti) e alla panspermia, si spera, di eventi simili.
Un esempio di Ipergesto che nel mondo educativo ha a che vedere con la messa concretamente in atto di utopie della vita quotidiana, di-mostrate, create, registrate e condivise, seppure temporaneamente. Non se ne pre-occupino i detrattori dell’integralismo stagnante delle “verbosità inutili”. La natura delle cose è transiente! Figuriamoci un murale. Si occupino di un po’ di fisica e geo-metria.

Nessuno che sia a digiuno di Geometria entri qui
(Platone)

E poiché la natura delle cose è relazionale, l’evento in via Pitagora ha contaminato i flussi delle merci, li ha rallentati, intralciati, ha occupato il loro spazio-tempo, li ha lasciati senz’acqua, ha conferito intensità alle “passanti”, ha materializzato all’anonimato virtualmente strillante della Faceboock community. Un vero e proprio “collasso quantico”.
E già qui caro lettore, se i concetti diventano a te troppo oscuri, potresti/vorresti abbandonare la letto-rottura… Sei ancora in tempo. Eri già stato allertato nell’incipit!
Oggi si legge che la storia dell’arte poteva essere fatta solo in un ambito circoscritto. Si è voluto invece dimostrare quello che poteva essere fatto e quello che ci si può aspettare dal futuro. In una cosa avevano ragione i futuristi, e cioè che le opere di pittura, e così pure i palazzi e le città museo e aggiungiamo i centri storici non significano nulla se confrontate con la forza creatrice primigenia di Gaia. L’Antropocene ci invita a Ri-pensare più in grande del singolo individuo, a immaginare le operazioni di un intero pianeta e i suoi cambiamenti su scale temporali più lunghe delle società umane. Un’occasione per riformulare l’educazione attraverso gli occhi del Big History Project, un programma che collega i processi e gli eventi storici a partire dal Big Bang (13,7 miliardi di anni fa) fino ad arrivare al presente, per poi spingersi nel futuro (Paesaggi futuri del-La città educante).
Cosa sarà mai di un seme di vernice sui 14 miliardi di storia del Cosmo. Capisco…non è facile fare una proporzione matematica.
Siamo parte di una lunga big history. Questo “battito” di fracasso è un semplice sternuto dell’universo. Il grande fiume, lungo il suo corso, ha depositato nuove opere d’arte: quelle realizzate, quelle messe su carta, persino quelle soltanto immaginate. Se ne facciano una ragione gli accalorati virtuali dell’unicità.
Carl Sagan suggerì: «le visioni che offriamo ai nostri figli danno forma al futuro. E’ importante capire quali siano queste visioni. Spesso diventano profezie che si autoavverano». I sogni sono mappe.
In ogni caso, presa la mira dritta al “Cervello” del “Polpo” crotonese, via Pitagora e Vico Alcmeone, ed è subito bang! Chissà mai che qualche “Occhialuto pedante” si ravveda dal “feticismo del rigore” e ritrovi la moltitudine degli dei per evitare che l’anima si ammali.
L’evento non ha impattato con le regole e le leggi ma è stato “insurrezionale, edonista, vitalista, controeducativo” (P. Mottana, L’ipergesto, disseminare utopia).
Insomma ha “urtato” la morale comune del benpensante
Preparate le videocamere e le macchine digitali è iniziato lo spettacolo. Il frammento di uno spazio altro, di un mondo altro, galleggiante e possibile, ha iniziato a manifestarsi sulla parete di via Pitagora. Come davanti ad uno specchio, ha iniziato a risplendere la dimensione del piacere, dello stare insieme condividendo, della solidarietà, di una nuova alleanza di quartiere: tra i generi e le generazioni, tra i sessi, tra l’uomo-l’opera-il lavoro.
E’ emersa l’ennesima TRACCIA tra le altre “TRACCE” di un mosaico che repelle l’odierno stile di vita, sabotato e castrato, posto sotto il giogo della discriminazione, dello sfruttamento, della deprivazione e della redditività ad ogni costo. Un UFO all’orizzonte dei baldanzosi untori sociali, uno sconosciuto frammento di nave galleggiante, dissemina “cantieri di umanità” all’opera, eterotopie di ricerca e propulsione, punti di formazione e di orientamento diffusi e itineranti. Che saranno mai!
Non poche le persone che, sostando in compagnia, hanno assistito, chiesto, apprezzato ed imparato, e noi da loro. La riserva delle azioni possibili è infinita, almeno quanto la creatività trasformatrice e visionaria, telo di materia oscura da svelare. L’uomo lo scopre quando si cala in sé stesso: in pieno deserto crea così uno dei punti dove può crescere un’oasi (OARYSTIS).
Si sente che nella vita manca qualcosa, ed ecco che un gran numero di persone sente l’urgenza di raccogliersi attorno, con alterna fortuna, dando man forte alla Terra, alla Chiesa ed alla communitas, alla koinonia. L’uomo contemporaneo, innominabile attuale, crede a ciò che legge sui giornali o sulla fb community, ma non a ciò che è scritto sugli astri, nelle rocce, nell’acqua, nel fuoco, nel kosmos (nel metaverso giovanile). La falla che si è aperta rimane tale e non mancano i tentativi di porvi rimedio con questo o quello strumento (incendi e braci ad esempio).

La memoria dell’acqua ed il kosmos della FATA educazione (Epistheme, Téchne, Areté)
La scienza ha abbandonato il territorio che le è proprio (il Fiume Esaro – Aisaros) per assumere la direzione di questa o quella conventicola (combriccola) di “mendicanti della verità”. Non ci stupiamo delle guerre e dei pestaggi. Accade la stessa cosa tra gruppi più ristretti di persone: le aule scolastiche, i direttivi, i rioni, le fazioni politiche, le camere da letto. La violenza è diffusa e radicata nella società della stanchezza. Spesso persino nelle medesime persone la scienza avanza guadagnando per poi perdere nuovamente terreno. E’ un po’ come la fede diciamocelo.
Dal momento che tale perdita si manifesta soprattutto come sofferenza, non c’è da stupirsi che se ne occupino in primo luogo i medici con metodi sottili di analisi del profondo e con le terapie relative. Senza scomodare Alcmeone, che di fatto pochi conoscono, proviamo a pensare che cosa accadrebbe se una scintilla, un soffio dell’enorme potere del divenire, venisse trasmessa a uomini che, anche se non propriamente nel deserto, vivono comunque una vita “miserabile” in una zona inaridita o giù di lì, ad esempio in una piccola ex città industriale (Crotone).

Alcmeone di Crotone – primus exsectionem aggredi est ausus
Questi uomini cominceranno a sentire che gli manca qualcosa. E’ la condizione necessaria perché comincino a cercare.
Tutto questo, senza paragrafare Antonio Gramsci, mal si concilia con l’indifferente; alla contro-educazione non è concessa l’indifferenza.

Antonio Giulio Cosentino