Archeologia: Infanzia del nostro territorio

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    Archeologo, laureato in Conservazione dei Beni Culturali.

    Ha scritto il saggio “Il Prestigio del Pitagorismo a Roma”. Ha partecipato a campagne di scavo, catalogazione e inventariazione del patrimonio archeologico in Calabria e nel Lazio. Relatore ed estensore di contributi storico-archeologici in convegni scientifici. Per crotoneinforma.it il dottor De Marco offrirà punti di vista sul nostro giacimento archeologico, storico e culturale.

     

    Vecchie foto, stropicciate, nelle sfumature dei toni del seppia, mi raccontano com’ero da piccino.

    Lo sguardo dei miei cari, riottoso alla camera che li immortalava, racconta altre vite, diverse da quelle di oggi.

    Altre priorità.

    Strade, edifici, interi luoghi, eternati in formato 24×36, oggi non sono più.

    Altri panorami.

    I ricordi della nostra infanzia sono mutevoli, tutti da riscoprire e da ricostruire lentamente, minuziosamente, e, nonostante questo, alcuni andranno perduti per sempre.

    La nostra Infanzia ha il sapore della nostalgia, l’affanno del mancato ritorno.

    L’infanzia ha il colore brillante e gioioso dell’arcobaleno, con la sua magia e la sua scienza.

    La mia infanzia è una fantasiosa nave, fatta di coloratissimi, eterogenei, mattoncini Lego, ed ogni oblò è uno spazio vuoto tra un mattoncino e l’altro… non smetterò mai di riempirli di nuovi panorami…

    L’Archeologia è l’infanzia dei nostri luoghi, l’infanzia di tutti noi.

    Una grande nave sulla cui tolda tutti navighiamo senza saperlo.

    Con essa, un tempo, siamo salpati alla ricerca di una destinazione che ancora oggi non conosciamo.

    L’archeologia è consapevolezza del nostro quotidiano, per questo motivo dobbiamo riappropriarcene.

    È assolutamente nostro!

    Oggi, dalle acque emergono desideri e speranze di uomini, infrante su antichi scogli.

    Oggi dalla terra affiorano rovine, …petrarizzi…, ci raccontano di come eravamo.

    Quotidianamente inciampiamo, senza accorgercene, nel nostro passato.

    Fin di primo mattino tentiamo di alzarci con il piede giusto per iniziare una buona giornata e non sappiamo che è un rito inaugurato dai nostri padri «…I pitagorici chiamavano buono ciò che sta a destra […] e cattivo ciò che sta a sinistra…» (P. 386, 20 (Heiberg) = Aristotele, fr. 200 (Rose) = Diels7 58 (45) B 30).

    Le rovine sul Lacinio, che le domeniche di maggio andiamo a visitare, vecchie zie pietrificate nella stasi della loro attesa, nel loro assoluto silenzio ci parlano e ci raccontano di quando erano giovani.

    Sta alla nostra volontà prestare attenzione.

    Come scrisse Salvatore Settis esse sono la «presenza del passato, il sedimentarsi delle età, l’innestarsi dell’oggi su una moltitudine di ieri»

    Riprendiamoci la nostra infanzia.

    Riconquistiamo ciò che è in nostro possesso.

    Non lasciamoci sfuggire questa occasione, facciamolo insieme, è un nostro inalienabile diritto.

    Se vorrete, inizieremo dal principio questo viaggio nella nostra infanzia.

    Francesco De Marco

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