Incontro al Liceo Pitagora con Massimo Bassano “Photography storyteller” Report a cura della studentessa Sara Montesanti foto

La lezione fotografica che Natural Geographic insegna appare sempre grandiosa e vasta agli occhi di chi la ammira

La lezione fotografica che Natural Geographic insegna appare sempre grandiosa e vasta agli occhi di chi la ammira: ce lo insegna, in questa giornata circoscritta tra le mura delle nostre case, Massimo Bassano, fotografo del National Geographic che di luce che filtra dalle finestre e non solo ne sa qualcosa. La sua presenza, le sue mani e la macchina fotografica sono soltanto il mezzo attraverso il quale ci racconta dei suoi viaggi, dello studio sulla materia prima e di quanto il linguaggio fotografico riporti una visione soggettiva di ciò che accade nella piccola infinità di cui facciamo parte e che spesso sfugge ai nostri occhi.

Nell’ambito delle attività di Educazione Civica del progetto “Italia-Europamondo” del Liceo Classico Pitagora di Crotone,le classi 3D, 4D e 5D, coordinate dalle Prof.sse G. Ripolo e M. F. Greco soltanto per un’ora che è trascorsa come se fossa composta da una manciata di minuti hanno avuto la possibilità di ammirare gli scatti di Massimo, in quegli stessi minuti come per osmosi siamo direttamente immersi nella copertina del Nat Geo, precisamente in una tazzina da cappuccino, e subito risentiamo delle effetto cardiotonico descritto diventando in qualche modo degli assaggiatori di caffè, che sia Torinese o estero. In questi termini, spiega Massimo – la bellezza dello storytelling fotografico consiste proprio nel raccontare esperienze che hanno come maestro un pittore che sceglie minuziosamente come comporre la sua opera e come allievo il fotografo che deve carpire, approfittare quell’istante che compone il momento per scattare.

Dote innata in un fotografo è la capacità di adattamento, questo Massimo lo sa bene dal momento che ha trascorso 12 settimane nella Certosa di Serra S.Bruno immerso nel silenzio totale. I momenti di comunicazione sono ridotti a dei “pizzini”, l’unico giorno in cui è possibile interloquire è la domenica per soli 45 minuti. Il paradosso è che a noi non basterebbe un’ora per chiedergli delle sue mille vite vissute, compresa quella in Antartide. Con una punta di malinconia Massimo rivela che le storie nel suo rullino sono storie di chi va e di chi resta, di amicizie lasciate in sospeso e di voli frettolosi, come quando l’ultimo giorno di permanenza ad Ischia il suo sole si è tinto di un romantico acquerello e Massimo è riuscito a raccontare la storia dello scrittore Lorenzo Carcatella nello scatto di due coppie d’innamorati. La parentesi fotografica si è chiusa con la promessa che ci rivedremo ancora, forse perché di storie non ne abbiamo mai abbastanza.