Distanziamento

"è anche guerra quando nessuno pensa agli altri", no al distanziamento dalla memoria!

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    …la parola (che può e deve diventare) arguta è:

    distanziaménto s. m. [der. di distanziare]. – L’atto, il fatto, il modo di distanziare o distanziarsi. (da enciclopedia Treccani) che approfondendo dice pure: distanziare v. tr. [der. di distanza] (io distànzio, ecc.). – 1. a. Sorpassare lasciando a distanza: aveva allungato il passodistanziando il gruppo di un centinaio di metri (o, come rifl., distanziandosi dal gruppo ecc.); in partic., nelle gare di velocità, arrivare al traguardo con notevole distacco sugli avversarî. Per estens., far retrocedere nella graduatoria o nell’ordine d’arrivo d’una gara un atleta o un cavallo per aver commesso delle irregolarità. b. fig. Superare in capacità, in fortuna, nel cammino dell’arte e, in genere, del successo, in modo da creare un notevole distacco fra sé e altre persone, spec. se concorrenti. 2. Collocare, disporre a una determinata distanza: piantare gli alberelli distanziandoli di un metro l’uno dall’altro. ◆ Part. pass. distanziato, anche come agg. (v. la voce).

    Ovviamente proposto a causa del nuovo imperatore in era covid-19: il distanziamento sociale, che è qui, ora, per rimanere molto più di qualche settimana o mese. Stravolgerà il nostro modo di vivere, in un certo senso per sempre: lo hanno annunciato anche i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology, una delle più prestigiose università statunitensi (MIT Technology Review, We’re not going back to normal, 17 marzo 2020). Essi citano il rapporto presentato dai ricercatori dell’Imperial College London, secondo cui il distanziamento sociale dovrebbe divenire una norma costante ed essere allentato o intensificato a seconda del numero di ricoverati per il virus nei reparti di terapia intensiva. Ma come ci difendiamo (o ci armiamo) dal (o contro) il distanziamento sociale dalla democrazia che era già in atto prima del coronavirus?

    Un ragazzo delle scuole medie, proprio lo scorso 25 aprile (prima festa della Liberazione chiusa a 75 anni dalla Resistenza) ha scritto su un commento ad un bellissimo video del Maestro Vincenzo Leto che ha voluto dare omaggio e consistenza alla festa per la libertà costituita del nostro paese: “è anche guerra quando nessuno pensa agli altri“. Grazie a Simone (il nome dello studente), possiamo avere qualche speranza che il significato dei vocaboli può diventare ARGUTO ed essere “riempito” di significanti e significativi emozioni, sempre prodromi di qualsiasi azione personale e, ci si augura, collettiva attraverso un no secco al distanziamento dalla memoria.

    Tutto visto che: “Dovrete imparare a fare con la parola arguta quello che non potete fare con la parola aperta; a muovervi in un mondo, che privilegia l’apparenza, con tutte le sveltezze dell’eloquenza, a esser tessitore di parole di seta.  Se gli strali trafiggono il corpo, le parole possono trapassare l’anima”. Umberto Eco

    Allora, noi per primi (e sia in senso temporale che per compito e responsabilità) abbiamo voluto inaugurare una rubrica che diventi monito (per noi stessi) e vocabolario, rubrica, fonte se possibile. Aiutateci, aiutiamoci ad essere arguti con la vita dei nostri figli, almeno con la loro, visto che con la nostra siamo stati finora così “analfabeti” (sia di andata che di ritorno)!

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