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Spider-man: No way home

Una pellicola che ci vuole raccontare cosa significhi essere Spider-Man.

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Una pellicola che ci vuole raccontare cosa significhi essere Spider-Man, da cui non si può fuggire delle proprie responsabilità e che le proprie azioni hanno sempre un prezzo da pagare a volte molto caro. Un film che vuole sia chiudere la trilogia dell’Homecoming per la regia di Jon Watts (Homecoming, 2017 e Far From Home, 2019)., da quando il personaggio è entrato nel MCU, ma anche essere un tributo alla cinematografia di questo personaggio.
Un film che vuole descrivere le diverse sfaccettate che costruiscono questo eroe, evidenziando la sua fragilità e voglia di sognare, data anche dalla giovane età del personaggio. Ci sono diverse scene di grande impatto emotivo oltre a quelle di pura azione dove vengono mostrate tutte le potenzialità di Spider-Man.
La trama si basa sulla ricerca da parte di Peter Parker di riacquisire anonimato dopo che Mysterio alla fine degli eventi di Spider-Man: Far from Home aveva rivelato la sua identità segreta e accusato di essere il suo omicida. Il nostro eroe chiede quindi al Doctor Strange di cancellare il ricordo di lui da tutti, visto che la rivelazione di tale segreto ha rovinato le vite della persona a cui lui tiene maggiormente, ma questa scelta ha un costo e può innescare problemi impensabili.
Dottor Strange assume il ruolo di mentore per Parker, in modo simile a quanto fatto da Tony Stark / Iron Man in Spider-Man: Homecoming e Nick Fury in Spider-Man: Far from Home.
Interessante una sequenza di “nolaniana” ispirazione per spiegare la natura del multiverso, che sarà uno dei tempi affrontato nelle prossime pellicole del MCU

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