PerècceZzioni di: Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Dove i raggi dell'immaginazione giocano, le morbide immagini della memoria sfocano.

di Maria Celeste Arcuri e Cassandra Gulotta

A pieno merito “Eternal Sunshine of the spotless mind” letteralmente: “Eterna letizia della mente candida“, rientra nella cerchia dei film con la peggiore traduzione del titolo nella storia del cinema. Questa pellicola di Michel Gondry fu infatti presentata in Italia con il titolo: “Se mi lasci ti cancello“. Nei panni dei protagonisti Joel Barish e Clementine Kruczynski, due grandi nomi del panorama cinematografico: Jim Carrey e Kate Winslet, affiancati da attori del calibro di Elijah Wood e Mark Ruffalo. Grazie al cast d’eccezione e alla struggente componente emotiva, questo film si è guadagnato il clamore del pubblico e una notevole quantità di nomination e premi.

Uno degli elementi più caratteristici di questa pellicola, riguarda: lo svolgimento delle vicende su molteplici linee temporali e in più dimensioni, scandite da elementi visivi come per esempio: la “tintura” dei capelli di Clementine, i paesaggi suggestivi e l’abbigliamento dei protagonisti. L’opera di Gondry si discosta completamente dai canoni e dagli schemi della tipica “Love – Story” e ci suggerisce svariati punti di riflessione, alcuni anche abbastanza scomodi, ad esempio: Quante volte sarebbe risultato più semplice rimuovere quella sensazione di vuoto che ci corrode fino al midollo, alla quale andiamo incontro quando una relazione volge inesorabilmente al suo termine, invece di affrontarla?

Per i nostri protagonisti sembra essere tutto più semplice, bastano un paio di compresse, una notte di sonno profondo e il giorno dopo l’oggetto delle proprie sofferenze non esiste più, ma questo sistema quali conseguenze comporta? Partendo dal presupposto che questa pratica non sia realmente attuabile, eliminare ogni singolo ricordo di qualcuno che ha fatto parte della nostra vita, comporterebbe l’abolizione di un frammento di noi stessi, infatti, persone e vicende, per quanto possano essere nefaste, plasmano irrimediabilmente il nostro modo di percepire e affrontare il mondo. Uno dei molteplici spunti di riflessione che la pellicola ci offre, riguarda l’estinzione di tutti i momenti felici, infatti, nei meandri della nostra mente, celati inizialmente dall’oblio dovuto a risentimenti e angosce, sono presenti ricordi lieti che seppur effimeri, hanno conferito valore ai nostri giorni, reminiscenze che a distanza di tempo lasciano in bocca un sapore agrodolce. Se dunque ciò che siamo è frutto delle nostre esperienze e del nostro modo di relazionarci con l’altro, fino a che punto si è disposti a sacrificare noi stessi pur di cancellare un’infelice parentesi della nostra vita? A questo interrogativo, non si può che rispondere in modo assolutamente soggettivo, così come lo è l’intera percezione della morale del film.

Nota:

Com’è felice il destino dell’incolpevole vestale! / Dimentica del mondo, dal mondo dimenticata. / Infinita letizia della mente candida! / Accettata ogni preghiera e rinunciato a ogni desiderio.

How happy is the blameless vestal’s lot! / The world forgetting, by the world forgot. / Eternal sunshine of the spotless mind! / Each pray’r accepted, and each wish resign’d.

Questa citazione, di Alexader Pope, è la traduzione italiana del verso di una poesia (Eloisa to Abelard) che ha ispirato il titolo di questa pellicola.

Questa rubrica vuole divulgare un gran lavoro svolto durante un Laboratorio di Critica Cinematografica all’interno del corso di laurea del DAMS, all’Università della Calabria. Attraverso flash, più che analisi, di film più o meno recenti, si vuole proporre una luce su un messaggio potenzialmente trasmesso. Ogni scheda è infatti analizzata non in maniera oggettiva ed ancora meno con un occhio tecnico: ciò che l’autrice propone è l’utilizzo di un sistema di pensiero soggettivo e dettato dall’interiorizzazione delle pellicole. Ogni film o cortometraggio, infatti, può far emergere sensazioni, emozioni e riflessioni diverse in base a chi o come lo si guarda e in quale periodo della propria vita. (“La nostra percezione del film, cambia a seconda dei momenti che un singolo soggetto può vivere, e, conseguenzialmente, cambia anche il significato che gli si attribuisce. Per questo la mia analisi potrà e vorrà sempre essere al centro di discussioni e confronti senza alcuna impronta assolutista.” Maria Celeste Arcuri)
Maria Celeste Arcuri è nata a Crotone nel 1997 e studia all’Università della Calabria Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo; Cassandra Gulotta è nata a Cetraro nel 1999 e vive a Fuscaldo; studia all’Università della Calabria Discipline delle Arti della Musica e dello Spettacolo.