PerècceZzioni di: How the Grinch stole Christmas

Il Natale non è un tempo né una stagione, ma uno stato d’animo.

di Maria Celeste Arcuri e Cassandra Gulotta

A Natale son tutti più buoni. È il prima e il dopo che mi preoccupa.
(Charles M. Schulz)

How the Grinch stole Christmas”, comunemente chiamato “il Grinch” (Trailer), nasce nel 1957 come racconto per bambini del Dr. Seuss, autore di numerosi successi come: “Il gatto col cappello”, “Il Lorax” e “Ortone e i piccoli Chi!”. Nel 2000 la storia fu riadattata per il grande schermo, sotto la direzione di Ron Howard, Il film ebbe un gran successo, tanto da aggiudicarsi il premio Oscar per il trucco nel 2001, divenendo fin da subito un classico cinematografico natalizio.  Il Grinch, egregiamente interpretato da Jim Carrey, è una creatura pelosa, solitaria e scontrosa che <<odia il Natale e i suoi festeggiamenti>>, al contrario di tutti gli altri Nonsochi convinti che <<il Natale, senza dubbio, è perfetto>>.

Durante i primi minuti della pellicola, lo spettatore si imbatte negli abitanti di Chinonsò, degli “esseri umanoidi” ossessionati da feste e ricorrenze, nella fattispecie, dal Natale (leggi anche The nightmare before christmas); i loro comportamenti, ostentano gioia e felicità ai limiti dello squilibrio mentale, tanto da sembrare oltre che nevrotici, quasi simili ad automi programmati per adempiere ogni genere di mansione alla perfezione. Questi personaggi non sono altro che una rappresentazione, portata all’ esasperazione, della realtà; infatti, nel periodo natalizio, ci ritroviamo ad assistere alla metamorfosi di persone che ambiscono a diventare la quint’essenza del Natale, dedicandosi alla maniacale cura di tutti i preparativi e cimentandosi in deleterie sessioni di shopping compulsivo. Tutta la città è dunque in fermento per i preparativi di Natale, tutti, tranne la piccola Cindy Chi Lou, interpretata da Taylor Momsen, una piccola “Chi” <<alla quale non è cresciuto neanche il naso>>. La bambina non è sicura che il significato della festa risieda unicamente nello scambiarsi i regali, negli abbondanti cenoni e stravaganti addobbi, si convince così che il “Natale per lei non ci sia più”. Cindy osserva attentamente il mondo con uno sguardo puro e innocente, che solo una bambina di sei anni può avere, ma allo stesso tempo ha una visione molto critica su ciò che le accade intorno. Non si limita alle apparenze e alle voci di corridoio, preferisce avere un’opinione propria sulle persone dopo aver conosciuto il loro passato. Infatti, la giovane Lou, dopo un incontro accidentale con il Grinch, comincia a pensare che in realtà egli non sia spietato e burbero come tutti dicono. Il protagonista <<Che di due taglie ha più piccolo il cuore>>, è fin dalla più tenera età vittima di prepotenze e derisioni a causa delle sue “singolari sembianze”, ciò ha conseguenzialmente scatenato in lui, sentimenti d’odio che celano un profondo senso di insicurezza e solitudine. Grazie alla sua caparbietà nell’approcciarsi al verdastro Nonsochì, alla fine la giovane riesce ad abbattere i muri di terrore e disprezzo eretti dal protagonista, così da far nascere tra i due personaggi un profondo legame di reciproca fiducia e sincera amicizia.

Un personaggio che non può assolutamente passare inosservato è “Max”, l’adorabile cagnolino del Grinch, il suo ruolo potrebbe ricordare in alcuni momenti una sorta di “grillo parlante”, infatti, nonostante la sua incondizionata fedeltà allo scapestrato padrone, quando nota che quest’ultimo sia in procinto di compiere una cattiva azione, anche se non sempre bene architettata, interviene, tentando di limitarne i danni. Ne abbiamo un palese esempio verso il termine della pellicola, quando il crescente desiderio di vendetta del Grinch, lo porterà a tentare di sottrarre agli abitanti di Chinonsò la festa tanto amata. Ma sarebbe di fatto possibile farsi “rubare” il Natale? Se si vive questa festività basandosi sulla quantità di doni posti sotto l’albero o il numero di portate servite in tavola, è probabile che davanti al primo imprevisto tutto possa essere compromesso, tuttavia, se si riesce a cogliere il vero significato della festa, e la si vive da un punto di vista prettamente spirituale, nessuno potrà mai privarcene, neanche la persona più “grinchosa” del mondo.