PerècceZzioni di: Una settimana da Dio

"La vita è un biscotto, ma se piove si scioglie"

Di Maria Celeste Arcuri:
Una settimana da Dio o “Bruce Almighty”, è una celebre commedia del 2003 diretta da Tom Shadyac. Tra gli interpreti principali troviamo alcuni grandi nomi del panorama cinematografico come Jim Carrey, Morgan Freeman e Jennifer Aniston. Il film riscosse molto successo, infatti fu registrato un incasso totale di 484.592.874 $, il quinto più alto del 2003.
Nonostante la pellicola sia stata accolta positivamente in quasi tutto il mondo, in alcuni paesi fu addirittura bandita perché considerata blasfema, infatti, la commedia non debuttò mai nelle sale cinematografiche Egiziane, mentre in Malaysia ne fu vietata la visione ai minori di 18 anni.

Più apprezzi e celebri la tua vita, più ci sono cose nella vita da celebrare.
(Oprah Winfrey)

La trama del capolavoro di Shadyac, è basata sul rapporto che si crea tra Bruce Nolan, un uomo frustrato e scontento, e Dio. L’uomo profondamente provato dall’apparente tono “mediocre” della sua vita, si ritroverà a dover vestire i panni del “Padre Eterno”, sperimentando così il “potere universale”. Il legame tra i due, si consolida nel preciso momento in cui Bruce incolpa Dio di tutti i suoi fallimenti. Non serve soffermarsi a pensare, per rendersi conto che questa scena non è poi così surreale, infatti, spesso si tende a incolpare una qualsiasi entità regolatrice del mondo, di tutte le ingiustizie e le difficoltà a cui andiamo incontro quotidianamente. Tuttavia, sarebbe più coerente, prendersi le proprie responsabilità e accettare una scomoda realtà, ossia che spesso sono le conseguenze delle nostre stesse azioni a farci da ostacolo, non un “Bambino dispettoso seduto su un formicaio con una lente che preferisce bruciarci le antenne e vederci contorcere”, né nessun’altro.
Una delle caratteristiche principali della pellicola, risiede nella serie di gag con riferimenti biblici, rielaborati in chiave comica, combinazione inusuale che si è rivelata una tattica assolutamente vincente, come per esempio nel caso del protagonista alle prese con la zuppa al pomodoro e il traffico in strada, assolutamente niente da invidiare a Mosè (LINK). Sebbene la pellicola sia stata concepita per divertire il pubblico, cela un numero non indifferente di messaggi che inevitabilmente portano lo spettatore a riflettere sul modo con cui si approccia alla vita. Troppo spesso, infatti, diamo per scontato tutto ciò che ci circonda, svalorizzandolo e rendendolo superficiale conseguenzialmente. Questo delirio di onnipotenza, diventa progressivamente deleterio, sia per noi stessi, sia per chi abbiamo attorno, di fatto, non fa altro che alimentare in noi un forte senso di frustrazione e di insoddisfazione perenne, mentre negli altri un grande senso di inadeguatezza. Vivendo dunque la propria quotidianità come se tutto ci fosse dovuto, oltre a nutrire a sproposito il nostro ego, renderemo sempre più impossibile cogliere ed apprezzare la bellezza nella semplicità delle cose.
Un punto interessante che viene affrontato, riguarda il concetto di “preghiera”. Il protagonista, infatti, viene assillato da voci che si sovrappongono e avanzano insistenti richieste, alcune anche molto ridicole. Si scoprirà successivamente che quelle avvertite da Bruce non sono altro che una parte delle preghiere che i cittadini di Buffalo rivolgono a Dio ogni giorno. Il fatto che tra le voci si distinguano chiaramente richieste riguardo ingenti somme di denaro e beni materiali, fa riflettere sul significato che attribuiamo alla religione, e sul fatto che per alcuni non ci sia grande differenza tra un’entità divina e un bancomat.
Quella che per il protagonista sembra inizialmente essere un’esistenza priva di stimoli, si rivelerà l’unica strada percorribile per raggiungere quel senso di soddisfazione e spensieratezza tanto agognato, perché in realtà siamo noi che decidiamo che valore dare alla nostra vita, e non abbiamo bisogno di aspettare un miracolo per essere felici: “Vuoi vedere un miracolo, figliolo? Sii il tuo miracolo” (LINK).