Sculco: “Sulla sanità ennesima offesa del Governo alla Calabria”

È necessario che il Governo faccia in fretta e non stia con le mani in mano, ma dia immediata soluzione all’assetto della nostra sanità, e si punti su una elevata, qualificata e riconosciuta professionalità, meglio se calabrese.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Al peggio non c’è mai fine, una frase che sembra calzare a pennello quando si deve fare riferimento agli atteggiamenti di Roma nei confronti della Calabria. Resto sbigottita nell’apprendere che il dottor Giuseppe Zuccatelli, ad oggi, non sia ancora entrato in carica come commissario straordinario alla Sanità della Calabria, in quanto il decreto di nomina non gli è stato ancora notificato. Siamo difronte alla paralisi della sanità nel momento massimo della crisi pandemica.
Per ovvie ragioni non si può essere d’accordo alla nomina di Zuccatelli, e sarebbe stato meglio che il “decreto Calabria” non fosse rinnovato e che le sorti della sanità fossero affidate alla Regione, anche perché il commissariamento in questi undici anni ha aggravato e non migliorato la situazione della sanità calabrese.

Ma se il Governo ha deciso di emettere il decreto Calabria non può, con tutta urgenza, coprire il vuoto di gestione che si è creato, visto che il sistema sanitario calabrese non può restare senza guida in questo preciso momento. Se il Governo dopo lo scandalo Cotticelli e il clamore sollevato dai convincimenti di Zuccatelli sull’utilità delle mascherine, non ci stia ripensando. È necessario che il Governo faccia in fretta e non stia con le mani in mano, ma dia immediata soluzione all’assetto della nostra sanità, e si punti su una elevata, qualificata e riconosciuta professionalità, meglio se calabrese. Rimane, però, il dato politico, che racconta l’ennesimo atto “romano” che persegue la strada di una politica oppressiva nei confronti della Calabria.

Dal Governo non abbiamo mai ricevuto una carezza ma sempre schiaffi e sferzate. Anche sull’individuazione della Calabria come “zona rossa”, appare chiaro ad occhio nudo che il Governo si è mosso più per soddisfare un’esigenza politica che non invece per rispondere a criteri oggettivi. È l’ennesima offesa a questo territorio, un’offesa insopportabile che genera indignazione.È chiaro che i problemi della Calabria, antichi e attuali, non nascono soltanto dalle ingerenze, continue e dannose, che provengono da Roma, ma sono frutto anche di responsabilità e colpe di noi calabresi che, in questi anni, non abbiamo saputo mettere in atto un serio e reale processo di innovazione e di cambiamento. Però non può piovere sempre sul bagnato. La Calabria da sola non può farcela, ha bisogno del sostegno del governo nazionale per poter avviare, finalmente, un nuovo corso in sinergia con le tante energie inquiete e non inquinate che nella nostra regione intendo e vogliono impegnarsi per un innovativo e qualificato processo di crescita e di sviluppo.