Esame di abilitazione incerto ma oneroso, i neo-dottori in Farmacia e CTF protestano sotto la pioggia

La richiesta dei laureati è quella di abolire l'esame di abilitazione, come già avvenuto per altri ordini professionali

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    Non vogliono essere trattati come «camici bianchi di serie B», come si legge su un cartello, i neo-dottori in Farmacia e CTF provenienti dall’Università di Catanzaro e di Cosenza, che con altri colleghi fuorisede rientrati per l’emergenza Covid-19 hanno sotto la pioggia manifestato le proprie rimostranze sull’isola pedonale di Corso Nicotera.

    Motivo della protesta l’esame abilitante, al momento un’incognita mancando indicazioni chiare da parte del ministero, che a fronte di una tassa che varia dai 400 ai 500 euro ora dovrebbe svolgersi in teleconferenza incorporando tutte le prove inizialmente previste nell’arco di una settimana.

    Un’impostazione tradizionale che ora cozza con la situazione di emergenza da Covid-19, e come nel comunicato stampa che annunciava il sit in lametino (scelto come centro calabrese nella giornata in cui in varie piazze di Italia si è scesi per protestare per lo stesso motivo) si lamenta che «l’esame di Stato, che formalmente abilita alla professione di Farmacista, è un rimasuglio folkloristico di un tempo in cui il tirocinio era svolto post lauream e quindi, era necessario, per verificare le competenze acquisite nel suddetto tirocinio. Oggi tale tirocinio viene svolto prima del raggiungimento della laurea, e contempla ben 900 ore di pratica presso una farmacia, con un esame di valutazione da 30 CFU, il tutto corredato da un “diario di tirocinio professionale” vidimato ed approvato dall’Ordine dei Farmacisti stesso. Chiedere, in tale momento storico, un contributo d’iscrizione all’esame di 400-500 euro è impensabile e sconsiderato, perché crea un’ineguaglianza incostituzionale tra i vari neolaureati».

    Si critica inoltre «la mancanza di chiarezza e completezza delle informazioni date dal Ministero. Ad oggi il Ministero ha specificato solo che l’esame verterà su un’unica prova orale condotta in videoconferenza, lasciando tutto il resto avvolto da un alone sfocato: le modalità, i criteri di valutazione, i contenuti dell’esame con i relativi programmi, i comportamenti che le commissioni dovranno assumere in talune eventualità (ad esempio interruzione della connessione internet da parte del candidato) sono ancora completamente indefinite, lasciate al caso, o peggio ancora, alla libera interpretazione della commissione esaminatrice stessa».

    Annualmente ogni università prevede 2 sessioni, con la prossima fissata ad ottobre, mentre la richiesta dei laureati è quella di abolire l’esame di abilitazione, come già avvenuto per altri ordini professionali, permettendo così da subito a forze nuove di inserirsi in ausilio dei farmacisti già in attività.

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