Navigando il fiume Esaro di Crotone

Un documentario per comprendere cosa è stato fatto e cosa ancora va ultimato in seguito all’alluvione del ‘96.

La pandemia che stiamo vivendo, ha bloccato o quantomeno limitato, numerose idee, soprattutto in ambito scolastico, dove, diversi docenti non hanno potuto avviare alcun progetto, con i propri studenti. Non hanno fatto eccezione gli eventi riguardanti l’informazione e la formazione, legati alla conoscenza e il rispetto del territorio.

esaro

Lo scorso anno, diversi studenti, sono stati coinvolti nella campagna di comunicazione nazionale sulle buone pratiche di protezione civile, Io Non Rischio (LINK VIDEO), a cui si è aggiunta anche un’altra campagna di sensibilizzazione, ovvero la Settimana della Protezione Civile. Due momenti importanti, per la formazione e la crescita della consapevolezza degli alunni, che molto spesso, non conoscono le criticità del territorio in cui vivono. Alluvioni e terremoti sono solo due esempi, degli eventi che generalmente colpiscono la penisola italiana.
Illustrare e raccontare ai cittadini, le buone pratiche per minimizzarne l’impatto su persone e cose, diventa così, fondamentale per poter vivere all’interno di un territorio rispettandolo, attraverso la conoscenza dei sui limiti e delle sue peculiarità. Ma il Virus, quest’anno, non ha permesso, almeno in presenza, che questi due eventi si potessero svolgere. Questo però non ha scoraggiato un docente; Antonio Giulio Cosentino, ha deciso di “costruire” un prodotto, che potesse illustrare, nello specifico, quella che è Crotone, nella sua immagine idrografica. L’alluvione del ’96, rappresenta il punto di partenza di questo documentario, per analizzare cosa in città sia stato fatto e cosa ancora si stia facendo, per evitare che ciò che accadde all’epoca, possa non ripetersi più. Un lavoro, pensato per i giovani, ma anche per gli adulti, affinché, ci si possa interrogare su cosa è necessario fare, e quali strategie intraprendere affinché, eventi calamitosi di quella portata, possano essere evitati.