Conversazione di Geo-sofia

Il sogno e le utopie della vita quotidiana; gli studenti del Gravina, al centro dell'incontro con Maurizio Issioni. Mario Tozzi, Paolo Mottana e Antonio Giulio Cosentino.

Un incontro intenso e ricco di spunti di riflessione per gli studenti delle classi 4AL e 5AL del Liceo Gravina di Crotone, che nella giornata di sabato 9 gennaio, hanno potuto partecipare, attraverso le modalità della didattica a distanza, all’incontro dal titolo “Conversazione Geo-sofica”. La giornata ha dato la possibilità di confrontarsi con “menti raffinate” del panorama italiano come Mario Tozzi (docente del dipartimento di Scienze della Terra dell’Università Sapienza di Roma) e Paolo Mottana (docente del dipartimento di Scienze Umane per la formazione “Riccardo Massa” – Università Bicocca di Milano), che assieme a Maurizio Issioni (Presidente di A.N.C. Brugherio) hanno “conversato” con i ragazzi su temi quali: “La bellezza”, “L’identità”, “Il sogno e le utopie della vita quotidiana”, “Il tempo”; il tempo di un Antropocene che passa dai suoni della terra per giungere al ruolo e alle attività di Protezione Civile Italiana nel suo rapporto con l’Europa.
Dopo una introduzione da parte del prof. Antonio Giulio Cosentino, che ha intessuto l’incontro insieme agli apprendenti delle classi del Gravina, è stato tenuto un saluto del Dirigente Scolastico dell’istituto, Prof.ssa Donatella Calvo, che ha definito lavori come questo del -“Le pietre che narrano … Paesaggi futuri del-La città educante”, complicati, ma allo stesso tempo interessanti, invitando i ragazzi a buttarsi in questo lavoro di recupero, del concetto di “Paesaggio”, in modo meno egoistico e meno riferito all’uomo come “Padrone della natura”.

Questa è una strada interessante – ha detto Donatella Calvo –  ringrazio gli ospiti per far comprendere ai ragazzi concetti, che gli stessi adulti faticano a comprendere. L’ambiente, oggi, ci mostra di come abbiamo operato fino ad ora; dobbiamo iniziare a cambiare rotta e punto di vista.

Il primo intervento è stato quello di Mario Tozzi, che attraverso le domande formulate dagli studenti, ha evidenziato quali siano i vari concetti legati al paesaggio che ci circonda. Dall’idea di “Bellezza legata alla natura, al come preservarla, il prof. Tozzi ha messo in evidenza i grossi limiti che oggi abbiamo nel cercare di proteggere un bene che diamo troppo per scontato. Una bellezza troppo spesso ignorata e violentata dall’uomo, che con l’abusivismo e l’incuria ha ridotto nel corso del tempo. Dello stesso avviso anche il prof. Paolo Mottana, che ha specificato di come oggi oramai “abbiamo perso la Sensibilità verso tutto ciò che ci circonda”, perdendo il contatto con gli oggetti, con la natura e infine con noi stessi.

Siamo insensibili – ha voluto sottolineare Mottana – anestetizzati, frettolosi, veloci e affaccendati, non abbiamo e non troviamo più il tempo di soffermarci, osservare. Questo non solo con quello che ci circonda ma anche con chi ci circonda, ovvero con le persone.

Sul concetto di velocità si è soffermato molto il prof. Mottana, evidenziando che reimparare ad osservare è possibile ma non semplice: “è un aspetto difficile da curare possiamo fare studi biologici, storici, archeologici, ma cambiare nostra sensibilità è difficile”. Gli studenti hanno interagito all’interno dell’incontro, fermandolo ed esponendo i loro dubbi e le loro perplessità, che sono quelli di tutti. Recuperare il contatto con il mondo, riuscire a reintegrarsi in maniera equilibrata con la natura, senza doverla sfruttare in maniera ossessiva rappresentano le fondamenta del percorso educativo ideato da Antonio Giulio Cosentino, denominato “Le Pietre che narrano…Paesaggi futuri del-la citta educante”. L’incontro si è concluso con Maurizio Issioni che ha mostrato il modello di cooperazione vigente, all’interno della Comunità Europea, intorno al Sistema di Protezione. In tema di rischi, vengono delineati i concetti di “Autoprotezione” e “Capacità” delle comunità a rispondere alle catastrofi (storiche, scientifiche, letterarie). La naturale conclusione è che tanto più saremo capaci di essere una comunità (da “locale” a “mondiale”) tanto più lievi saranno i rischi indotti dal nostro essere Con-temporanei al cambiamento climatico.

Siamo dunque mostri, mostri sempre affaccendati, multitasking, senza tempo e sotto un cielo vuoto, abitanti di una terra depredata e desertificata, sempre a caccia di un anestetico che ci impedisca di percepire l’abisso che ci si spalanca davanti.
(P. Mottana, La Gaia Educazione)