Acqua nel territorio della provincia di Crotone: tempistiche e modalità sempre identiche

Torchia: "Si è di fatto instaurata, una difficile e incresciosa situazione di concorrenza tra l’uso elettrico dell’acqua e quello agricolo".

Premessa

Siamo nell’imminenza del 1 aprile, data nella quale ufficialmente il Consorzio di Bonifica apre la stagione irrigua. Devo purtroppo constatare con rammarico, che il tempo trascorre inesorabile, si tratta ormai di decenni, e puntualmente si ripropone con la stessa tempistica e quasi sempre con le stesse modalità, la questione dell’acqua nel territorio della provincia di Crotone. Si è di fatto instaurata, volente o nolente, una difficile e incresciosa situazione di concorrenza tra l’uso elettrico dell’acqua e quello agricolo.
Da parte del Consorzio, non vorremmo prendere atto di tale situazione ma, purtroppo, questo accade! Converrete, che in tutti questi anni non si è riusciti a individuare una soluzione possibile e praticabile; un quasi compromesso  per questa vicenda  che non costituisce più né  una isolata eccezione e nemmeno un’ emergenza estemporanea da gestire al momento.
E’ diventata una ricorrenza endemica, inesorabile, che suscita apprensione e incertezze nelle nostre imprese agricole e sconcerto nella pubblica opinione. Dalle prime ufficiali interlocuzioni, anche quest’anno, sembra che si è costretti a replicare  la medesima liturgia, e, mi sia permesso, nell’ambito del copione, le parti affinano sempre più i meccanismi e le dinamiche, al fine di reiterare, le identiche conclusioni. Pur se a conoscenza di molti, ritengo comunque utile, per l’ennesima volta, riassumere i termini della questione.

La Convenzione del 1969 e gli atti successivi

Le regole relative ai rilasci dei volumi di acqua da effettuare verso il Consorzio di Bonifica e quindi per l’irrigazione di parte del territorio della nostra Provincia, sono disciplinate in una Convenzione del 1969 .
Un arco temporale (52 anni!)…
Non vi è alcun dubbio che il rilascio  del nulla osta da parte della Regione Calabria doveva essere il momento idoneo per rivedere alcune situazioni altamente lesive degli interessi del nostro territorio. Nella disattenzione,  converrete che questo non è avvenuto anche perché riconosciute da tutti vi sono delle sostanziali anomalie della Convenzione del 1969…  

Trovare una soluzione definitiva

Abbiamo sempre creduto che la soluzione definitiva passi per uno sforzo di tutte le parti a trovare elementi in grado di contemperare gli interessi in campo. Non sempre però registriamo atti e fatti che assurgono a tasselli di un possibile mosaico di soluzione. Credo che tutti siamo ben consapevoli della complessità della problematica con tutte gli effetti di  carattere giuridico ed economico che ne conseguono  ma,  è altrettanto vero, che il rinvio reiterato ad affrontare e risolvere tale stato di cose, con l’utilizzo del solo metodo dell’intervento emergenziale, rende impraticabile un percorso di sviluppo e consolidamento dell’economia delle nostre imprese agricole. Nel settembre del 2020 in uno dei consueti tavoli di emergenza volto a consentire, previo indennizzo, il rilascio di ulteriori volumi di acqua, fu chiesto al Consorzio di rinunciare ad una istanza  di rilascio della concessione presentata dall’ente per la realizzazione di una centralina idroelettrica, in favore di una similare istanza avanzata da A2A. Questa richiesta, fatta nelle sedi Istituzionali, appariva come la  soluzione definitiva per tutta la questione. Fatto questo, finita l’emergenza, silenzio assoluto! Fino alla nuova emergenza manifestatasi agli inizi di marzo, con la richiesta di una irrigazione di soccorso per la ultimazione della coltura autunno invernale del 2020 (finocchi). Nel nuovo tavolo indetto,  in video conferenza,  si subordina l’autorizzazione per l’irrigazione di soccorso alla stesura di un cronoprogramma di utilizzo dei volumi di acqua a disposizione per l’anno 2021.
E’ bene ricordare che non si tratta dei 33milioni previsti dalla convenzione ma di 30 milioni in quanto tre milioni sono stati detratti inquanto utilizzati come anticipazione nel 2020. Vengono quindi autorizzati 7 giorni di irrigazione di soccorso con circa 1,2 milioni di acqua.  I restanti 28,8 milioni,  siamo stati costretti a spalmarli fino al 30 settembre p.v. pur sapendo delle enormi difficoltà di gestione  per una distribuzione efficiente sul territorio. Non c’è alcun dubbio che il programma non poteva  che intendersi come provvisorio e assolutamente indicativo…

Tradite le aspettative degli agricoltori: occorre chiarezza

Le coltivazioni e gli imprenditori agricoli della zona non sono nelle condizioni di aspettare oltre e di subire condizionamenti di sorta. L’esperienza maturata in questi decenni ci consente di indicare le possibili vie da intraprendere a meno che non si decida di aspettare fino al 2029 quando nel nuovo bando per la concessione in questione potranno essere  messe norme e condizioni a tutela del territorio crotonese. La governance regionale, intesa nella parte politica e tecnica,  può con la sua autorevolezza stabilire  una trattativa con A2A, per contemperare gli interessi di tutti, che si imperni anche sulla discussione e realizzazione della nuova centralina di cui si diceva sopra e l’aumento consequenziale dei rilasci. L’altra soluzione è accettare, compiendo gli atti amministrativi necessari, di indennizzare A2A per l’acqua necessaria alle  coltivazioni di parte del territorio crotonese. O ancora decidere che tutto questo non è possibile e che ci si debba limitare alla sola stagione estiva. Almeno c’è la chiarezza d’intenti e soprattutto l’abbandono della “liturgia” emergenziale che ad oggi è stata improduttiva. Occorre quindi un urgente intervento da parte della “politica” perché è ovvio che le attuali regole e il vigente modello, come è stato osservato molte volte, non rispondono più ai bisogni della nostra agricoltura.
Ci aspettiamo, e per questo offriamo tutta la nostra collaborazione, che ci sia il necessario scatto da parte di una classe dirigente lungimirante ed acuta che tuteli gli interessi del territorio, valorizzi le risorse che si hanno e non intervenga solo nel momento dell’emergenza, ma, con coraggio, prospetti e imponga, soluzioni sostenibili e durevoli.

Conclusioni

Il Consorzio comunque, continuerà  ad offrire disponibilità tecnica per affrontare le complessità della gestione degli impianti irrigui nel comprensorio crotonese.
Questo deve essere  il tempo delle scelte nella gestione del territorio e della sua economia, deve essere anche  il tempo del coraggio della politica, perché l’agricoltura del Made in Calabria necessita di acqua.

Roberto Torchia

Lettera aperta prot.1578