Mons. Morrone: ecco lo stemma, il motto e il programma della consacrazione video

Il presule ha scelto un versetto della lettera ai Corinzi come carattere distintivo del suo episcopato. Il 05 giugno la consacrazione episcopale a Crotone.

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La consacrazione episcopale di monsignor Morrone, arcivescovo eletto di Reggio Calabria – Bova, si terrà a Crotone nella chiesa parrocchiale “Maria Madre della Chiesa” alle ore 10:30 di sabato 05 giugno. La celebrazione sarà presieduta da monsignor Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone – Santa Severina. I concelebranti principali saranno monsignor Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo di Matera – Irsina e monsignor Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo metropolita emerito di Reggio Calabria – Bova. L’ingresso in chiesa sarà permesso esclusivamente a coloro che esibiranno il pass nominativo. Sarà possibile unirsi spiritualmente alla celebrazione grazie alla diretta streaming che sarà trasmessa sul canale YouTube dell’arcidiocesi di Crotone – Santa Severina.
La comunità diocesana si preparerà alla celebrazione con un triduo di preghiera che si svolgerà secondo questo programma:

fortunato morrone

– mercoledì 02 giugno, ore 19:00, presso la chiesa parrocchiale di San Leonardo di Cutro;
– giovedì 03 giugno, ore 19:00, presso il Santuario della Madonna Greca di Isola di Capo Rizzuto;
– venerdì 04 giugno, ore 20:00, si terrà una veglia di preghiera nella Basilica Cattedrale di Crotone, presieduta dall’arcivescovo Angelo Panzetta.

Il triduo di preghiera sarà anch’esso trasmesso in streaming sui canali social dell’arcidiocesi.
Giovedì 10 giugno alle ore 19:00 nella Basilica Cattedrale di Crotone, monsignor Morrone presiederà la solenne celebrazione eucaristica che vedrà la partecipazione di tutto il clero dell’arcidiocesi di Crotone – Santa Severina.
Sabato 12 giugno, infine, il nuovo arcivescovo farà solennemente il suo ingresso nella Cattedrale di Reggio Calabria, dove presiederà l’eucaristia alle ore 11:00. Anche questa celebrazione sarà trasmessa in streaming sui canali social di “L’Avvenire di Calabria”.

Il Motto

Monsignor Fortunato Morrone, ha scelto come motto del suo episcopato un’espressione tratta dalle lettere dell’apostolo Paolo: «collaboratori della vostra gioia» (Seconda lettera ai Corinzi 1,24). Come sottolinea don Antonio Pompili, vicepresidente dell’Istituto araldico genealogico italiano, con questa espressione «l’apostolo Paolo cerca di assolvere al compito di collaborare con Dio per favorire la gioia dei corinzi. Un programma di vita che vuole assumere anche monsignor Morrone nel suo porsi al servizio della Chiesa affidata alle sue cure pastorali».

Lo Stemma

Lo stemma vescovile di monsignor Fortunato Morrone si ispira allo stemma di Francesco Marino, vescovo di Isola di Capo Rizzuto dal 1682 al 1715, che è rappresentato in forma scultorea sulla parete esterna della casa paterna di monsignor Morrone a Isola di Capo Rizzuto. Anche nell’antica cattedrale di Isola di Capo Rizzuto è riprodotto lo stesso stemma. Un ricordo, quindi, della terra d’origine, ma proiettato alla Chiesa di Reggio. A spiegarne il perché è ancora il vicepresidente dell’Istituto araldico genealogico italiano, don Pompili: «Lo stemma di monsignor Morrone vuole richiamare attraverso la stilizzata raffigurazione del mare non solo i luoghi della sua origine, ma anche la sede che è chiamato a servire come arcivescovo, Reggio Calabria, punta estrema della penisola italiana, affacciata sullo stretto di Messina, circondata da un mare intenso e cristallino, da sempre crocevia di popoli, luogo di incontro e di scambi culturali. Il mare, nella vastità che esso naturalmente richiama, è simbolo dell’annuncio del Vangelo che Gesù risorto affidò ai suoi apostoli e ai loro successori, un annuncio che è per tutti i popoli».
Ed ecco, come anticipato, il riferimento a San Paolo: «Animato dal desiderio di portare a tutti questo annuncio, l’apostolo Paolo navigò tutto il Mediterraneo, per giungere infine a Roma, costeggiando Reggio, come testimoniato dagli Atti degli Apostoli: “Costeggiando giungemmo a Reggio” (Atti degli apostoli 28,13)».
Sotto il profilo teologico, «il cuore di questo annuncio è il mistero pasquale di Gesù Cristo, morto e risorto. Egli è il chicco di grano che caduto in terra muore per produrre frutto, cioè la vita in abbondanza per quelli che credono in lui. L’immagine del chicco di grano che con la sua morte rivela una fecondità inaudita si trova nel Vangelo secondo Giovanni» evidenzia don Pompili che conclude: «Nella composizione araldica il chicco di frumento che si spacca produce un germoglio di aspetto cruciforme, proprio per ricordare che è nel dono della sua vita che Cristo ha fatto offrendosi sulla croce che si è manifestata la sua gloria ed è esplosa la vita per tutti quelli che credono in lui. E la piantina si innalza verso le tre stelle che richiamano (anche per la loro struttura in sei raggi che abbozza come la sovrapposizione di due triangoli) il mistero della Santissima Trinità. Cristo che con la sua croce ha glorificato il Padre ed è innalzato a quella gloria che aveva accanto al Padre prima della creazione del mondo, innalza con la vitalità dello Spirito Santo il cristiano, introducendolo nel mistero dell’amore trinitario di Dio».

 

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