Tutti abbiamo da ricordare, qualcuno che non può più ritornare

Ogni anno questo giorno vuole essere una sosta nella vita che ognuno di noi deve prendersi per ricordare, anche con grande nostalgia, il proprio passato vissuto con i nostri cari.

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“Tutti abbiamo da ricordare, qualcuno che non può più ritornare” cita così il versetto di una poesia che lessi anni fa e mi restò impressa. Riflettendoci bene in effetti è proprio così, ognuno di noi comuni mortali ha qualcuno da ricordare, qualcuno a noi caro che però non può più ritornare. La morte da sempre fa parte della vita, è quel processo che porta la nostra anima a distaccarsi dalla custodia del nostro corpo e diventare essenza celeste, invisibile agli occhi umani ma visibile al cuore. Attenzione, però. La morte non è un addio ma semplicemente un arrivederci. Perché quelle persone a noi care un giorno le rivedremo, un giorno ci rincontreremo.

Ogni anno il 2 novembre la Chiesa celebra la commemorazione dei fedeli defunti, ma anche nella messa quotidiana la liturgia riserva sempre un piccolo spazio, detto “memento, Domine…”, che vuol dire “ricordati, Signore…” che vuole essere un’esortazione, un’invocazione e propone preghiere universali di suffragio alle anime di tutti i defunti in Purgatorio. La commemorazione dei fedeli defunti appare già nel secolo IX, in continuità con l’ uso monastico del secolo VII di consacrare un giorno completo alla preghiera per tutti i defunti. Fu solo con l’ abate benedettino sant’ Odilone di Cluny che questa data del 2 novembre fu dedicata alla commemorazione di tutti i fedeli defunti, per i quali già sant’ Agostino lodava la consuetudine di pregare anche al di fuori dei loro anniversari, proprio perché non fossero trascurati quelli senza suffragio. Da quel giorno lì, ogni anno questo giorno vuole essere una sosta nella vita che ognuno di noi deve prendersi per ricordare, anche con grande nostalgia, il proprio passato vissuto con i nostri cari che ci hanno preceduti su questa terra e che il tempo e la morte hanno portato via.

Secondo il Rituale Romano è consuetudine, in questo giorno, andare in processione al Cimitero e in tale occasione benedire le tombe. In Europa ma soprattutto in Italia è tradizione allestire dolci particolari che ricordano nel nome e nella forma quella di un osso. Altro riferimento ricorrente è alle dita delle mani, mentre il dolce a forma di cavallo è probabilmente legato alla leggenda di Proserpina. Ancora oggi in alcuni paesi d’Italia, la notte tra l’1 ed il 2 novembre, si pongono questi dolci su tavole imbandite, sicuri che verranno frequentate dai propri defunti. I dolci dei morti contengono ingredienti semplici come farina, uova, zucchero ed aromatizzanti; spesso sono presenti mandorle finemente triturate o talvolta anche cioccolato, marmellata e frutta candita.

 

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