La Legge Moro quest’anno compie 64 anni

Nell’anniversario della Legge N° 88 del 7 febbraio 1958, vogliamo ricordare Aldo Moro sotto un aspetto ancora poco conosciuto: quello di "Padre dell’Educazione Fisica" nell'Italia repubblicana.

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La Legge N° 88 del 7 febbraio 1958, ha strutturato in forma organica tutta l’attività Motoria Scolastica e porta la firma di Aldo Moro, indimenticato statista e Ministro della Pubblica Istruzione a Viale Trastevere con i Governi Zoli e Fanfani dal 19 Maggio 1957 al Giugno del 1959. In questa occasione, si riprende un documento elaborato da un gruppo di docenti di Educazione Fisica di Crotone del maggio 2020, e rinnovato a  gennaio 2021, per aprire una riflessione sull’Educazione Fisica e sulla legge, che è stata certamente una pietra miliare nella sua storia, in particolare nel periodo della ricostruzione dell’Italia nel dopoguerra.
In quel decennio furono istituiti i corsi dell’ISEF Statale di Roma (1952), degli Istituti Superiori per la preparazione dei docenti di Educazione Fisica, nel 1954 l’istituzione del Servizio Centrale di Educazione Fisica e Sportiva presso il Ministero della Pubblica Istruzione e subito dopo, nel 1955, il CIO assegnò all’Italia i Giochi Olimpici da disputarsi a Roma nel 1960. Tutti questi eventi, sommati alla lungimirante Legge “Moro” del 1958, resero il periodo denso di novità e attività a favore dell’Educazione Fisica, creando le premesse per un successivo e importante sviluppo dello Sport Scolastico. L’unico ambito che Moro non affrontò in quella complessa situazione fu quello dell’insegnamento dell’Educazione Fisica nelle scuole elementari. Una problematica che solo oggi dopo 63 anni viene colmata affidando l’Educazione Fisica a docenti specializzati, divenendo di fatto un punto fondamentale per lo sviluppo della cultura motoria nel nostro Paese. La prima risoluzione del Parlamento Europeo risale 13.11.2007, invitava gli Stati membri a “rendere obbligatoria l’Educazione Fisica nelle scuole primarie e Secondarie” introducendo il principio che l’orario scolastico «prevedesse almeno tre lezioni di educazione fisica settimanali».
La Legge “Moro” con l’introduzione dell’Educazione Fisica a Scuola, divenne di fatto, la più imponente, duratura, partecipata e coinvolgente premessa alla preparazione della gioventù Italiana ai Giochi Olimpici del 1960, poi tramutatasi in una preziosa risorsa ed opportunità di rilancio per il nostro Paese. Il periodo che si apre con la Legge “Moro” è infatti fra i più positivi che si ricordino per l’Educazione Fisica: ha contribuito alla piena ricollocazione dell’insegnamento fra quelli curriculari, anche per le nuove leve dei docenti provenienti dall’ISEF statale di Roma e dagli ISEF pareggiati che iniziarono a diffondersi proprio dal 1958.
La Legge del 7 febbraio 1958 disciplina in forma organica tutta l’Educazione Fisica, con il riconoscimento della materia come obbligatoria, organizzata in squadre maschili e femminili, prevedendo esercitazioni complementari di avviamento alla pratica sportiva e l’istituzione dei Gruppi Sportivi Scolastici, a cui nel 1968, grazie all’azione non secondaria del CONI di Giulio Onesti seguirono l’istituzione dei Giochi della Gioventù e in epoca più recente dei Campionati Studenteschi. Grazie alla Legge Moro, con l’Ispettorato Centrale di Educazione Fisica formato da cinque Ispettori a cui si somma un livello periferico in ogni provincia alle dipendenze del Provveditore agli Studi per l’organizzazione e il coordinamento del Servizio di Educazione Fisica. Per la prima volta il Ministero si dota di un apparato funzionale atto a garantire la gestione dell’Educazione Fisica e lo Sport Scolastico su tutto il Territorio Nazionale. Inoltre, si andava a definire che il ruolo organico dei docenti era di 18 ore di insegnamento settimanali e che l’accesso all’insegnamento avveniva con l’abilitazione per concorso.
L’idea del legislatore era di riordinare l’assetto dell’Istituto Superiore di Educazione Fisica statale di Roma dandogli uno Statuto, cui i successivi ISEF si sarebbero rifatti; è noto che questi Istituti hanno determinato la storia dell’Ed. Fisica in Italia per quaranta anni, preparando generazioni di docenti di questa materia, con un giusto connubio tra materie teoriche e pratiche.

Cosa rimane oggi della Legge “Moro”?

Escludendo le due ore settimanali di lezione, negli ultimi venti anni è rimasto ben poco della sua intelaiatura. Le ore di avviamento alla pratica sportiva, quantificate nella Legge in due alla settimana per le scuole medie e in quattro per quelle superiori, sono diventate sei settimanali dal 1976 con i Decreti Delegati. Dal 2009 in base ad un accordo sindacale, di fatto, non è stato più possibile fruire delle 6 ore aggiuntive settimanali, il budget si è drasticamente ridotto riducendo le ore di attività complementari al punto da non consentire un’adeguate preparazione di avviamento alle varie discipline sportive. Inoltre, l’Ispettorato Centrale di Educazione Fisica, che per anni (a voler ricordare la sua storia, dal 1888) si era sempre attivato sulle numerose problematiche della nostra materia (si pensi solo a quello delle palestre, spesso mancanti) e sul corretto utilizzo dello sport a livello scolastico, nel 1999 ha perso la sua storica connotazione e prerogativa ed è stato sostituito dalla Direzione Generale per lo Studente per le politiche giovanili e per le attività sportive. Gli Istituti Superiori di Educazione Fisica nel 1998 sono stati sostituiti da Facoltà e Corsi di laurea di Scienze Motorie, con notevoli differenze formative tra Università con indirizzi che non contemplano più la specificità della scuola, mentre l’ISEF era nato originariamente per formare i docenti di Educazione Fisica. Inoltre, altro dato estremamente preoccupante, la legge di stabilità 190/2014 è inspiegabilmente intervenuta a modificare la struttura dell’organizzazione territoriale stabilendo che “…dal 1 settembre 2015 l’organizzazione il coordinamento periferico del servizio di educazione fisica è di competenza degli Uffici Scolastici Regionali e del Dirigente ad essi preposto, che può avvalersi della collaborazione di un dirigente scolastico o di un docente di ruolo di educazione fisica…”. Di fatto scompare la figura del Coordinatore Provinciale che verrà sostituita dalla figura del “Referente per il supporto e sostegno alle attività per il benessere psico-fisico e sportivo dei ragazzi nelle scuole di ogni ordine e grado” utilizzato su progetti di potenziamento previsti dalla L. 107/2015. Si vuole inoltre sottolineare che a tutt’oggi la cornice di riferimento è costituita dalle “Linee guida per le attività di educazione fisica, motoria e sportiva nelle scuole secondarie di primo e secondo grado” del 2009, che andrebbero riformulate. La Legge “Moro” non rappresenta solo un passato che non esiste più, ma piuttosto la radice profonda di un presente vivo, dove l’Educazione Motoria, Fisica e Sportiva nell’era della pandemia, della sedentarietà e della realtà virtuale, attraverso i docenti di Educazione Fisica, potrebbe dare risposte concrete alle aspettative delle famiglie e alle esigenze degli studenti dalla scuola dell’infanzia e primaria alla scuola secondaria di I e II grado. Oggi 7 Febbraio è quindi l’occasione per considerare questo periodo di pandemia non come criticità, ma come momento di approfondimento delle radici culturali dell’Educazione Motoria, Fisica e Sportiva, perché come nel dopo guerra dovremo prepararci a ricostruire un sistema fatto da 8.000.000 di studenti, 20.000 docenti di Educazione Fisica (nei prossimi 5 anni se ne aggiungeranno altri 11000 nella Scuola Primaria) e 135 tra Coordinatori Regionali e docenti referenti di Educazione Fisica (alcuni provenienti da altre discipline). La rivoluzione digitale, la crisi economica amplificata ed accelerata dalla pandemia di Covid 19, la poca chiarezza del quadro istituzionale sportivo e le conseguenti tensioni al suo interno, l’esasperata spettacolarizzazione dello sport e la ricerca smodata del successo per farne sempre di più un prodotto di mero consumo commerciale, stanno dirottando il mondo sportivo verso priorità che vanno a discapito della sua valenza educativa e sociale.
Oggi  siamo inevitabilmente chiamati al processo di cambiamento, perché non si continui a subire passivamente le politiche  motorie e sportive, ma, al contrario, attraverso la partecipazione attiva, propositiva e collaborativa di tutti gli attori del mondo educativo-formativo. sportivo, laico e cattolico, venga incanalato per far sì che l’Educazione Motoria, Fisica e Sportiva  torni ad essere soprattutto un portatore sano di valori, riportando all’apice delle priorità la sua vocazione educativa e formativa e liberandolo da strumentalizzazione commerciali. Le riflessioni, e i contributi vari, dovranno servire per far ripartire un Paese che non è in affanno solo dal punto di vista Economico e Sanitario ma anche Sociale e Formativo, dobbiamo far scendere in campo il meglio, il buono e le motivazioni più alte che abbiamo, per aiutare i ragazzi ad avere fiducia in se stessi e nel futuro.
Uno Statista come Moro ha pensato ai giovani nella scuola per la ricostruzione del Paese devastato dalla guerra. E’ tempo di investire in Educazione, oggi non dobbiamo ricostruire solo case e strade, ma guardare al rilancio dell’attività motoria, fisica e sportiva sin dall’infanzia quindi investire sulla scuola, territorio, famiglia, parrocchie, associazionismo, per promuovere il benessere, corretti stili di vita e il bene comune, potenziando gli aspetti educativi e di cittadinanza attiva. Davanti ad un altro anno scolastico che continua a svolgersi in salita a causa della “emergenza Covid-19” che, oltre ad avere lasciato un’eredità con pesantissimi postumi educativi ancora produce grossi timori, non possiamo non sottolineare il grande contributo che l’Educazione Fisica Motoria e Sportiva costantemente fornisce a livello educativo e formativo. A sostegno di questa condizione basta richiamare le recenti ricerche nel settore delle Neuroscienze e della Psicologia Cognitiva che hanno ampiamente dimostrato il grande contributo che l’Educazione Motoria, Fisica e Sportiva, quando adeguatamente proposta, favorisce l’acquisizione di competenze non solo motorie, ma legate allo sviluppo della personalità, spendibili in contesti diversi da quelli sportivi e cioè nella propria vita professionale e di relazione. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, lo scorso 9 maggio si è espresso dicendo: “Nel riscoprire il pensiero, l’azione, gli insegnamenti di Moro, ritroveremo anche talune radici che possono essere preziose per affrontare il futuro”. La sua lezione è viva ancora oggi, i valori per cui si è battuto sono a fondamento della vita civile e sociale del nostro Paese; lavoriamo per continuare a dare loro forza, per rinnovarli e per trasmetterli alle giovani generazioni, affinché li riconoscano e non li disperdano.
f.to Aldo Falbo – Docente di Educazione Fisica L. S. “Satriani” Mesoraca/ Petilia Policastro
f.to Giovanni Posca – Docente di Educazione Fisica L. S. “Satriani” Mesoraca/ Petilia P.
f.to Salvatore Calaminici – Docente di Ed.  Fisica L. S. “Satriani” Mesoraca/ Petilia P.

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