Hanno ammazzato Stroppa, Stroppa è vivo!

Alla vigilia della sfida a San Siro contro il “suo” Milan primo in classifica, il tecnico del Crotone ha già addosso sentenza passata in giudicato!

Ciò che mi ha fatto andare avanti è stata forse la testardaggine e la mancanza di buon senso.
OLIVER STONE

I campionati, le stagioni sportive, a maggior ragione quelle calcistiche, sono sempre come dei film! Il calcio, infatti, è molto più che lo sport più popolare in Italia e nel mondo. E’ una scienza esatta per ogni singolo osservatore e fruitore, che sia “addetto ai lavori” o non. E’ un esercizio che va molto oltre: siamo un popolo di commissari tecnici. E’ sangue e merda, è paradigma e poesia. E’ soldi, potere, gloria ed al tempo stesso latrocinio, incompetenza e sconfitta: nello stesso film, nella stessa stagione, in ogni singola partita; addirittura in un singolo gesto tecnico che, oggi, si staglia in un taglio di capelli piuttosto che in una dichiarazione pre-partita. Giovanni Stroppa da Mulazzano (paese di 5000 anime della provincia di Lodi, unica più grande di quella di Crotone), classe 1968 (quella del Nino degregroriano che non doveva avere paura dei calci di rigore e delle sue spalle, ancora, strette), è stato già ammazzato in questo film crotonese stagione 2020/2021 di serie A; a nulla vale il film 2019/2020 che ha riportato direttamente il sogno della serie A con una squadra che non poteva avere nessun obbligo di quel “genere”; meno ancora vale oramai il film 2018/2019 che ha evitato l’inferno della lega pro dopo la cacciata e la richiamata quando si era all’ultimo posto (sig!). Ma è tutto giusto, in questa stagione di pandemie cerebrali dove mancano e vengono pure mistificati i vaccini di ogni tipo, è giusto così! Giovannino è capro espiatorio perfetto! Anche il sommo sacerdote Gianni Vrenna ha caricato in piazza la “bestia” da sacrificare senza nemmeno voler/poter mandarla nel deserto, anche perché dovrebbe trovarne un’altra, e pagarla pure, ammesso che ne trovi una disponibile. L’enciclopedia Treccani, infatti, ci ricorda da dove arriva l’antica tradizione del capro espiatorio: è l’essere animato (animale o uomo), o anche inanimato, capace di accogliere sopra di sé i mali e le colpe della comunità, la quale per questo processo di trasferimento ne viene liberata; il nome deriva dal rito ebraico compiuto nel giorno dell’espiazione (kippūr), quando un capro era caricato dal sommo sacerdote di tutti i peccati del popolo e poi mandato via nel deserto; questa trasmissione del male era conosciuta anche dai Babilonesi e Assiri, e dai Greci, aggiungiamo noi pure magnogreci. Ecco questo ultimissimo aspetto, mica un dettaglio, è quello che reputiamo intollerabile, ingiusto, ma perfettamente in linea con l’ultimissima storia di questa colonia della Magna Grecia che sta rischiando, così, di macchiare anche una delle poche pagine belle, anzi altrettanto gloriose come quelle di Milone e Faillo.

L’FC Crotone calcio dei Vrenna è di certo una delle pochissime “cose” più incredibilmente belle di questi ultimi 30 anni di un territorio martoriato e disgraziato. Grazie a questa indiscutibile “bellezza” gli stessi Vrenna hanno potuto espiare colpe e film horror come quelli della monnezza più discutibile del mezzogiorno d’Italia, che nel genere è forte come in nessun’altra parte del mondo! Nel calcio viviamo, grazie a loro, una prolungata ed incredibile favola che dura dai film che vanno in onda da almeno 15 anni. Bene, bravi ed applausi a vita persa. Avreste potuto (e dovuto) cacciare il nuovo e pronto Capro Giovanni, e tutti si sarebbero scordati di una campagna acquisti di agosto e di gennaio quanto meno discutibili. Tutti, e per primo io, avrebbero detto che è stato tardi e che comunque questa squadra è più forte di quella che si è salvata con Davide Nicola. Tutti, e per primo io, avrebbero potuto dimenticare, ancora una volta, che siamo riusciti nell’impresa di vivere favole e storpiare il ricordo dello stesso Nicola, di Juric e pure di Gasperini e Mimmo Borrelli… Ma così, premettetemi, è un film che non riesco proprio a digerire. Ora a Giovanni Stroppa contestiamo la testardaggine, la cocciutaggine del “suo” 3-5-2 e dei troppi goal presi, di voler scimmiottare Guardiola (che non ha mai giocato a tre, poi) ed il calcio spumeggiante che prende troppi goal e che in provincia si deve essere più pratici e pure praticoni… Si potrà avere, dal punto di vista squisitamente tecnico, più di qualche ragione; Nedo Sonetti non ha ancora compiuto 80 anni, la sua ultima esperienza è datata 2015…chiamatelo, accetterebbe di sicuro! Che senso ha tenersi il Giovannino così orgoglioso delle sue spalle strette ed ammazzarlo senza disperderlo nel deserto? Che arriva di buono dall’immolarlo per sbandierarlo come Capro alla scala del calcio contro i primi in classifica, che poi è pure stata casa sua per tanti anni gloriosi? O vi siete visti un film che non andrà mai in onda: quello che vorrebbe che cambiasse come dice la piazza o che, addirittura, si dimetta lui? Gianni Vrenna ha ancora tantissimi jolly che si può giocare in questa piccola e sciagurata terra che ama farsi martoriare e vilipendere; ma non quella di ammazzare la sua stessa prognosi. Almeno per noi!