Modesto fa rima con ONESTO! Il cretino scagli la prima pietra… foto

Altro che serie C, la vera condanna è non avere equilibrio e memoria. Se si vuole (e certo che si può) criticare l'allenatore, lo si faccia tecnicamente o tatticamente!

Procolo Guida

Ieri allo Scida si è consumato, plasticamente, l’atto finale di una retrocessione più volte annunciata, in un derby della disperazione che, non per mera fortuna, è terminato comunque in pari con una doppia reazione d’orgoglio. E’ vero, perché non riuscire, quasi mai, a mettere quel carattere visto nel secondo tempo, dall’inizio? Perché alle buone prove, anche di carattere, di Como e Parma si è sempre vista una squadra priva di personalità e con una intermittenza caratteriale cronica? E’ lecito chiedere conto alla società dei mancati  investimenti e di una stagione che dal punto di vista sportivo è fallimentare? E’ lecito mettere in croce un allenatore esordiente che ha accettato la sfida a scatola chiusa? Si è lecito sempre tutto ai tifosi, che sono tifosi dei colori rossoblu, non di Gianni Vrenna o Ciccio Modesto. E’ altrettanto lecito però rammentare a noi stessi tutti che, questi stessi colori, di questo stesso territorio disgraziato e maltrattato da tutti, hanno vissuto almeno 15 anni di sovradimensionamento sportivo, con le ultime e consecutive 13 stagioni, assolutamente fuori da qualsiasi più rosea previsione, ANCHE perché costellate da due promozioni in serie A. Di questo vero e proprio miracolo sportivo, 6 stagioni sono a firma solo di Gianni Vrenna, più volte ingiustamente accostato a controfigura del fratello Raffaele, uscito dalla compagine societaria dopo esserne stato Presidente per tantissimi anni. Il Presidente Gianni, all’inizio di questa stagione, aveva pensato che si potesse ripetere l’exploit Juric che da esordiente nei cadetti portò addirittura alla prima magica promozione in serie A! Memore dell’errore fatto con il primo Stroppa, tenne a dire, assieme al fido di sempre Ursino, “non aspettiamoci di poter risalire in serie A”. Tutti però, non solo lui, si aspettavano per discendenza divina, che si potesse comunque consolidare la categoria facendo crescere un drappello di proprietà sin dal vivaio e magari, dopo, valutare che tipo di prognosi dare al futuro di questa società e del calcio crotonese, in generale. L’errore è però solo a carico di Vrenna ed Ursino, si certo, la responsabilità della gestione è a carico loro. Così come però tutti quelli storici ed endemici: si poteva e doveva accelerare sulle “migliorie” al Centro Sportivo ed all’attività delle giovanili e della femminile? Questa, di certo la critica, più evidentemente legittima da sempre; ma quasi tutti se ne rammenteranno solo ora e mai quando un certo signor Ceravolo (in Moggi) rendeva a tutti le cose più “veloci” più che semplici, e ci fermiamo qua. Ma permetteteci di sottolineare che è anche più evidentemente sottolineabile un altro ERRORE ENORME, ed anche questo sin, e soprattutto, dagli anni che si accreditano a Raffaele Vrenna, ma che hanno sempre visto come coautore, nel bene e nel male, suo fratello Gianni, e quello stesso Salvatore Gualtieri, santificato solo all’occorrenza. Un altro tassello importantissimo di tutto questo ragionamento che ci permettiamo di (rammentare a noi stessi) che non porgiamo solo oggi, riguarda lo Stadio: la sua gestione sportiva ed imprenditoriale “praticamente regalata alla società” che ha fatto anche sobbarcare ingenti spese alla collettività, anche per il suo ingiustificato ampliamento, non è certo ascrivibile ad una eventuale protervia della famiglia Vrenna (anche qua ricordiamo tutti quanto fu proprio Raffaele Vrenna in persona che volle “imbarcarsi” ed imbarcare opinione pubblica e società nell’avventura specifica) ma solo uno dei tanti atti di disequilibrio collettivo ed amministrativo da ubriacatura di serie A, che rammentiamolo ha anche la firma di Ciccio Modesto calciatore. Anche chi vi scrive, anni dopo, partecipò alla sottoscrizione postuma di un documento che potesse in qualche modo “proteggere” quella dissennata e diseconomica (anche per la società) scelta; nemmeno oggi, a distanza di più di 5 anni, nessuno è ancora disposto a fare autocritica e, soprattutto, a mettere mani ad un disegno complessivo e strategico dello sviluppo e della gestione dell’impiantistica sportiva che abbia un senso di comunità: ma fermi tutti, di tutto ciò ce la dovremmo prendere con i Vrenna, anzi con il solo Gianni? Ecco proprio questa ultimissima, non centralissima ma, comunque, emblematica questione ci dovrebbe almeno aiutare ad avere un minimo di equilibrio nel giudicare questa disgraziata stagione sportiva ed una squadra che, dal punto di vista prettamente sportivo, sta comunque facendo il (suo) massimo. Chiariamoci subito, anche mister Modesto sarà certamente tale anche dal punto di vista del valore dell’allenatore, ma ha cercato sempre, anche di fronte al bivio dentro/fuori, di giocarsi le proprie carte a disposizione: non ha ne Caso né Laura, così come ne Molina e né Benali sono stati o, ancora peggio, sarebbero stati utili. Ma ieri, nella gara clou solo per le copertine ed i titoli, ancor prima che per la classifica, si è vista una squadra che ha giocato nel primo tempo, mentre gli altri segnavano: c’è stato di più, ha reagito e costruito i presupposti per l’impossibile (cioè vincere) e, andata nuovamente giù, è riuscita pure a non perdere. Certo, anche il valore assoluto del Cosenza, suggeriva fosse difficile perdere con una squadra solo meno modesta della nostra. Ma se ti trovi disperato di classifica con due goal sotto all’intervallo (pure immeritatamente), hai la quasi certezza di soccombere… Ed invece è arrivata una doppia rimonta. A parte Golemic e Marras (più Mogos rimasto in panca) nessuno, tra quelli scesi in campo ieri, del Crotone ha più di 25 presenze in serie A o B. Nel Cosenza, quello stesso Cosenza ripescato a giorni dell’inizio del campionato, solo Laura, Kongolo e Hristov ne hanno meno di 60 fra serie A e B. Dovrebbe bastare questo dato per capire che “scaricare” tutte le colpe su Mister Modesto è, per lo meno, stupido. Se poi, così come avviene, non certo solo da ieri, ci sono pure i “tamarri” travestiti, a volte, anche da “gente normale” che auspica di andarli a prendere (pure tutti) con le vecchie e barbare maniere… Beh, che si possa tranquillamente dire che si sia superato il limite della decenza, è davvero il minimo; anche in questi giorni di guerra alle porte; anzi proprio in questi giorni di guerra alle porte. La società ha le massime, se non uniche, responsabilità. Ma detto ciò, ha anche, con tutti i demeriti cronici e/o nuovi, il diritto/dovere di poter sbagliare dopo più di un decennio di successi incredibili, altrettanto indelebili. Lo sport, ed il calcio come massimo emblema di discipline di squadra, deve poter permettere di sbagliare senza dover portare croci, tanto meno subire epiteti ed aggressioni fuori misura (al netto ovvio di quelle fisiche inconcepibili anche quando solo minacciate). Chi pensa, di fronte a questa stagione ed a questo allenatore che vi sia mala fede, allora o non sa di calcio o sa troppo di calcio, è sempre il ladro che si sente derubato: poi criticare dal punto di vista tecnico o tattico ci sta, anzi si deve! Oggi, per prendere un esempio molto più serio e, dove di conseguenze tragiche si può e si deve poter parlare, è stata la giornata della manifestazione coccodrillo, a solidarietà dei lavoratori della Abramo Customer Care (a cui siamo sinceramente vicini): ecco se siamo stati capaci di assecondare (per almeno due anni) una crisi così cronica e dal finale così scontato, abbiamo davvero voglia e stomaco di mettere “al rogo” Gianni Vrenna e finanche Ciccio Modesto? Quello stesso Mister che si è preso la responsabilità e la croce di scommettere “solo” su se stesso e quelli che avevano voglia, e nessun distintivo, di stare dalla parte di chi ci voleva almeno provare. Più che semplicemente cretini, dovremmo urlarvi solo CAPRE, CAPRE, CAPRE! Espiamo tutti, prendiamoci questa altra stagione di serie B che, a questo punto, può pure, per assurdo, portarci un altro miracolo, l’aritmetica ce lo concede. Se invece, come oramai quasi certamente, ci riporterà alla Nostra (di tutti, a partire da chi scrive che non è nemmeno da serie H) alla propria dimensione naturale; proviamo ad approcciarla con lo spirito di chi ha vissuto una favola e, dunque, può provare a lavorare per meritarsi altri scenari, imparando dalle occasioni perse.

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