Capo Colonna: Età romana, che opportunità!!!

“Se ce la fa Crotone, c’è una speranza per tutti noi” il sig. Piero

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    Con stupore e grande piacere, stamattina sono stato contattato da un ex funzionario della sovrintendenza ai beni archeologici liguri che tempo addietro ha avuto modo di lavorare nella nostra terra e innamorarsene.  La protesta del comitato #Salviamocapocolonna ha ormai fatto il giro d’Italia approdando anche in provincia di La Spezia da dove il sig. Piero è venuto a conoscenza della vicenda e si sta informando quotidianamente di come vanno le cose nel promontorio Lacinio.  Dopo aver speso parole di lode e di solidarietà per l’iniziativa e per il popolo calabrese, ci ha suggerito un’opportunità di “futuro” e di questo vogliamo parlarvi.

    Sul finire di luglio 2013 la squadra diretta da Carlo Beltrame dell’Università Cà Foscari di Venezia, coadiuvati dalla sopraintendenza ai beni archeologici della Calabria,  rende noto il ritrovamento sottomarino di quello che è il più grosso carico lapideo navale di sempre. 350 tonnellate di blocchi di marmo preziosissimo che venivano trasportati dal Proconneso, isola nei pressi di Costantinopoli, verso una destinazione Italiana. Data la rilevanza del carico si presume fosse diretto a Roma. L’imbarcazione romana, tra le più grosse mai ritrovate, è affondata nei bassi fondali di Scifo, nei pressi di Capo Colonna nel III secolo dC. La vera fortuna di questo meraviglioso ritrovamento è data soprattutto dalla mole dei blocchi che non ne consente la razzia da parte di tombaroli senza pietà e cultura, cosa che in genere avviene nei ritrovamenti di vasi e anfore facilmente asportabili e rivendibili al mercato nero.

    Una scoperta del genere, affiancata ai resti del foro, delle terme, del forno, delle abitazioni, delle strutture alberghiere e di ristorazione che già sono state scavate e sono quindi fruibili, possono essere un tesoro meraviglioso da riordinare e valorizzare in un percorso culturale che inizia a terra, nell’area sacra del promontorio Lacinio, e continua in mare attraverso visite guidate in immersione o su battelli dal fondo trasparente che ben conosciamo perché utilizzati ad ampio raggio a Le Castella.  Servono soldi e finanziamenti è vero, ma se la città intera comincia a richiedere con insistenza che una zona importantissima e unica nel suo genere venga rivalorizzata e utilizzata come meglio non si potrebbe, il motore economico che ne verrebbe fuori farebbe da volano per un cambiamento culturale, economico e sociale che rivoluzionerebbe la città intera.

    Una sinergia di intenti per cui ai turisti si possa presentare un piano vacanziero culturale e paesaggistico fuori dal comune, ai velisti che Crotone attende per i campionati Europei, a tutte le società sportive che anno dopo anno partecipano a tornei di ogni genere stazionando nella nostra città senza avere una meta realmente visitabile, a tutte quelle persone che da anni ormai scrivono sui blog che dopo essere stati a Capo Colonna sono rimasti delusi per la trascuratezza che questo luogo ha riservato loro.

    In tutto ciò lanciamo un’ennesima mano tesa all’Assessore alla Cultura del Comune di Crotone Antonella Giungata, che ancora non si è espressa sulla vicenda Capo Colonna, ma che ha firmato l’articolo che ad agosto 2013 ha reso noto sul sito della Regione Calabria il ritrovamento della barca romana e del suo carico prezioso dal quale abbiamo preso queste splendide foto (clicca qui per leggere l’articolo), e che quindi conosce bene le potenzialità di questo luogo che non sta a cuore solo ai membri del comitato #salviamocapocolonna ma ad una città intera.

    A quelli che non hanno idea di cosa sia un’idea di futuro plausibile e sostenibile…. questa è una proposta!!!!

    Grazie sig. Piero, la terremo aggiornata su ogni sviluppo!

    Fabrizio Carbone

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