‘Ndrangheta, estorsioni e fatture false: 33 arresti nel bergamasco

Blitz di carabinieri e Guardia di Finanza. Indagati sospettati di aver agevolato il clan Arena.

Sono più di 30 le persone raggiunte dalle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Brescia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura bresciana ed eseguite dai militari del comando provinciale carabinieri e del comando provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo. I soggetti sono accusati a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività della cosca di ‘ndrangheta Arena operante nel Crotonese, in relazione a condotte di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari. In particolare, il provvedimento dispone la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti di 33 indagati, nonché il sequestro finalizzato alla confisca di oltre 6,5 milioni di euro. Contestualmente, sono in corso decine di perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria.

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Gli arresti

L’operazione si inserisce in una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Dda della Procura di Brescia e originariamente svolta dai Carabinieri di Bergamo in relazione a condotte estorsive che sarebbero state poste in essere nella Bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati alle ‘ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Questo sarebbe stato realizzato dal sodalizio mediante almeno 7 società “cartiere”, intestate a prestanome o a imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, al fine di riciclare i proventi delle attività delittuose del clan Arena di Isola di Capo Rizzuto. Le indagini hanno inoltre consentito di delineare, in ipotesi accusatoria, il ruolo di alcuni professionisti contabili, i quali sono indiziati di avere ideato e attuato modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Le attività investigative, svolte anche attraverso un costante monitoraggio degli spostamenti e degli incontri sul territorio dei diversi soggetti coinvolti, hanno permesso inoltre di far emergere riscontri circa condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà.