Giulio e Franco Nicoletta eroi dimenticati solo dalla loro Crotone

L'Anpi Provinciale ci permette di recuperare memoria sperduta e vilipesa da una amministrazione comunale senza dignità

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    Riceviamo e pubblichiamo la lunga ed appassionata ricostruzione di una delle pagine più gloriose della storia di crotonesi d’Italia. Giancarlo Sitra, Presidente dell’Anpi Provinciale (e questo già basterebbe per dare titolo onorifico d’eccellenza), ci permette di recuperare parte della memoria più nobile di nostri concittadini portati in gloria in più parti d’Italia e che questa amministrazione Vallone, che per fortuna sta per accomiatarsi, fa di tutto per ignorare e per di più vilipendere in nome e per conto di collaborazionisti tedeschi. Grazie Anpi per ricordarci, una volta di più, che senza memoria non si è mai stati realmente in vita:

     

    “Vista la prolungata inerzia del Comune di Crotone alla richiesta dell’ ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D’ITALIA DELLA  Prov. di Crotone ad intitolare una Piazza o una Via cittadina al leggendario Partigiano Crotonese Giulio Nicoletta, il quale insieme al fratello Franco, tra l’altro, contribuì a liberare dagli occupanti nazisti la città di Torino, mio malgrado, nella qualità, mi vedo costretto a rendere APERTA l’ ultima lettera trasmessa al Comune di Crotone, al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente dell’ A.N.P.I. Smuraglia, al Prefetto di Crotone De Vivo.

    Al Signor Sindaco di Crotone Avv. Peppino Vallone

    Al Presidente del Consiglio di Crotone Dr. Arturo Crugliano Pantisano

    Al Consiglio Comunale di Crotone

     

    p.c., Al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella

    Al Presidente dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia Carlo Smuraglia

    Al Prefetto di Crotone Dr. Vincenzo De Vivo

     

     

    Sollecito intitolazione Piazza o Via cittadina al Comandante Partigiano Giulio Nicoletta – Medaglia d’Argento al Valore Militare, Riconoscimenti a Franco Nicoletta e Giovanni Grillo.

     

    Egregi Signor Sindaco e Signor Presidente del Consiglio,

    Sollecito con la presente una cortese risposta alla nostra richiesta, di pari oggetto, del 17 marzo 2015, che per Vostra opportunità allego, preceduta da ben altre tre richieste sullo stesso tema a partire dal luglio 2010,epoca in cui rivestivo l’incarico di Presidente del Consiglio del Comune di Crotone.

    Si è assistito in questi anni, su iniziativa della Giunta Municipale e senza alcun coinvolgimento del Consiglio Comunale – rappresentante esclusivo dell’identità cittadina ed il solo titolare di ogni decisione sul Patrimonio comunale -, alla proliferazione di Vie e Piazze intestate a Crotonesi e non, assai poco noti e privi di particolari meriti per l’attribuzione ad essi di un toponimo cittadino.

    Eclatante, ed in compagnia di altri, il caso di Via Claudio Crea (delibera G.M. n. 33/2013), che cancella la storica e idro-geografica Via Pignataro, decisione questa raggiunta con la revoca di ben n. 2 delibere di Giunta precedenti, la 489/2007, con la quale veniva modificata in Via Claudio Crea la preesistente Traversa V Verdogne e la n. 33/2009 sempre della Giunta comunale con la quale si revocava la delibera 33/2013 e si trasferiva la succitata “ Via Claudio Crea” dalla già Traversa V Verdogne alla preesistente Via Esterna Verdogne.

    Veramente curioso questo balletto della Giunta Comunale che doveva essere particolarmente affascinata dal particolare curriculum vitae, se decide per ben tre volte, ed increscendo, il cambio di Via da intestare al Signor Claudio Crea di Torre Melissa.

    Sembrerebbe che la decisione della Giunta sia stata assunta in base al romanzo “Una storia nascosta” di Elio Cortese, fornito dalla famiglia Crea, e risultato a seguito della ricerca storica condotta dalla Dottoressa Michelina Grillo un “libro di pura fantasia”.

    Il medesimo autore del libro, Prof. Elio Cortese, nella lettera inviata al Comune di Crotone il 9 gennaio 2013 testualmente dice: “…. Con riferimento alle ultime vicende relative all’ intitolazione a Crotone di Via Claudio Crea , lo scrivente, quale autore del romanzo Una storia nascosta, nel rammaricarsi per la tardività con cui codesta Amministrazione intende procedere solo ora all’accertamento della verità storica dei fatti da me narrati, atto questo che, invece, avrebbe dovuto costituire preliminare ed essenziale presupposto per l’intitolazione della via in argomento, conferma ancora una volta che la pubblicazione del proprio romanzo contiene, per la maggior parte, elementi di pura fantasia”.

    Meraviglia che a fronte di tanta superficialità (o c’è qualcos’altro?) il Comune di Crotone non abbia voluto dare esecuzione alla equilibrata proposta della Dottoressa Grillo contenuta nella sua lettera del 2 ottobre 2012 al Sindaco di Crotone ed al Sindaco di Melissa, alla Provincia ed al Prefetto di Crotone e cioè di revocare il toponimo più volte citato e di assegnare alla ex Via Pignataro il nome di “Via ex Prigionieri di Guerra”.

    E’ bene precisare che la dottoressa Michelina Grillo è figlia del prigioniero di guerra Giovanni Grillo il quale per l’onore dell’Italia occupata dai nazifascisti preferì la vita del Lager alle lusinghe dei nazisti che gli promettevano amicizia e libertà in cambio di collaborazionismo. La scelta era o con Hitler e la neonata repubblica di Salò di Mussolini, o nei lager. Giovanni Grillo, come tanti altri, scelse i lager, contribuendo a creare in Patria terreno fertile e aperta adesione alla Resistenza nazionale e alla lotta antifascista.

    Di Giovanni Grillo lo scrittore, storico e giornalista Gennaro Cosentino, riferendosi esclusivamente a documenti storici originali ha pubblicato nel 2014 il libro “Giovanni Grillo da Melissa “La vicenda di un deportato calabrese”. Sulla sua figura eroica la figlia Michelina Grillo in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Regionale della Calabria e col patrocinio della Regione Calabria, dell’Università della Calabria, dell’Associazione Nazionale Ex Internati Militari, dell’Istituto di Storia Contemporanea di Ferrara, della Società Dante Alighieri di Roma, dei Comuni di Crotone e Melissa, ha indetto il Concorso “Giovanni Grillo” tra tutte le scuole medie primarie e secondarie della Calabria che riscuote un grande interesse tra gli studenti ed un grande successo di pubblico.

     

    Su questa intricata vicenda si richiamano:

    • Con mail del 14/11/2012 l’Assessore Piero Cotroneo scriveva alla dottoressa Michelina Grillo:

    Cara Michelina, ti chiedo scusa ma è un momento molto particolare. Se ne è discusso in Giunta e si sono avviate le prassi per rivedere la decisione e decidere come modificare la situazione attuale…… Ho comunque chiesto al sig. Cortese una formale comunicazione, da allegare agli atti, che la sua opera letteraria è per la massima parte opera di fantasia. (l’autore Prof. Cortese conferma di avere scritto un romanzo di fantasia con la lettera su richiamata del 9 gennaio 2013). Continua l’assessore Cotronei di seguire la cosa è stato incaricato Franco Stabile che è l’assessore alla viabilità ed ha la delega specifica. Ti terrò informata dell’evolversi dell’iter amministrativo;

    • Con lettera del 21 dicembre 2012, prot. 5968/Int., l’Assessore Francesco Stabile diretta al Dirigente V Settore Dr. Antonio Ceraso, al Sindaco Avv. Peppino Vallone ed alla Dott.ssa Michelina Grillo, testualmente riferisce:

    Verificata la delibera n. 33/2009 dalla stessa non emergono motivazioni storiche specifiche circa l’attribuzione di Via Claudio Crea; che comunque l’Ente per l’attribuzione di tale toponimo non ha fatto riferimento ad elementi storici che possono essere comprovati; che in un incontro con l’autore Prof. Elio Cortese del romanzo “una storia nascosta” veniva fuori palesemente che gli avvenimenti riportati nel libro sono tutti elementi di pura fantasia….

    • L’agghiacciante lettera del 2013, con la quale si adombrano gravi sospetti con riferimento al toponimo in parola, di Lagioia Pietro, novantaquattrenne di San Nicola dell’alto, combattente in Francia, Albania, Monti slavi, Grecia, catturato dopo l’8 settembre dai tedeschi a Mestre, viene chiuso per 2 giorni e 2 notti in un vagone ferroviario e portato prima a Salonicco, riportato di nuovo a Mestre e da qui in Austria, da qui a Neves, campo di smistamento e da qui a Berlino – Magdeburgo. Veniva liberato dagli Americani l’8 ottobre 1945 e fa ritorno a casa a gennaio del 1946.

    • La lettera2/2/2013 prot. 2013 0007702 del Dirigente del 5° Settore Dr. Antonio Ceraso indirizzata alla Dott.ssa M. Grillo con la quale si riferisce:

    • L’attribuzione del toponimo “Via Claudio Crea”, fu curata dall’Ufficio CED del Comune … e le cui risultanze confluirono nell’acclusa deliberazione giuntale n. 489 del 23/11/2007 a perfezionamento del procedimento (N.d.R., mi verrebbe da dire ma cosa ci azzecca il Centro Elettronico con queste competenze: dal dire del Dr. Ceraso sembra che nessuno vuole assumersi la paternità dell’istruttoria di questa pratica)

    • Il Crotonese 2 marzo 2013 n. 25 vedi articolo “Via Crea, una disputa che la lentocrazia affosserà” dello storico Prof. Franco Federico;

    Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio,

    Questa complessa vicenda fatta più di ombre che di luci sarà approfondita a tutti i livelli dalla nostra Associazione, custode dei Valori e della Storia della Resistenza, per evitare un nuovo vulnus alla nostra città, già ammorbata dal Gladio romano eretto nella nostra città in onore dei repubblichini di Salò, affinché si faccia piena luce sulla verità storica dell’intera questione e perché si comprendano meglio l’agire di parte del Comune di Crotone, che continua a tacere sul riconoscimento per gli Eroi solari della nostra città, come i Fratelli Nicoletta, la Medaglia d’oro al Valore Militare Alberto Andreani ed il deportato Giovanni Grillo.

    Comincio a pensare che il mancato riconoscimento al Comandante Giulio Nicoletta, padre della Patria, della Libertà e della Democrazia, sia dovuto alla Vostra poca considerazione nei confronti dell’ A.N.P.I., CUSTODE DEI PIU’ ALTI VALORI DELL’ITALIA repubblicana e/o nei confronti dello scrivente Presentatore, che pure è certo di avere servito la nostra città in modo esemplare: da cittadino, da consigliere comunale, da assessore comunale e provinciale, da vice sindaco, da Sindaco e da Parlamentare, con passione e con genuino spirito di servizio, dai più riconosciuto e dal Presidente della Repubblica Carlo Azelio Ciampi, il quale il 27 dicembre 2003 gli conferiva l’Onorificenza di Grande Ufficiale col n° 5655 Serie IV.

    Se fosse così, non impiegherò un minuto di più a farmi da parte e fare avanzare la richiesta da altri, pur di onorare uno tra i più illustri Cittadini Crotonesi, il Comandante Partigiano Giulio Nicoletta, il quale al Comando della 43^ Divisione autonoma Val Sangone “Sergio De Vitis”, composta da circa 4.000 partigiani, contribuì, tra l’altro, in modo decisivo a liberare dai nazisti la città di Torino. Nicoletta, coi suoi partigiani, nei giorni dell’insurrezione fu tra i primi ad entrare a Torino, per difendere la città e impedire che vi entrassero le truppe del generale Schlemmer.

    Le forze partigiane che agirono in Val Sangone sono riconducibili a ben tre divisioni inquadrate nella IV Zona del Comitato di Liberazione Nazionale Torinese. In gran parte i partigiani facevano parte della 43° divisione autonoma Val Sangone “Sergio De Vitis” al comando di Giulio Nicoletta, Medaglia d’ Argento al Valore Militare; al momento della Liberazione era suddivisa in sette brigate, di cui la prima era la brigata Lillo Moncada al comando di Franco Nicoletta, fratello di Giulio.

    E’ appena il caso di ricordare che Giulio Nicoletta è nato a Crotone il 23 agosto 1921 nella casa paterna, sita in “Marina del Porto” e si è formato culturalmente nella nostra città al Liceo Classico Pitagora, cosa questa che gli ha consentito di evitare nuove barbare uccisioni di civili da parte dei tedeschi, chiudendo la trattativa grazie alla sua conoscenza del latino. Infatti condusse la trattativa parlando in latino col Generale tedesco Hansen e scambiò salvandoli dalla morte circa 100 prigionieri cumianesi superstiti, dopo che i nazisti, violando gli accordi, massacrarono 51 cumianesi, tra i quali bambini, donne e anziani. A loro ricordo sul luogo dell’eccidio è stata eretta una grande Croce con l’epigrafe: “In questo luogo 51 cumianesi, cittadini esemplari e rimpianti, vittime innocenti e pure la ferocia nazista il 3 aprile 1944 trucidava”.

    Al momento dell’armistizio (l’8 settembre 1943, il giorno del (“tutti a casa”) ancora studente, nel Vercellese, come Sotto Tenente di Fanteria del 1° Reggimento Carristi, Giulio col fratello Franco, proveniente dalla Croazia, decidono di non tornare a casa ed entrano subito nella Resistenza, costituendo la nota banda Partigiana Nicoletta nella zona di Bruino (TO). “Figura apparentemente fragile, ma di forte carattere, buon stratega militare, cattolico, votò gli anni dal 1943 al 1945 alla lotta contro il fascismo repubblichino e l’invasore nazista suo alleato. La figura, già allora quasi leggendaria di Nicoletta, la si ricorda per l’attacco alla “Banda Martinasso”, la difesa della Palazzina Sartorio, il rilascio degli ostaggi di Trana e l’ingresso a Torino liberata dai Nazifascisti. Ma soprattutto per il suo ruolo avuto per scongiurare l’eccidio di Cumiana avvenuto alle 17 del 3 aprile 1944 alla cascina Riva di Caia all’ingresso del Paese. 51 cumianesi rastrellati furono fucilati dai tedeschi per ordine del tenente delle SS naziste Anton Ranniger.

    Nel libro “La Resistenza alle porte di Torino” di Gianni Oliva, presentato su mia iniziativa e dello storico Fulvio Mazza nel Consiglio Comunale di Crotone alla presenza di Giulio Nicoletta e di Oliva, quest’ultimo ripercorre in termini indiscutibili le drammatiche ore di trattative tra le SS e il comandante partigiano Nicoletta, il prete del paese don Pozzo ed il medico Ferrero entrambi di Cumiana. L’obiettivo è giungere ad un scambio di ostaggi dopo lo scontro a fuoco avvenuto a Cumiana il primo aprile in piazza Vecchia tra partigiani, repubblichini fascisti e soldati tedeschi. I partigiani portarono a Forno 37 prigionieri, fra cui 35 fascisti e 2 sottoufficiali tedeschi. All’hotel Campana di Pinerolo avvengono le trattative, ma i tedeschi non aspettano il loro esito e il 3 aprile fucilano 51 cumianesi…. Nella trattoria della stazione Nicoletta apprende della strage. I tedeschi minacciano di uccidere per rappresaglia altri cumianesi. Il 4 aprile Nicoletta si incontra a Pinerolo con il Generale nazista Hansen. Don Pozzo si incontra a Torino con il Cardinale Fossati. Il 5 aprile sulla strada di Giaveno sono rilasciati dai partigiani i soldati delle SS”.

    Che tristezza e quale onta alla memoria dei fratelli Nicoletta e di tutti i giovani partigiani morti per la nostra libertà vedere ancora in piedi a Crotone il Gladio in onore dei repubblichini di Salò, alleati e fiancheggiatori dell’oppressore nazista. Noi non siamo riusciti non solo ad eliminare questa vergogna per la città di Crotone, ma nemmeno a modificarla in un segno di pace come ci avevate promesso.

    Ma ciò che più brucia e grida vendetta è il fatto che questa amministrazione comunale, che ha la propria sede in Piazza della Resistenza, in carica da 10 anni non ha ancora voluto onorare nella propria città come meritano i nostri fratelli Giulio e Franco Nicoletta.

    Si tratta di un vero e proprio delitto. Perché? Nessuna cavillo sull’argomento merita cittadinanza a fronte della nobile figura del Comandante Giulio Nicoletta.

     

    Di contro il 31 ottobre 2015 il Presidente della Repubblica Mattarella, in visita all’Ossario di Forno, in un bagno di folla partecipa all’intitolazione della Scuola Media di Coazze al nostro illustre concittadino Giulio Nicoletta. Assente la città di Crotone.

     

    Nell’occasione il Presidente Mattarella era accompagnato dai Sindaci Piero Fassino di Torino, che ha ricordato commosso le figure dei grandi Comandanti Partigiani, che operarono in queste zone come Giulio Nicoletta e suo padre Eugenio, Mario Ronco Sindaco di Coazze, Carlo Giacone di Giaveno (città che ha conferito a Giulio Nicoletta la cittadinanza onoraria). Prima di Mattarella si sono recati ad onorare i Partigiani della Valsangone i Presidenti Oscar Luigi Scalfaro e Giorgio Napolitano (2009).

    Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio, Signori Consiglieri,

    Vi rivolgo l’ennesima supplica a Volere eliminare questo grave vulnus della nostra città verso Giulio Nicoletta e la Sua famiglia ed intitolare, prima della fine di questa CONSILIATURA, la più grande Piazza della città al Comandante partigiano Giulio Nicoletta, una Via o una Scuola al fratello Comandante partigiano Franco Nicoletta ed una via al nostro eroe, il deportato Giovanni Grillo che preferì la dura prigionia, fatta di lavori forzati, fame e vessazioni all’adesione al nazismo ed alla Repubblica di Salò che apriva il ritorno a casa, rifiutò la lusinga tedesca per continuare con onore a servire la Patria.

    Una tale decisione, che sarà sicuramente a lungo ricordata, ad insegnamento in particolare delle nuove generazioni, vale da sola a dare una nuova luce ai suoi esecutori.

    Vi proponiamo di festeggiare insieme questi eventi in occasione della prossima Festa della Repubblica.

    A Vostra disposizione per ogni collaborazione ed occorrenza, in Vostra attesa porgo distinti saluti”

     

    Il Presidente

    Giancarlo SITRA 

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