Il Diaconato di Leopoldo, una Epifania di grazia per la nostra Chiesa

Don Leopoldo Arabia ha ricevuto dall’arcivescovo Angelo Panzetta il dono del sacramento del diaconato.

Una significativa rappresentanza della comunità diocesana ha partecipato, mercoledì 5 gennaio, alla celebrazione eucaristica durante la quale don Leopoldo Arabia ha ricevuto dall’arcivescovo Angelo Panzetta il dono del sacramento del diaconato. Al giovane don Leopoldo, che appartiene alla parrocchia di san Giovanni Paolo II in Crotone, hanno fatto corona i compagni di studi del seminario regionale di Catanzaro, di cui era presente anche il rettore, don Mario Spinocchio, insieme ad alcuni membri dell’equipe educativa. Presente anche mons. Luigi Cantafora, vescovo emerito di Lamezia Terme.
La particolare circostanza liturgica nell’ambito della quale don Leopoldo ha ricevuto il sacramento dell’ordine sacro, cioè la vigilia dell’Epifania del Signore, ha dato modo all’arcivescovo di indicare al nuovo diacono tre particolari ambiti in cui realizzare il suo servizio ecclesiale: la diaconia (cioè il servizio) della luce, del mistero, della ricerca.

La diaconia della luce

La diaconia della luce, ha detto l’arcivescovo, “è il servizio particolare di chi – come i profeti d’Israele e di ogni tempo – sa intravedere la luce al di là della tenebra, sa sostenere la speranza perché è capace di cogliere sempre spiragli di grazia”. In un tempo come il nostro, segnato da incertezze e difficoltà a guardare al futuro, “abbiamo bisogno come il pane – ha proseguito il vescovo – di profeti di luce” che come sentinelle della storia sappiano attendere e segnalare a tutti ogni barlume di speranza che si accende all’orizzonte. “Sii diacono di luce – ha augurato il vescovo al giovane ordinando – porta la speranza di un Dio che interviene anche nei periodi più bui della storia”.

La diaconia del mistero

Il “mistero” nel linguaggio cristiano che attinge alla Scrittura, non è qualcosa di incomprensibile: è il progetto salvifico di Dio che si è manifestato (questo è il significato di “epifania”) in Gesù. Servire il mistero, quindi, significa raccontare a tutti le promesse salvifiche di Dio per noi. “La diaconia del mistero – ha detto il vescovo rivolgendosi a don Leopoldo – ti chiede di essere capace, in questo tempo particolare che viviamo, di ricordare a tutti che nel cuore di Dio non ci sono estranei. Ogni persona che incontrerai possa tornare a casa contenta di aver scoperto che Dio ha un cuore grande e desidera la sua vita e il suo bene”.

La diaconia della ricerca

I Magi di cui ci narra il vangelo sono l’icona dei pagani, cioè dei “lontani” che si mettono in cammino con audacia per cercare il significato profondo delle cose, per cercare Dio. “C’è una diaconia particolare – ha detto mons. Panzetta – che consiste nell’aiutare chi cerca Dio a trovarlo. Chi ti aiuta a trovare Dio, ti aiuta a trovare il tesoro più prezioso della vita”. La diaconia dell’itinerario è la disponibilità ad accompagnare altri all’incontro con il Signore che si è fatto in prima persona. “Carissimo Leopoldo – ha continuato il vescovo – conosco il tuo profondo amore per la Scrittura. Continua a studiarla in una prospettiva missionaria, cioè non soltanto per te, ma per illuminare gli itinerari di quanti incontrerai. Mettiti a servizio dei cammini salvifici delle persone”.

Un regalo di Natale per la nostra chiesa

Infine, l’arcivescovo ha voluto dire un grazie alla famiglia di Leopoldo, alla sua comunità parrocchiale e a quanti hanno curato il suo cammino vocazionale e formativo. Riprendendo il messaggio augurale rivolto a tutta la diocesi nei giorni scorsi, il vescovo ha concluso la sua omelia dicendo di considerare il diaconato di don Leopoldo “il regalo di Natale che lo Spirito Santo fa alla nostra chiesa. Carissimo Leopoldo, mettiti con coraggio a servizio di questa chiesa diocesana alla quale da oggi sei legato in modo del tutto speciale”.