C.I.S. Calabria e fascia jonica calabrese: la Calabria che l’Italia non si aspetta

L'analisi di Peppino Cosentino, Domenico Critelli e Giovanni Lentini.

Riceviamo e Pubblichiamo:

Per martedì 19 ottobre 2021, il sottosegretario al Ministero per il Sud e la Coesione territoriale On. Dalila Nesci, su delega del Ministro On. Mara Carfagna, ha indetto una riunione con i rappresentanti dei Ministeri interessati, dell’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale e di Invitalia, i Presidenti delle Province nonché il Presidente dell’Anci Calabria, per illustrare e condividere una inedita ed ambiziosa  progettualità riguardante il Contratto Istituzionale di Sviluppo (CIS) della nostra Regione. Indubbiamente un’ottima iniziativa sulla spinta e in coerenza con i principi che hanno ispirato la nascita del Governo Draghi. Una proposta che, in ogni caso, merita alcune riflessioni. Aver preso atto da parte di autorevoli rappresentanti dello Stato che lo sviluppo dell’Italia passa attraverso lo sviluppo delle Regioni in difficoltà a noi sembra una presa di conoscenza e di coscienza della realtà, della complessità del reale in cui viviamo e, per questo, plaudiamo e facciamo nostre le riflessioni del sottosegretario Nesci perché  come lei crediamo che “la Calabria ha ali più grandi del nido in cui l’hanno relegata anni di politiche miopi e fallimentari“. Allo stesso tempo, però, oltre a rammaricarci per le politiche miopi e fallimentari da parte dei governi Nazionali e Regionali che si sono succeduti nel tempo non possiamo non rimarcare anche le politiche strabiche che hanno portato a considerare la Calabria come bagnata dal solo Mare Tirreno e con l’intero arco Jonico a sgomitare. Politiche miope e fallimentari alle quali si è aggregata anche l’Europa con uno strabismo ancora più radicale , seppur più formale, espresso nella classificazione e nella diversificazione fra aree centrali e aree  marginali dell’Europa. Crediamo che in questa visione nuova che prevede “investimenti per lo sviluppo economico e sociale, per la mobilità sostenibile, per la tutela dell’ambiente e per la promozione turistica e culturale” , grande attenzione andrà dedicata alla parte Jonica Calabrese, alla Riva Sud del Mediterraneo,  indipendentemente dalle capacità o incapacità delle singole amministrazioni che non possono essere scontate dalle popolazioni . Per questo riteniamo che la regia deve essere affidata al Governo Nazionale e al nascente Governo Regionale. La Calabria che uscirà fuori da questo pre-tavolo, a cui ci auguriamo ne seguiranno altri, dovrà essere una Calabria che guarda al futuro con ottimismo e con serenità e che si pone l’obiettivo primario, in una visione nuova del principio di  sussidiarietà orizzontale e verticale , di recuperare il divario esistente tra le due Calabrie e per costruirne “un’ altra” profondamente diversa. Una Calabria che parte innanzitutto da una rivisitazione del territorio calabrese dal punto di vista amministrativo e politico con la creazione di quattro “aree vaste” quale sintesi virtuosa delle cinque province esistenti. Una Calabria che  attraverso il supporto e l’utilizzazione di strumenti  come i Contratti Istituzionali di Sviluppo, le Zone Economiche Speciali, i Distretti Produttivi, il rafforzamento delle infrastrutture già esistenti nella parte tirrenica e la realizzazione  di un’adeguata infrastrutturazione della parte Jonica, passi dall’essere considerata la Cenerentola d’Italia e d’Europa per diventare il locomotore di un Sud che punta a dare certezze alle sue nuove generazioni. La Calabria che l’Italia non si aspetta. In questo quadro di ponderata fiducia e di cauto ottimismo s’inserisce Crotone e la sua provincia . Una città e una provincia che, più delle altre città e delle provincie calabresi e meridionali, stanno scontando una dolente e desolante perdita di ruolo del suo antico capoluogo. Una decadenza inarrestabile che , negli ultimi trent’anni, ha portato ad una radicale deindustrializzazione e conseguente desertificazione contro le quali la città , e la sua provincia , non hanno saputo proporre un’alternativa di sviluppo valida e credibile preferendo, invece , chiudersi e ripiegarsi su loro stessi, in attesa d un inverosimile irrealizzabile ritorno al passato. Eppure, ancor’oggi, sul territorio permangono alcune infrastrutture come il porto e l’aeroporto che, seppur da potenziare e integrare con l’inserimento dell’intero tratto della SS 106 nel progetto di realizzazione della rete TEN-T e con l’elettrificazione in tempi rapidi, ben prima del 2026 , della rete ferroviaria jonica, restano fondamentali per l’intera area della fascia jonica, essendo, tra l’altro, il porto destinatario di un Contratto Istituzionale di Sviluppo nell’ex deposito di oli minerali della Meridionale Petroli (ex area Sensi) e tutte e due le infrastrutture individuate come Zone Economiche Speciali. Attività che, se portate a termine, in sinergia con il porto di Corigliano/Rossano e il distretto agroalimentare di Sibari, potrebbero rendere le due infrastrutture idonee per sviluppare e realizzare, in aggiunta, e non in sostituzione, le attività di cargo, con le relative strutture di supporto, da porre a servizio delle produzioni agricole di eccellenza di tutta la fascia jonica da Taranto a Reggio Calabria.

Peppino Cosentino
Domenico Critelli
Giovanni Lentini