Solo in un territorio come la Calabria si poteva pensare al terzo settore per rilanciare le attività culurali

Lentini: "sarà fallimento certo e sicuro tranne che, ed è un ipotesi da non escludere, non si voglia ridurre il museo e il parco archeologico di Capocolonna ad un misero e miserevole "non luogo"

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Solo in un territorio come la Calabria si poteva pensare al terzo settore per rilanciare le attività culturali all’interno dei musei e dei parchi archeologici. Musei e parchi archeologici che, invece, richiedono competenze e professionalità diverse tra di loro per le quali più che il volontariato del terzo settore, che in parte disturba e inquina il libero mercato , sarebbe necessario la costituzione di reti d’imprese con la presenza di più imprese in grado di offrire servizi che vanno dall’accoglienza all’organizzazione di eventi culturali. Non averlo compreso mi rammarica ma non mi fa demordere e certamente farò in modo che l’organizzazione a cui appartengo , già vincitrice e affidataria per cinque anni delle attività collaterali e di supporto ai due musei archeologici di Crotone, si possa trasformare in Ets con relativa iscrizione all’albo nazionale. P.S. l’organizzazione di cui oggi faccio parte , e da me presieduta negli anni dal 2011 al 2021 , dopo aver vinto il bando sulla gestione e valorizzazione dei beni culturali, elaborato in condivisione dalla regione Calabria e dal Mibac , dopo aver firmato il contratto di concessione oneroso con il polo museale , dopo aver stipulato una costosissima polizza fidejussoria per garantire le rilevanti royalities previste, e dopo aver speso oltre trentamila euro nel museo archeologico di CapoColonna , quell’organizzazione è stata “costretta” , con metodi tutti da censurare, a rinunciare alla gestione e valorizzazione dei due musei e conseguentemente a rinunciare anche al finanziamento di 150 mila euro ottenuto da parte della regione Calabria che tra l’altro , comportò le inutili e particolari attenzioni di una senatrice della repubblica sfociate in un interrogazione parlamentare e in un accesso agli atti che com’era prevedibile finì in una manciata di farina buttata addosso a chi aveva una solo colpa agli occhi di questa nemica giurata della città . L’amore per la propria comunità. Oggi, oltre alle conseguenze economiche e di compliance dell’organizzazione da me presieduta che portarono alla mia decadenza da presidente, devo assistere, da parte del Mic, alla presentazione di un bando destinato ad un fallimento certo e sicuro tranne che, ed è un ipotesi da non escludere, non si voglia ridurre il museo e il parco archeologico di CapoColonna ad un misero e miserevole “non luogo”, come già avvenuto con altre strutture similari presenti in città, nate con altri scopi e altri intendimenti. Non ce ne faremo una ragione. Non me ne farò una ragione.
(Giovanni Lentini già Presidente Fondazione Odyssea)

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