Insieme per “sbullonare” il cyberbullismo

La polizia postale, è stata ospite dell'istituto Vittorio Alfieri di Crotone, nell'ambito del Safer Internet Day

Nella mattinata di martedì 18 febbraio si sono tenuti, nell’auditorium dell’Istituto Comprensivo “Vittorio Alfieri” di Crotone, due incontri tra gli studenti e la Polizia Postale e delle comunicazioni di Crotone atti a sensibilizzare la platea ad un uso sicuro, consapevole e responsabile del web.

Il primo incontro ha visto protagonisti gli alunni delle terza della Scuola Secondaria di I Grado; mentre al secondo hanno partecipato i piccoli della IV e V Primaria del plesso Albani.

L’attività, che è stata curata e realizzata dal prof. Romano Pesavento, in organico nell’istituto, dietro personale interessamento della dirigente scolastica Antonella Romeo, rientra nell’ambito delle azioni programmate nel mese del Safer Internet Day (11 febbraio) con l’intento di incrementare le capacità dei giovani di individuare, prevenire e ridimensionare i pericoli sottesi ai social network, in modo da ridurre i rischi di una fruizione digitale scriteriata.

Il formatore assistente capo Otello Chimenti ha spiegato, attraverso l’utilizzo di video, tutti i reati connessi alle azioni aggressive compiute dagli studenti ai danni dei propri coetanei: spesso il bullismo si trasforma in cyberbullismo perché le “prodezze” dei giovani aguzzini vengono pubblicate online accrescendo il senso di solitudine, impotenza e depressione delle vittime.

Oggi i giovani frequentano la rete non solo per socializzare ma anche per manifestare crudeltà mentale, violenza e malintesa competizione tra coetanei.

Si è ricordato che, secondo la nuova Legge n. 71/2017, per cyberbullismo si intende “…qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.

Determinanti sono stati alcuni chiarimenti forniti ai più grandi dal referente Otello Chimenti: “ogni comportamento sui social può essere tracciato, ricostruito e denunciato alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, se danneggia il destinatario; dai 14 anni in poi, i giovani sono penalmente responsabili delle loro azioni in rete e quindi imputabili; i docenti, in quanto pubblici ufficiali, devono denunciare fatti penalmente rilevanti (reati) commessi o subiti dagli studenti”.

Indubbiamente molti forme di prevaricazione non vengono percepite come tali e tanto meno come reati tra chi le esercita.

Proprio per questo motivo si deve insistere sull’importanza della solidarietà e dell’empatia

I giovanissimi hanno bisogno di qualcuno che mostri loro come superare gli ostacoli, le frustrazioni, gli insuccessi, senza paura e senza aggressività.

La scuola ha il dovere di intervenire quanto più è possibile per creare condizioni di apprendimento serene e costruttive in modo che ciascuno possa esprimersi in piena libertà.

Gli studenti hanno manifestato molto interesse e attenzione per le tematiche proposte; hanno interagito con l’assistente capo Chimenti, ponendo tante domande e assumendo un atteggiamento propositivo e assertivo.