Akrea, cosa è stato e cosa ci aspetta?

L'ex consigliere comunale Giovanni Procopio, in un comunicato stampa, analizza quello che è stato fino ad ora la gestione di AKREA

Riceviamo e Pubblichiamo:

La questione della società in house Akrea è una patata bollente.

Ed aggiungo io pericolosamente ed inevitabilmente bollente se è vero com’è vero che Crotone ormai da anni, troppi anni, conta e “sconta” solo fallimenti e disfatte.

Con questo mio intervento cercherò di chiarire il mio pensiero in modo da sgombrare il campo da chiacchiere e da chiacchieroni.

Almeno questa è la mia intenzione.

E proprio per questo, per fare chiarezza, affermo che la responsabilità di tutta questa situazione, ai limiti dell’assurdo, è di chi ha governato questa città fino al 7 novembre scorso.

E spiegherò anche il perché.

Già nel 2017 il consiglio comunale di Crotone adottò una delibera di consiglio di adesione all’Ato, a cui, nel tempo, dovevano seguire tutti gli adempimenti burocratici.

Ma qui intervenne il primo intoppo.

A quell’atto deliberativo non segui l’attivazione delle procedure conseguenti.

A questo riguardo, sempre per chiarezza e senza nessun intento polemico, invito i cittadini crotonesi a rivedere sul sito del comune la puntata registrata del consiglio comunale del 16 settembre 2019.

In quel consiglio si parlava dell’ordinanza per l’ampliamento di Columbra ma si denunciava anche la mancata partenza dell’Ato di Crotone, che, tra l’altro, aveva tutte le carte in regola per iniziare le sue attività.

E questa mancata partenza avveniva a svantaggio dell’intera comunità ma anche e soprattutto a discapito dei lavoratori dell’Akrea.

A tutta questa situazione di per se già grave si aggiunse la beffa.

La raccolta differenziata.

Raccolta differenziata che con un finanziamento di 2 milioni e seicentomila circa da parte dalla regione Calabria doveva partire con il botto e doveva rilanciare l’azienda Akrea che detto per inciso da questo finanziamento non ricevette nessun trasferimento di risorse.

E anche in questo caso si apre un altra parentesi delicata della cronaca cittadina.

L’entrata in campo di Crotone Sviluppo, a cui fu affidato il compito di redigere il bando per la raccolta differenziata.

Raccolta differenziata mai partita e sulla quale mi riservo un approfondimento a parte e a tempo debito.

Ora che i nodi sono arrivati al pettine bisogna dire le cose come stanno, senza peli sulla lingua e senza ricorrere al politichese.

Da consigliere comunale ho sempre ribadito che prima o poi si sarebbe arrivato a questa situazione senza controllo e che a pagarne le conseguenze sarebbero stati i lavoratori.

Oggi, dopo mesi di chiacchiere, sappiamo che ci sono responsabilità e sono responsabilità precise.

E di queste responsabilità i cittadini e i lavoratori devono essere messi al corrente.

A questo riguardo io mi dichiaro disponibile anche ad un confronto pubblico.

Per denunciare ritardi e omissioni e anche per proporre soluzioni alternative.

Aggiungo altresì, per aiutare nel ragionamento complessivo e per amore della verità, che già dal suo insediamento il commissario prefettizio ha dimostrato grande attenzione a questa problematica e come primo atto ha assunto la presidenza dell’Ato per approvare il piano d’ambito per come prevede la legge 14 del 2014.

Una celerità che in questi anni ha latitato nell’amministrazione comunale e nella rappresentanza politica che la sosteneva, anni tra l’altro in cui il potere decisionale era in mano alla stessa persona che racchiudeva in se tre figure apicali, sindaco del comune capoluogo, presidente della provincia e presidente dell’Ato.

Cosi come era chiaro ed evidente a tutti tranne ai diretti responsabili che Akrea non poteva più gestire il servizio della manutenzione del verde e la gestione delle strisce blu ma in maniera ostinata e contraria alla logica e al buon senso si è continuato ad andare avanti senza prendere decisioni e senza assumersi responsabilità

Ora si deve chiedere al commissario prefettizio un tavolo di confronto pubblico per concertare e condividere una soluzione che non disperdi un solo posto di lavoro.

Io da subito do la mia disponibilità al confronto anche al fine di facilitare l’interlocuzione con la nuova amministrazione regionale.

E faccio tutto questo perché amo la mia città e su tale problematica e non solo su questa, ho sempre invitato la passata amministrazione comunale e le forze politiche che la sostenevano ad aprire tavoli di confronto e di iniziative ma, purtroppo, come tante altre mie proposte sono rimaste parole al vento e si è preferito continuare nel solito gioco della vecchia politica.

Far finta di fare per non fare nulla.

Credo che sia giusto che i crotonesi conoscano la verità prima che sulla loro rabbia e sulla loro disperazione ormai dilagante possa allignare il male del populismo e della demagogia che nel nostro caso sarebbe un rimedio peggiore del male in quanto mai come in questo momento più che di capipopolo Crotone ha bisogno di uomini e di donne che incentrano la loro attività politica sul dialogo e sulla soluzione dei problemi.