Ginetta Rotondo riesce a volare, portando Ettore Majorana, Houdini ed Umberto Saba dal Vitravo a Crotone passando per il Tibet foto

“Storia di un pesce che voleva volare” è viaggio e monito; magia e scienza; un libro che accompagna la fretta tecnologica in una “possibile” dimensione umana, quella dei grandi calabresi di sempre: quella di Checco Manente e di Corrado Alvaro

di Procolo Guida

A proposito di Max Planck (perché questo libro che abbiamo appena letto tratta anche di Planck e di fisica quantistica), Albert Einstein disse: “Era una delle persone migliori che io abbia mai conosciuto ma non capiva proprio niente di fisica perché durante l’eclissi del 1919 è rimasto in piedi tutta la notte per vedere se sarebbe stata confermata la curvatura della luce dovuta al campo gravitazionale. Se avesse capito davvero, avrebbe fatto come me e sarebbe andato a letto“. Ma anche il “mattacchione” di Einstein non ha potuto leggere “Storia di un pesce che voleva volare” di Ginetta Rotondo e le teorie di Bess ed Ettore che, al servizio della “forza” propulsiva di Sofia (una trota che volea divenire uccello), rammentano al mondo che ogni scoperta che l’uomo fa, in qualsiasi tempo ed a qualsiasi latitudine, è una cosa che già c’era e che attendeva solo di essere scoperta. Questo, lasciatecelo dire, stu-pe-fa-cen-te libro della filologa verzinese (terza pubblicazione dopo il romanzo “L’ospite inattesa” ed il prosema “Volevo solo essere felice”) è un viaggio astrofisico dell’anima contemporanea che ha la volontà di salvarsi e volare verso l’unica prognosi possibile. E così come il “quantismo” di Planck cambiò completamente la concezione dell’energia e la descrizione dei fenomeni microscopici e gli valse il premio Nobel per la fisica nel 1918, oggi, Ginetta Rotondo, riattraversando il “suo” vullo di San Michele che è uno dei tanti ponti/canyon del fiume Vitravo (clicca qua per vederne un bellissimo video), ci rammenta che non è possibile variare gli elementi Tempo/Spazio secondo la voracità dell’uomo; che le certezze cedono comunque alla trasformazione; che la fretta non è rotonda e che la natura ha posto dei limiti che la scienza deve rispettare.

Quando termini la lettura di questa opera capisci che la citazione di quarta di copertina di Umberto Saba (Gli orologi sono rotondi perché lo è anche il tempo) è molto più che un riferimento. Il poeta triestino in un articolo del periodo post fiorentino pubblicò “Quel che resta da fare ai poeti”, in cui polemizza apertamente con l’ideologia del poeta-vate e la poesia eccessivamente estetica e decorativa; e non possiamo e non vogliamo dire di più, se non che l’altra citazione di Checco Manente è da ascoltare e riascoltare perchè ti porta dritto dritto verso l’umanità di Corrado Alvaro che incitava a parlare e stanare e che la Rotondo vive e cita in tutto questo volo: quasi a dire chè gli abitanti di questo intricato mondo d’oggi vogliono essere “volati”... Vogliamo e possiamo sottolineare  anche che Ginetta Rotondo, “usa” i suoi personaggi fiabeschi per una sorta di autoanalisi d’impronta psicoanalitica, come se i pezzi di un’autobiografia che va progressivamente componendosi, si possano disvelare solo attraverso una coscienza collettiva di una generazione che sta lasciando le fiumare limpide e cristalline per tuffarsi nel disastro, nello sfregio che l’uomo sta apponendo alla perfezione della natura, in ogni dove: su qualsiasi bellezza che la professoressa percorre e sorvola con una prosa più incline alla poesia, senza mai trascurare, filologicamente, tratti storici e dissolventi industrializzazioni contemporanee che vanno da Crotone al Tibet, dalla Terra dei Fuochi alla provincia dello Shanxi, dal delta del Niger fino a rituffarsi nel Vitravo. Non possiamo e non vogliamo aggiungere altro sugli epiloghi, andateveli a disvelare acquistando il libro; a noi rimane il piacere di potervi aggiungere, felici, i link che ci concede il giornalismo web (come quella delle cascate di Verzino che vi riproponiamo qua e sopra) senza poter fare a meno di una ultimissima considerazione. E’ vero che l’attività umana ha oramai già irreversibilmente dato una nuova forza tellurica alla natura che continueremo a pagare per chissà quanto. E’ anche vero che le nuove generazioni hanno già più coScienza delle nostre, oramai trite, fritte e migrate. Ma siamo più che persuasi che se una Houdini o un’altra Bess (ad esempio Coleman come la prima aviatrice afroamericana che si batteva contro la segregazione razziale che aggiungiamo sempre noi), deve potersi (o essersi già potuta) reincarnare e disvelare come la capa villaggio “più consapevole” e provvidenziale che questo “nuovo” mondo attende da troppo tempo, beh possiamo essere certi che questo libro, lo avrebbe sempre sul comodino!

Ginetta Rotondo Storia di un pesce che voleva volare Bess, Ettore, Vitravo

Storia di un pesce che voleva volare (CSA Editrice)

Codice ISBN: 9788893541954 Autore: GINETTA ROTONDO

Ginetta Rotondo Storia di un pesce che voleva volare Bess, Ettore, Vitravo
Ginetta Rotondo Storia di un pesce che voleva volare Bess, Ettore, Vitravo

Ginetta Rotondo Storia di un pesce che voleva volare Bess, Ettore, Vitravo