Nautica Fiorenza, dopo 10 anni il Consiglio di Stato condanna l’autorità portuale  foto

Dalla lettura degli atti di causa emerge, soprattutto nelle battute finali del procedimento, un atteggiamento dell’Autorità palesemente ostruzionistico

La sentenza, in allegato,  resa dal Consiglio di Stato rende giustizia ad un imprenditore che ha osato chiedere di fare attività di impresa utilizzando un bene pubblico seguendo una procedura pubblica e trasparente e che dopo dieci anni di meline e rimpalli tra i protagonisti istituzionali (la domanda è del 2006 la decisione è del 2016) si è visto respingere la domanda ingiustificatamente e con una motivazione inesistente.  Il giudizio della giustizia amministrativa è severo ed è quanto mai illuminante delle conclusioni a cui sono giunti i giudici della Corte il passaggio della sentenza dove si stigmatizza l’operato dell’Autorità precisando che “Dalla lettura degli atti di causa emerge, soprattutto nelle battute finali del procedimento, un atteggiamento dell’Autorità palesemente ostruzionistico, posto in essere in violazione delle regole proprie dell’azione amministrativa, dei principi costituzionali d’imparzialità e buon andamento, dei principi di legge di celerità, efficienza, efficacia e trasparenza, nonché dei principi generali dell’ordinamento di ragionevolezza, proporzionalità ed adeguatezza che dovrebbero permeare tutta l’attività della pubblica amministrazione. Proprio in ragione dell’incredibile durata del procedimento la sentenza ordina all’Autorità di esaminare la domanda della Nautica Fiorenza applicando i principi indicati dalla stessa Corte e concludendo il procedimento entro il 29 giugno altrimenti tutto passerà in mano ad un commissario ministeriale. La procedura in questi anni è stata seguita dallo studio Zunarelli di Bologna unitamente con senior partner avvocato Franco Fiorenza e dagli avvocati Elio Vrenna e Francesco Arrighi.