Martina Frezzotti al Festival dell’Aurora

I pezzi di Beethoven, Tchaikovsky e Chopin, magistralmente interpretati dalla pianista, hanno rapito il pubblico in sala.

Appuntamento con la musica classica, quello di Martedì 13 Ottobre, nell’ambito della 20^edizione del Festival dell’Aurora. Protagonista della serata, è stata la pianista Martina Frezzotti, che ha incantato per un ora, il pubblico accorso all’evento. La Frezzotti è una pianista italiana, classe 1986.
Nata a Udine, all’età di sei anni, si è avvicinata spontaneamente agli studi pianistici; Martina porta con sé la scuola pianistica italiana, unita alla tradizione del Conservatorio Tchaikovsky di Mosca.
A 17 anni Martina viene ammessa all’Accademia Pianistica Internazionale “Incontri col Maestro” di Imola, dove studia sotto la guida dei Maestri Lazar Berman, Franco Scala e Piero Rattalino.

Contemporaneamente consegue con il massimo dei voti e la lode, il Diploma in Pianoforte presso il Conservatorio di Udine “J. Tomadini”, sotto la guida delle Prof.sse Franca Bertoli e Maria Grazia Cabai. A distanza di tre anni, si trasferisce in Russia, per inseguire le orme del Maestro Berman, di cui è stata una degli ultimissimi allievi. Successivamente completa uno stage al Conservatorio Statale Rimsky-Korsakov di San Pietroburgo, per poi venire ammessa, nel 2008, al Conservatorio Statale “P. I. Tchaikovsky” di Mosca, diventando così la prima pianista italiana ad essere stata ammessa al corso di studi più prestigioso di questo storico ateneo. Di recente Martina è stata impegnata in un progetto discografico in Giappone, dove invitata dall’etichetta discografica Nippon Acoustic Records di Tokyo, ha realizzato un CD di musica da camera in ensamble con Ottaviano Cristofoli, prima tromba della Tokyo
Philarmonic (Biografia completa). La serata, tenutasi all’interno del Cinema – Teatro “Sala Raimondi” di Crotone, ha avuto come impronta quella di tre grandi maestri e compositori della storia della musica. Il concerto è stato aperto dalla Sonata per pianoforte n.30 (Op. 109) composta da Ludwig van Beethoven, tra il 1819 e il 1820. Successivamente è stato il turno dell’Opera 19 di Tchaikovsky, una performance composta da 6 movimenti, dal ritmo allegro e andante, concepiti dal compositore russo nel 1873. A conclusione del concerto, estremamente intensi, sono stati i due pezzi di Fryderyk Chopin: la ballata per pianoforte n. 1 in Sol minore, (Op. 23) e la Ballata n. 4 in FA minore, che si distingue dalle precedenti ballate, per la  maggiore complessità strutturale.