Successo per il concerto per solisti e orchestra

Un concerto insolito poiché al posto di un solo solista ne erano previsti due.

Più informazioni su

La barocca Chiesa dell’Immacolata, gentilmente messa a disposizione dalla Curia Arcivescovile, nella persona del Parroco Don Alessandro Sarago, è stata la cornice ideale che ha accolto il Concerto per solisti e Orchestra, che Domenica 30 ottobre  2022 la Società Beethoven ha presentato nell’ambito della Stagione Concertistica “L’Hera della Magna Grecia” V Edizione.
Un concerto insolito poiché al posto di un solo solista ne erano previsti due. E l’arcano mistero lo abbiamo scoperto nella presentazione del concerto, dove ci è stato spiegato che i due amici solisti si rincontravano dopo anni per fare della buona musica insieme.
E dobbiamo riconoscere che sia il Giuseppe Arnaboldi, che poi non è altro che Primo violino e anima dell’orchestra “O.Stillo”, sia il Massimo Mazzone hanno superato qualsiasi aspettativa della serata eseguendo il primo, uno dei tantissimi superbi concerti per violino solista e orchestra di Haydn il “Concerto in Sol Maggiore” , il secondo  il concerto, forse, più bello di Mozart, il K 622 per Clarinetto e orchestra. Momenti di vera magia musicale e sublime arte dell’esecuzione, sono stati i due concerti ascoltati da un pubblico, che attento e partecipe, gremiva la Chiesa dell’Immacolata colma in ogni ordine di posti con tantissime persone in piedi.
Ad aprire la serata è stato il M° Arnaboldi, che, sostenuto da un’orchestra ormai adusa a suonare con grandi virtuosi, ha incantato il pubblico con un virtuosismo trascendentale, ammirevole intensità e maturità interpretativa, capacità di cogliere e trasmetter ogni piccolo dettaglio contrappuntistico e trasformando il violino  in voce umana  capace di trasmettere  una sorta di caleidoscopio di sensazioni  che arrivavano nell’animo spingendolo fino alla commozione.
Il secondo brano era affidato, come dicevamo, al suono del clarinetto, che nelle mani del M° Mazzone è diventato uno strumento dai mille colori. Come certamente sappiamo, Mozart, aveva pensato e scritto questo magistrale capolavoro per un autentico virtuoso del clarinetto, che, proprio per questo, sono in pochi gli artisti capaci di eseguire e interpretare un capolavoro di questa dimensione. Un’esecuzione, quella che ci ha regalato Mazzone animata in ogni momento da una vitalità appassionante: languori melodici e passi di solenne e grave semplicità che contrastano con corse febbrili, balzi ora leggerissimi ora selvaggi, cascate di note che trasformano il clarinetto in uno strumento del tutto nuovo. Omogeneità timbrica, calore e colore della pasta sonora, soavità nel canto e una simbiosi perfetta con l’orchestra ha permesso a Mazzone, di esprimere un fraseggio costantemente espressivo insieme ad una grande intensità poetica che offrono un ascolto affascinante per purezza di stile e freschezza nelle mille sfaccettature poetico musicali. Un vero momento di grande bellezza per la mente e il cuore che il pubblico presente ha saputo cogliere e ringraziare gli artisti tutti con calorosissimi applausi,

Più informazioni su