Successo per il monologo “Lo Zingaro” di Marco Bocci

L’attore porta in scena la passione per i motori.

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Con un monologo carico di emozione Marco Bocci in racconta la sua rinascita dopo la scoperta di essere affetto da Herpes Cerebrale attraverso la storia dello “Zingaro”, un pilota senza “nome”, con una vita legata al mito delle corse “Ayrton Senna” scritto dall’attore in collaborazione di Marco Bonini e Gianni Corsi con le musiche di Davide Cavuti e la regia di Alessandro Maggi.

L’attore porta in scena la stessa passione per i motori, essendo cresciuto degli autodromi al seguito del padre pilota e meccanico e sceso lui stesso in pista dai Kart, ai campionati Bmw, Nascar, fino al Ferrari Challenge e la Porsche Cup. Come dichiara l’attore “Una passione risvegliata ai 30 anni, che lo ha riportato a cercare la puzza di gomme bruciate e carburatori che solo sulle piste degli autodromi puoi trovare”.
Nel monologo attore umbro, racconta la passione per le corse ed i molti parallelismi con la vita del campione brasiliano morto sulla pista di Imola il primo maggio 1994, ricordando le sue gesta e mostrando tutta l’ammirazione per questo mito della Formula Uno, proveniente da un Paese nel quale prevalente è la passione per il calcio ed il carnevale, ma che sapeva che “non esiste curva dove non si possa sorpassare”.
Un racconto che inizia con lui a 16 anni, il giorno dell’incidente mortale di Ayrton Senna quando sugli spalti circuito di Imola insieme al padre fino a ventiquattro anni dopo, sempre un primo maggio, quando attore fa anche lui un terribile incidente mentre partecipa ad una gara di Bmw in Umbria. Ma questo incidente gli permette di scoprire e di poter curare la sua malattia al cervello, e quindi poter rinascere.

Con un monologo carico di emozione Marco Bocci in racconta la sua rinascita dopo la scoperta di essere affetto da Herpes Cerebrale attraverso la storia dello “Zingaro”, un pilota senza “nome”, con una vita legata al mito delle corse “Ayrton Senna” scritto dall’attore in collaborazione di Marco Bonini e Gianni Corsi con le musiche di Davide Cavuti e la regia di Alessandro Maggi.
L’attore porta in scena la stessa passione per i motori, essendo cresciuto degli autodromi al seguito del padre pilota e meccanico e sceso lui stesso in pista dai Kart, ai campionati Bmw, Nascar, fino al Ferrari Challenge e la Porsche Cup. Come dichiara l’attore “Una passione risvegliata ai 30 anni, che lo ha riportato a cercare la puzza di gomme bruciate e carburatori che solo sulle piste degli autodromi puoi trovare”.
Nel monologo attore umbro, racconta la passione per le corse ed i molti parallelismi con la vita del campione brasiliano morto sulla pista di Imola il primo maggio 1994, ricordando le sue gesta e mostrando tutta l’ammirazione per questo mito della Formula Uno, proveniente da un Paese nel quale prevalente è la passione per il calcio ed il carnevale, ma che sapeva che “non esiste curva dove non si possa sorpassare”.
Un racconto che inizia con lui a 16 anni, il giorno dell’incidente mortale di Ayrton Senna quando sugli spalti circuito di Imola insieme al padre fino a ventiquattro anni dopo, sempre un primo maggio, quando attore fa anche lui un terribile incidente mentre partecipa ad una gara di Bmw in Umbria. Ma questo incidente gli permette di scoprire e di poter curare la sua malattia al cervello, e quindi poter rinascere.

Marco Bocci

Foto di Simone Carozzo

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