L’amministrazione Voce-Megna si accanisce contro Crotone

Arcuri e Megna: "Governare una città significa compiere delle scelte, scelte politiche e non fatte con il pallottoliere “giusto per far quadrare i conti”

Governare una città significa compiere delle scelte, scelte politiche e non fatte con il pallottoliere “giusto per far quadrare i conti”, perché se così fosse invece di sindaci ed assessori basterebbe essere governati da ragionieri e contabili.
L’aumento della tassa sui rifiuti, approvato dall’amministrazione Voce, con il sostegno dell’immancabile (in quanto non manca mai né in Consiglio né in commissione) Mario Megna, è inaccettabile.
Così come era inaccettabile il mancato aiuto da parte dell’Amministrazione Voce-Megna alle attività di ristoro (bar, pizzerie, ristoranti) nella reintroduzione della tassa sull’occupazione di suolo pubblico. Quest’aumento della pressione fiscale locale sommata alla peggiore crisi economica degli ultimi 50 anni, dovuta sia alla pandemia che al conflitto in Ucraina, ha comportato il crollo della ricchezza pro capite e l’aumento vertiginoso delle famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese.

Per dirla in altre parole, una città povera viene, in questo modo, ulteriormente impoverita, proprio da chi in campagna elettorale ha promesso “cchiù pilu per tutti” come direbbe Cetto la Qualunque. Vocemort e i suoi mangiamorte, con l’immancabile Mario “coda liscia” Megna, hanno deciso di spremere questa città come un limone.
Nonostante la crisi abbia ridotto fortemente la quantità di rifiuti prodotti e la popolazione non sia aumentata, e nonostante il servizio di raccolta dei rifiuti e di igiene urbana sia, in questi ultimi due anni, fortemente peggiorato, la tassa sui rifiuti è aumentata del 30%, altro che “adeguamento”, così come è stato ribattezzato dal sindaco.
E se a questo aggiungiamo anche che non un investimento, né in termini di forza lavoro né di mezzi, è stato fatto su Akrea, ci rendiamo conto immediatamente di come l’amministrazione Voce-Megna abbia semplicemente deciso di accanirsi contro i cittadini.
Un accanimento che appare, purtroppo, evidente dalle parole dello stesso sindaco che “giustifica” l’aumento della Tari con l’alto livello di evasione che si registra in città.
In altre parole, il sindaco sostiene che visto che pagano in pochi, questi pochi devono pagare di più.
Alla faccia della giustizia sociale.
Ciò che il sindaco non comprende, che drammaticamente non capisce, è che un’alta percentuale dell’evasione sulle tasse comunali non è dovuta a “mal costume” oppure a “illeciti arricchimenti”, ma ad una comunità che, nelle fasce più deboli, è in forte difficolta, una comunità che avverte i morsi della crisi economica attuale in modo peggiore rispetto ad altri comuni italiani.
Il sindaco, chiuso nel palazzo, così come ama dire lui, senza combinare nulla, non si rende conto che in città è cresciuta la povertà, non comprende nulla di quanto sta accadendo a Crotone. Eppure, è un dato assodato che i rincari nelle bollette (+91% luce, +70,7% gas) colpiscono in modo indiscriminato proprio le famiglie. Un sindaco dovrebbe farsi interprete di queste esigenze, comprendere le diverse situazioni ed agire di conseguenza, non certo aumentare la pressione fiscale sulle famiglie crotonesi. L’inadeguatezza e l’incapacità dell’amministrazione Voce-Megna non è oramai soltanto evidente a tutti, ma comincia ad essere dannosa per i crotonesi. Il non voler e non saper prendere decisioni politiche non danneggia soltanto i grandi progetti, oramai arenati nelle secche di questa amministrazione, ma aumenta a dismisura i problemi della città e dei suoi cittadini. Così non si può più andare avanti. La città non ne può più. Crotone non merita questo.
Che qualcuno ne prenda atto e consapevolezza e agisca di conseguenza. Si torni al voto.